Calabro: “Orgoglioso dei miei, ma ho l’amaro in bocca”

Calabro Carrarese

Non sancisce la salvezza aritmetica perché la faccenda resta aperta, ma “il bicchiere è mezzo pieno”: parola di Antonio Calabro, amareggiato per il risultato, sia pur orgoglioso della prova dei suoi.

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Non è riuscito a giocare un brutto scherzetto, da ex, il tecnico pugliese, che si rammarica per le disattenzioni (poche) da cui sono nati i gol del Catanzaro.

Trinkenhaus

Ad ogni modo, la Carrarese sale a trentotto punti in classifica e vede avvicinarsi l’obiettivo: poco male, però se gli azzurri avessero fatto posta piena, l’umore sarebbe stato opposto.

Il 2-2 comunque lascia un po’ di rammarico, anche nel Catanzaro, per i momenti a favore non sfruttati: alla fine, il pareggio sostanzialmente è il risultato più giusto, poiché nell’ultimo scampolo il match si era aperto a qualunque tipo di esito.

“Mi lascia l’amaro in bocca”: questa la premessa di mister Calabro. “La squadra si è permessa di sbagliare appena due uscite difensive alte, cosa curata alla grande nella prima ora di gioco, mettendo il Catanzaro nelle condizioni di non fare un tiro in porta. Ecco, non era mai accaduto che una squadra così forte, che produce tanto in trasferta, chiudesse il primo tempo senza calciare“.

“Nella ripresa siamo arrivati in ritardo sulle uscite dal basso del Catanzaro e ci è costato caro – continua nella sua disamina -. Chi è entrato dalla panchina è riuscito a rianimare l’empasse psicologica patita in quei minuti e la squadra ha ripreso ritmo, meritando di agguantare il pari e cercando il terzo gol, a spron battuto. Sono molto orgoglioso, mi sta bene che la squadra abbia cercato la vittoria, il pari mi lascia l’amaro per la prestazione”.

Zanon e Ilie

Un elogio, poi, alla giocata superlativa di Iemmello, da vero fuoriclasse, nell’illuminare Compagnon nella rete dell’1-1: “Ha chiuso una triangolazione che solo lui può vedere in questa categoria e difficilmente accade in Serie A – si complimenta Calabro -. Iemmello fa passare la palla dove solo lui può e non avergli dato la possibilità di rendersi pericoloso, conferma la grande partita del gruppo”.

“Siamo stati sempre attenti, bravi nei tempi, ma sui gol dovevamo essere più incisivi, mettere ‘una pezza’, invece ci siam fatti male da soli! Sono fiero dei miei, ma consentitemi di sentirmi un po’ amareggiato – sottolinea l’ex trainer dell’US -. Da una parte ho la consapevolezza di aver pareggiato contro una grossa squadra, dopo essere andato anche sotto, ma se penso alla prestazione straordinaria per gran parte della partita, c’è amarezza”.

Determinante, allora, coloro che sono entrati nella ripresa, riscrivendo il tabellino: “Dopo l’1-1 è emerso un appannamento psicologico normale e una volta in svantaggio, grazie anche a chi è subentrato – spiega –, siamo riusciti a riprenderla e mettere i presupposti per andare a vincerla”.

Calabro, però, allontana i complimenti dagli addetti ai lavori, in sala stampa, da uomo concreto: “Il sentirmi dire ‘la Carrarese meritava di vincere’, mi sembra la pacca sulla spalla, magra consolazione”.

Caserta

Ai microfoni, poi, due tra gli elementi che hanno inciso maggiormente sull’inerzia della partita, scrivendone il risultato: Schiavi e Shpendi, rispettivamente assist-man e autore in occasione del 2-2.

“Sì, c’è un po’ di rammarico, abbiamo fatto un grandissimo primo tempo, accusando un calo in quei dieci minuti nei quali abbiamo buttato via quanto di buono fatto e ciò non deve succedere – ammette saggiamente Nicholas Schiavi a caldo -. Per come si era messa la partita non era facile né scontato fare un altro gol e pareggiare”.

“Ciò ci fa capire che siamo vivi anche quando andiamo sotto – aggiunge il numero 18 della Carrarese – quindi dobbiamo essere positivi”, osserva, proiettandosi alla trasferta di Palermo: “Contro le grosse squadre abbiamo avuto sempre un grandissimo atteggiamento – conclude –, anche nel gestire la palla”.

Su questa falsa riga, ecco Stiven Shpendi, rinfrancato dall’essere tornato in campo dopo un mese e mezzo causa infortunio, timbrando subito il match: “Aver aiutato la squadra con il gol mi dà tanta fiducia e ne sono contento – dice -. Ma i miei compagni stavano reagendo molto bene a prescindere. Il pari, alla fine, è giusto”.

Un parere, poi, sul trovarsi a fronteggiare corrispettivi del calibro di Brighenti o Scognamillo: Sono difensori molto preparati – ammette Shpendi –, sicuramente un po’ stanchi verso la fine, mentre io mi sentivo molto bene nel momento in cui sono entrato”.