Ad un soffio dall’impresa, ma poco di cui rammaricarsi. Anzi, tanto di cui esser fieri, semmai. Il Mantova ha forse offerto la partita più “vivace” del weekend appena trascorso, stoppando lo Spezia al “Danilo Martelli” dopo aver rimontato dal doppio svantaggio.
Un risultato che, di fatto, ha definitivamente spento ogni velleità di promozione diretta per i liguri e consentito l’aritmetico ritorno in A al Sassuolo.
E se fosse stato convalidato il 3 a 2 (annullato dopo al review al VAR) il Mantova avrebbe ipotecato la salvezza. Ma ci sarà da sudare, ancora. Intanto contro il Catanzaro, in un lunedì di “passione”, più che Pasquetta (senza scadere in blasfemie).
Ancora invischiati nella zona calda, i virgiliani stazionano a trentasette punti in classifica (+2 sui playout) e, a parte gli sprazzi iniziali, sono state più le vacche magre che le soddisfazioni, fin qui.
Vero è che la squadra di Davide Possanzini, neopromossa, è pienamente in linea con l’obiettivo. “Tre settimane fa ci davano tutti per spacciati, ma i ragazzi da qui hanno trovato la ‘benzina’ per dare tutto”: parola del tecnico biancorosso.
“Ho scelto questo mestiere per vivere certe emozioni“, ha detto Possanzini dopo il pari con lo Spezia, lui che di emozioni ne ha regalate tantissime, da centravanti tra i più rappresentativi della cadetteria (e non solo) dei primi anni 2000.
“Credo di aver vissuto una tra le emozioni più forti da quando vivo nel mondo del calcio, che sia da allenatore o calciatore! I ragazzi mi hanno reso orgoglioso, mi sono quasi commosso”, ha ammesso l’allenatore marchigiano, il quale ripone totale fiducia nei suoi, al netto di simili prestazioni.
“Manca meno di un mese alla fine, dobbiamo spingere con questo piglio, questa voglia, verso l’obiettivo e con la mentalità che siamo riusciti a costruire nel tempo”: impossibile equivocare il pensiero di Possanzini, che lunedì ritroverà Iemmello da avversario.
Prezioso elemento nello staff di De Zerbi tra Foggia, Benevento e Sassuolo, il trainer del Mantova incrocerà colui che è stato un importante compagno di viaggio, con l’intento di limitarlo possibilmente.
Nel frattempo, il Catanzaro conta di recuperare qualcosa (o meglio, qualcuno) nella sua artiglieria. E si tratta di “pezzi” importanti.
Esclusi, ancora, Quagliata e Situm per i rispettivi guai muscolari (fuori almeno fino alla prossima settimana, con l’auspicio di averli per Castellammare), la buona novella sta nel rientro di Antonini, oltre a Pontisso e La Mantia, sebbene non al top.
Comunque pedine arruolabili, per Fabio Caserta, che si trova a valutare anche Pagano uscito malconcio dall’ultima seduta; un grattacapo in più per il timoniere dell’US, già orfano dello squalificato Pittarello. Per lo stesso motivo, neanche il mantovano Cella (autore dell’1-2 all’andata) sarà della partita.
In avanti, tuttavia, gli elementi che hanno rivestito il ruolo di partner del capitano, hanno sempre fatto rotazione: presumibilmente, si punterà nuovamente su Biasci dall’inizio, al “Martelli”.
A meno che non si voglia riproporre Buso, come avvenuto a Modena; Buso che, all’andata, aveva siglato la rete del definitivo 2-2.