Il presidente degli arbitri ha rassegnato le proprie dimissioni.
Trentalange è stato ascoltato dalla Procura Federale pochi giorni fa con l’ipotesi di “comportamenti disciplinarmente rilevanti” nella gestione del caso D’Onofrio arrestato per traffico internazionale di droga. Oggi si sarebbe discusso sul commissariamento dell’Associazione Italiana Arbitri: “L’ho fatto per senso di responsabilità, per evitare il commissariamento dell’Associazione”. La direzione passa al vicepresidente Duccio Baglioni, con tutto il comitato nazionale.
La lettera di Alfredo Trentalange ai presidenti delle sezioni:
“Cari Presidenti, Dirigenti, Associati tutti,
ho deciso di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni dalla carica di Presidente dell’A.I.A. con effetto immediato. Sono certo di non avere responsabilità giuridiche mentre, per quanto riguarda eventuali responsabilità politiche, la risposta più bella, chiara, univoca me l’avete data Voi in quell’incontro che porterò per sempre nel cuore: credo, però, che rassegnare queste dimissioni sia la doverosa conclusione di un percorso che in questi giorni mi ha almeno permesso di poter dimostrare la mia correttezza e, soprattutto, onestà. Rassegno, allora, le mie irrevocabili dimissioni alla vigilia di un appuntamento dal quale nulla avrei ragione di temere ma che, purtroppo, altri potrebbero trasformare in un evento a rilevanza completamente diversa.
Avverto il dovere di tutelare l’Associazione da ogni potenziale lesione del rispetto del principio democratico e di difendere la necessità che l’autonomia dell’A.I.A. sia preservata da ogni paventata ipotesi commissariale, perché la gestione associativa potrà continuare ad essere affidata a rappresentanti legittimamente eletti dagli associati, in assenza di una reale e persistente disfunzione di una struttura sicuramente integra anche dopo una vicenda penale e personale del tutto estranea alla nostra Associazione.
Vi ringrazio per tutto l’affetto che mi avete dimostrato ma Vi chiedo, anche in questo difficile momento, di voler continuare ad operare e ad accompagnare l’intero movimento calcistico con il consueto spirito di servizio e senso di responsabilità nel pieno rispetto dell’ordinamento federale. Sono certo che lo farete. Un arbitro, infatti, rimane tale anche quando non è la realtà dei fatti, ma solo la pressione mediatica ad addebitare colpe inesistenti. Con grande rispetto verso tutte e tutti, anche di chi non lo ha avuto per me, dico semplicemente GRAZIE!”.