Vive di emozioni, Davide Possanzini. Delle emozioni che solo il calcio – e la B, nello specifico – può dare. Parole sue, lui che di prodezze ne ha regalate, tra i più forti centravanti degli anni 2000, della cadetteria.
Commentava in questi termini, dopo il pareggio con lo Spezia, il tecnico del Mantova (LEGGI QUI), elogiando la rimonta dei suoi nel finale, con un 3-2 sfiorato (anzi, non convalidato dal VAR) che avrebbe avuto del clamoroso.
Si riassume così lo spirito di una squadra che si è presentata da “matricola” con una partenza anche sopra le righe, a dire il vero. Il tempo, però, palesato qualche crepa e ai virgiliani mancano punti decisivi in chiave salvezza.
“Contro il Catanzaro può arrivare una svolta, ma non sarà decisiva”: potrebbe essere questo il “titolo” che mister Possanzini lancia dai microfoni, alla viglia (o meglio, a quarantotto ore) dalla sfida del “Danilo Martelli”.
Un Mantova che si presenta in fiducia, stando alle parole del suo allenatore: “Dopo gli ultimi tre risultati – due vittorie e un pari – è cambiato l’aspetto mentale e la gara con lo Spezia ci ha dato maggiore consapevolezza di quanto occorra restare fino alla fine in partita – sostiene il tecnico umbro -. Le gare non sono mai da ritenere chiuse, nonostante episodi negativi. Quindi mi sento abbastanza fiducioso, sono convinto che faremo una buona prova”.
“Non abbiamo mai smesso di credere in ciò che facciamo, ma ora stiamo lavorando con equilibrio, soddisfatti di quest’ultimo periodo, perché i risultati ci stanno dando ragione – continua –, ma se guardiamo in fondo alla classifica non è cambiato praticamente niente! Queste ultime cinque gare saranno determinanti”.
Determinanti, sì, a cominciare dal match con le Aquile di Caserta, il quale ha elogiato la qualità del palleggio dei biancorossi (LEGGI QUI), tra le insidie che potrebbero creare: “Quella con il Catanzaro può essere una svolta, dobbiamo provare a vincere ma non sarà certo l’ultima spiaggia, saranno ancora dodici i punti a disposizioni”, osserva l’ex attaccante di Reggina e Albinoleffe.
Senza svelare nulla, al netto delle defezioni (tra gli assenti, anche lo squalificato Cella, che aveva messo il timbro all’andata), Possanzini pone in risalto il progetto dell’US.
Un modo di lavorare da cui trarre insegnamento: “Parliamo di una squadra molto forte, una realtà fonte di ispirazione per tante società di questa categoria – ammette – che ha avviato un percorso con idee chiare, proseguendo con un altro allenatore che potesse continuare su quella falsariga, portando avanti una filosofia di gioco, la mentalità, nonostante le difficoltà iniziali e ciò sta pagando”.
Insomma, stando al pensiero del trainer dei mantovani, una squadra diversa dallo Spezia: “Il Catanzaro gioca a calcio e lo fa molto bene, sfruttando le minime occasioni viste le qualità che ha – sostiene –, quindi dobbiamo giocare anche noi e cercare di non correre a vuoto, perché l’avversario tiene palla e sarà difficile ma vogliamo fare la nostra partita, coi nostri principi e fare risultato”.
Fronteggiare una delle squadre da ritenere tra le big della cadetteria, può essere tra l’altro stimolante: “Sì, è un’opportunità per far vedere chi siamo e spero il pubblico sia vicino”, annuncia Possanzini il quale, in barba ad ogni tipo di scaramanzia, mette in risalto la non casualità nel fare gol ai piedi della curva di casa.
Promettendo “una camminata” senza aver scelto la meta in casa di salvezza, il trainer del Mantova lancia un appello, dunque: “Serve tirar fuori tutto, mascherando i lati negativi coi pregi – conclude –. Spero la squadra abbia quel carattere che serve per vincere possibilmente le partite che restano. Dipende esclusivamente da noi“.