Aquile al “Ceravolo”: ipotesi Brighenti e Antonini tandem

Spinta, intensità, applicazione. Il lavoro che sta caratterizzando la settimana e, quindi, il pomeriggio odierno, si sta basando su questi principi. Il Catanzaro visto al “Picco”, benché il segno in schedina sia stato nuovamente “X“, ha dato conferma degli ottimi spunti visti contro il Palermo, nel venerdì precedente.

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Sì, a La Spezia è mancato il guizzo, il ricamo decisivo nei sedici metri, talvolta l’iniziativa personale o comunque quella “lampadina” che potesse accendersi, in qualcuno, per trovare la giocata decisiva. Alla fine un pareggio che muove la classifica e aiuta a rialzare la testa, in un periodo non facilissimo, con l’eco delle sconfitte di dicembre che ancora si fa sentire, oltre al pesante 3-0 con la Feralpisalò.

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Il guizzo, appunto, o la giocata degli uomini cardine: uno su tutti, Vandeputte, che sabato contro l’Ascoli sarà squalificato. Per il belga – una volta ultimato il lavoro tattico, col gruppo – corsa ai bordi del rettangolo verde del “Ceravolo”, mentre la squadra effettuava una sgambata a ranghi misti, dove non sono mancate le indicazioni.

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La più eloquente, l’assonanza nel cercare trame con Petriccione, fonte di gioco al centro del campo, ispiratissimo in partitella: il 10 delle Aquile si è speso in aperture illuminanti in verticale, ma anche in pregevoli giocate sul corto, dando conferma delle sue qualità, grazie alle quali sta via via assimilando del tutto i concetti di Vivarini. L’allenatore di Ari magari può tirare un sospiro di sollievo, potendo contare sull’ex Crotone, mentre Ghion continua nel suo lavoro di recupero fuori, ancora per un po’.

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E non è escluso che Petriccione possa trovare – finalmente – una maglia da titolare contro i bianconeri di Castori, al fianco di Verna, e ciò completerebbe una coppia eterogenea e ben strutturata. Chi sarà della partita, una volta scontato il turno di stop, è Nicolò Brighenti (autore tra l’altro di un bellissimo gol in partitella), il quale dovrebbe riappropriarsi sua posizione, davanti a Fulignati.

E qui si aprono due scenari. Tornare all’antico, ossia Brighenti e Scogna centrali, con Veroli e Situm ai lati, oppure sperimentare altro? Perché, ad essere sinceri, come si potrebbe ormai, a questo punto, fare accomodare Antonini in panchina, dopo la positiva prestazione di La Spezia?

“Giovare nuovamente tutta la partita o un minuto, o incitare i compagni dalla panchina, per me non sarà comunque un problema”, ha detto ai microfoni, dopo l’allenamento, Matias Antonini (LEGGI QUI), dando prova di grande spessore umano: un ragazzo squisito, perbene, ancor prima d’essere un professionista, pronto a mettersi in gioco e sfruttare l’occasione che tanto aspettava, fin dal suo arrivo in Italia, undici anni fa.

Tuttavia, appare probabile che Vivarini possa puntare su un tandem costituito da Brighenti e Antonini, col conseguente dislocamento di Scognamillo sulla mattonella sinistra: a sacrificarsi, allora, dovrebbe essere Veroli, appena rientrato. Difficile anche solo immaginare che ad accomodarsi in panca possa essere Scognamillo.

Il difensore di Porto Alegre offre, dalla sua, fisicità, puntualità nell’anticipo e stacco poderoso sulle palle alte. Questa, ad oggi, sembra l’idea più accreditata, ma è chiaro che il trainer di Ari eviterà di girare le carte nei prossimi giorni restando abbottonatissimo, potendo fare delle scelte in totale serenità.

 

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