Aquile a lavoro: problemi per Tentardini, intanto parla Ghirelli

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“Giovedì gnocchi” dice il proverbio. Nel calcio, facendo un parallelo, potremmo dire “giovedì tattica”.

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Perlomeno nella “settimana tipo”, con le partite di domenica. Già, perché il Catanzaro è reduce da una settimana atipica (divenuta ormai consuetudine, coi tempi che corrono), caratterizzata dalla gara di Coppa Italia (che sembra lontana anni luce) e dal posticipo del lunedì e tutto, apportando modifiche alla tabella di marcia. Fatto rientro in Calabria, i giallorossi si sono gettati a capo fitto nel lavoro, in vista del lunch match contro il Potenza, nella giornata della coreografia in memoria dell’amato Massimo Capraro. 

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Tra lavoro tattico, durante il quale si sono vagliate varie soluzioni d’attacco e in fase di non possesso, nota stonata, la situazione di Tentardini, proprio in una zona di campo di per sé in emergenza, vista l’assenza del già infortunato Situm (sulla cui tempistica di recupero non ci si può ancora sbilanciare con certezza) e del recuperato, ma lontano dalla migliore condizione, Rolando. Il “dottor Tenta”, infatti, è alle prese con un attacco influenzale che rischierebbe di precluderne l’impiego contro i lucani, domenica. Decisive le prossime ore, con la speranza di averlo in gruppo, smaltita l’influenza. Ma non è certo. 

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Intanto, oggi l’assemblea straordinaria della Lega Pro, nella tarda mattinata, si è riunita per discutere della proposta di riforma del format del campionato (LEGGI QUI), bocciata con trentaquattro voti contrari (registrati, tra l’altro, un astenuto e venticinque a favore). 

Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli, intervenuto nel merito, non si è sbilanciato oltremodo: “Occorre prendere atto del voto senza ‘se’ e senza ‘ma’, la proposta è stata respinta – ha detto -. Nessun commento da parte mia, solo la presa d’atto come è doveroso nel gioco democratico”.

Eppure, stando a quanto trapela, i club più importanti di Serie C si sarebbero messi di traverso per far naufragare la proposta di un nuovo format per il campionato, poiché sarebbe penalizzante per loro, nelle modalità ipotizzate, l’eventuale salto di categoria, in B. 

Rammentiamo che, qualora fosse passata la proposta, la Serie C sarebbe passata a sei gironi da dieci squadre, con le cinque migliori classificate in corsa, successivamente, in una “poule promozione” costituita da dieci squadre e da tre gironi; le cinque peggiori classificate, invece, sarebbero state coinvolte in una “poule retrocessione”, che avrebbe preceduto i playout. In una successiva fase, si sarebbero tenuti i playoff con le due migliori classificate dei tre gironi che sarebbero arrivate ad una fase avanzata degli spareggi, a cui avrebbe partecipato anche la vincitrice della Coppa Italia di Serie C. Invariato, invece, il numero delle squadre promosse e delle retrocesse in D. 

 

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