Vittoria incoraggiante, vittoria rivitalizzante, soprattutto dopo il finale thriller del derby. Il Catanzaro saluta il 2024 al sesto posto e in sala stampa si presenta a sorpresa il direttore sportivo in persona, Ciro Polito.
Non tanto per focalizzarsi sulla vittoria contro la Salernitana, ma più per trarre un bilancio di questo girone d’andata e, a priori, delle scelte operate nel corso dei mesi, fin dal suo insediamento.
Innanzitutto, però, un pensiero sentito per il dramma che sta vivendo la tifoseria, specie i ragazzi della Ovest: “Porgo intanto le condoglianze della società alla famiglia di Riccardo e la vicinanza alla famiglia di Domenico, che sta lottando tra la vita e la morte”, permette Polito.
Il ds passa in rassegna, allora, tappa dopo tappa, i momenti salienti, a cominciare dalla “caldissima” estata giallorossa, per le note vicende.
“Quando fui chiamato alcuni mi diedero del ‘folle’, poiché era complicato venire qui e confermarsi, dopo quello che era stato fatto”, osserva. Una puntualizzazione immediata: “Mai avuto un minimo problema nella gestione del gruppo, nonostante le illazioni dall’esterno secondo cui questa era una rosa troppo vasta – sostiene -. Ringrazio pubblicamente questo gruppo per l’atteggiamento, perché non ha mai mollato. Questo per me è grande motivo d’orgoglio”.
“Certo, chi non gioca è normale che sia arrabbiato, ma nutre quella rabbia che torna utile alla causa, basti vedere l’impatto di Pagano, ad esempio, che ha messo il timbro sulla vittoria di oggi. Insomma, teniamoci stretto quello che stiamo facendo”, afferma l’ex direttore del Bari.
Puntualizzando un lavoro mirato al 4-2-3-1, Polito annuncia la volontà di portare un altro quinto e magari un tassello per la difesa: “Io sono una persona ambiziosa, penso a ciò che si farà non a ciò che è stato fatto e voglio dare il massimo, però restiamo concentrati sul consolidamento della categoria (formula che preferisco alla parola ‘salvezza’) – rimarca Polito -. Poi ci godremo eventualmente ciò che accadrà”.
Parla ora e poi si immergerà nel lavoro in sede di mercato, il direttore, specie in uscita: “Mi piange il cuore per chi verrà sacrificato – ammette -. Finora ho avuto tranquillità nel gestire il gruppo, ma non vi nascondo che qualcuno partirà e mi dispiace, perché so che altrove farà benissimo”, rivelando anche un’offerta declinata per un attaccante giallorosso.
Inevitabile il capitolo Antonini: “Sta bene qui, ma se arriverà qualche ‘zio Paperone’ con un’offerta irrinunciabile valuteremo”, dice, ribadendo l’importanza di non fare scelte che possano alterare gli equilibri, in ogni reparto.
Questione rinnovi, quindi: “Il rinnovo di Pompetti è chiuso, mancano le firme – confessa -. Per Situm se ne riparlerà a fine stagione, intanto sono orgoglioso di averlo”.
Poi, il merito di aver creduto in Caserta, accolto con scetticismo dalla piazza solo per il suo precedente calcistico da trainer dei Lupi, non certo sul piano umano, anzi.
A proposito di Cosenza, impossibile non ripercorrere l’amarezza del “Marulla”, elogiando i ragazzi per l’attaccamento alla maglia e all’impegno, tanto da volersi allenare anche nel pomeriggio di Natale: “Ho ancora tanta rabbia per quegli ultimi dieci minuti! Però devo ragionare da direttore, il calcio è un ‘dare-avere’, evidentemente alla fine avremo i punti che ci meriteremmo. Il derby è passato, capisco l’amarezza, ma occorre guardare oltre”, aggiunge.
Alla base del successo contro la Salernitana, la fibra morale di questo gruppo: “Ho visto quella ‘cazzimma’ fino alla fine, quella ‘sana ignoranza’ che nel calcio serve, specie in B”.