LA CARTOLINA | Como-Catanzaro ’84, quando la classe operaia finì in paradiso

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Sfondo della narrazione, il campionato di Serie B, stagione 1983-84. Ma torniamo, per qualche secondo, al presente, anzi, al futuro imminente. Como e Catanzaro si ritroveranno al “Giuseppe Sinigaglia” trentatré anni dopo l’ultimo confronto in Serie B, datato 14 aprile 1990. L’attuale classifica della cadetteria vede le Aquile di Vivarini seconde in classifica, mentre i lariani vivono un periodo non proprio positivo, reduci da due sconfitte consecutive, dopo il pareggio di Bari che ha aperto un ottobre fin qui nero.

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Ma ripeschiamo la cartolina dal cassetto: nella memoria dei tifosi giallorossi resta una partita in particolare, giocata sempre nel mese di aprile, ma del 1984, anno tuttavia archiviato con l’amarezza della retrocessione dell’US Catanzaro. Quel giorno, il calendario propose il testa-coda di giornata, tra una squadra lanciata verso il salto di categoria in massima serie e l’altra destinata alla C. Ma la vita, lo sport, diede prova del fatto che Davide può vincere contro Golia.

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Al “Sinigaglia” finì 1-2 per il Catanzaro di AntonioMimmo” Renna: il Como si piegò sotto il fuoco amico già al 15′, vista la rocambolesca autorete di Tempestilli al quarto d’ora. Poco prima dell’intervallo, Gibellini su rigore sembrava aver messo sui giusti binari la partita, ma la sassata di Edi Bivi, su calcio di punizione, al 57′, scaraventò in porta l’entusiasmo dei calabresi e l’amarezza dei padroni di casa, guidati da mister Tarcisio Burgnich, colui che era stato timoniere dell’US qualche anno prima, per poi farvi ritorno nel 1988.

Ripescando qualche ritaglio di giornale dell’epoca, ecco una pagina estratta dal quotidiano “La Provincia”, che titolava “Como: delitto nella cattedrale”, a porre in evidenza la gravità della sconfitta. Di “sorte malevola”, “avversari scaltri” autori di “due gol su un solo tiro in porta” si scrisse sulle colonne del quotidiano distribuito nelle province di Como, Sondrio e Lecco dal 1892.

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“[…] Il povero ha ancora una volta battuto il ricco, con una lezione di umiltà. La classe operaia è finita in paradiso, disputando un incontro giudizioso mai spregiudicato ma neppure subdolo, dimostrando di avere un impianto di gioco ben più nobile che la classifica impietosamente indica”: questo uno dei passaggi più eloquenti del pezzo pubblicato il 10 aprile ’84, che riportava la delusione di Burgnich per “una batosta che ha lasciato il segno, dopo aver dominato in lungo e in largo”.

Quella vittoria non incise sulle sorti del Como che centrò (seppur da seconda) la Serie A, ma regalò un motivo per sorridere ai tifosi catanzaresi, una gioia impreziosita dalla straordinaria rete di Bivi, il quale incassò anche i complimenti dello stesso portiere avversario, Giuliani: “Davvero un gran bel gol, un’esecuzione impeccabile e tanto di cappello quando un giocatore riesce a mettere dentro in quella maniera. Che potevo farci io?”.

 

(FOTO: museodelcomo.it)