Tanti gli insegnamenti, tante le risposte. La partita di questa sera, indica evidentemente la via maestra al Catanzaro. Riuscire a riprendere il doppio svantaggio e quasi a completare la rimonta, contro una Cremonese obiettivamente forte e fresca del riposo osservato, è impresa non di poco conto. Ma ne servirà un’altra, tra pochi giorni, allo “Zini”, per guadagnarsi la finale, dopo il 2-2 scritto questa sera al “Nicola Ceravolo”.
Vincenzo Vivarini lo sa: “Abbiamo fatto ciò che ci eravamo posti di fare. Oggi dovevamo dimostrare a noi stessi che ci siamo, per cercare di passare il turno – annuncia il mister a caldo -. Avessimo perso con due o tre gol di scarto, la situazione sarebbe cambiata, ma era importante la prestazione, soprattutto capire quello che possono fare loro e lo abbiamo visto nel primo tempo“.
La falsa partenza delle Aquile, ha evidenziato le peculiarità dei grigiorossi di Stroppa (il quale si è congratulato con il Catanzaro “per averci creduto” LEGGI QUI): “La Cremonese è squadra di grandissima qualità, gamba e facilità nel saltare l’uomo – osserva -. Abbiamo sofferto per quei venti minuti durante i quali hanno avuto in mano la partita e ci hanno creato problemi, dandoci dimostrazione della loro forza”.
“Noi però abbiamo dimostrato di esserci con cuore, rabbia, intensità, qualità, soprattutto per idee – sottolinea il trainer di Ari -, con dei gol voluti, tantissime altre occasioni per poter segnare e questo ci lascia ben sperare per sabato”. Sì, c’è del rammarico per non aver capitalizzato, ma al contempo fiducia.
“Occorre dare atto alle capacità e alle individualità dell’avversario, che ha spinto e trovato un bel gol con Ciofani, mentre lo 0 a 1 lo abbiamo regalato noi – ammette Vivarini -. Non ricordo parate di Fulignati, in ogni caso, sebbene abbiamo impiegato un po di tempo per leggere alcune situazioni”.
“Inizialmente non riuscivamo a prendere campo – continua, addentrandosi nella disamina tattica del match -, ci aspettavamo magari un atteggiamento diverso da parte loro, ma adesso che abbiamo preso le misure, sappiamo cosa ci aspetta a Cremona. La squadra comunque si è dimostrata unita e tonica e tutto ciò fa crescere in noi la convinzione di potercela fare“.
Come anticipato da ambedue i tecnici alla vigilia, il ragionamento viene elaborato sui centottanta minuti: “Quando ci si trova a giocare andata e ritorno è importante studiare, analizzare la prestazione e avere la convinzione per il ritorno, aspetto più importante – rimarca l’allenatore -. Gli elogi vanno alla squadra in toto, ma soprattutto al pubblico“, aggiunge.
Ecco, il calore del “Ceravolo”, appunto: “Quando abbiamo preso il secondo gol tutto lo stadio ha applaudito e la squadra ha ricevuto una scossa elettrica addosso, tale da ripartire con convinzione – sostiene, quasi commosso -, quindi non è un caso aver fatto quel gol che ci ha dato la forza per giocare il secondo tempo nella metà campo avversaria”.
Determinante, adesso, ritrovare risorse fisiche e mentali: “La terza partita dei playoff è sempre quella un po più difficile, ma con questa voglia e questa rabbia ce l’andremo a giocare a Cremona”, garantisce Vivarini, il quale estende la sua gratitudine al suo staff.