Il Catanzaro continua a spingere e il Parma non sta certo con le mani in mano. In attesa dell’amichevole di domani pomeriggio, al “Ceravolo” contro il Sambiase (calcio d’inizio ore 14.30, con ingresso gratuito nelle due tribune laterali LEGGI QUI), anche i ducali oggi hanno effettuato un test, ospitando l’FC Lugano.
Gialloblu a valanga sugli svizzeri, per la cronaca, con il tabellino che recitava un eloquente 7-0: protagonista indiscusso l’attaccante Colak, autore di una tripletta.
Spinge il Parma, spinge il Catanzaro e alza l’asticella anche Andrea Ghion: sottoposto a nuova risonanza – che ha dato esito soddisfacente – il play mantovano intensificherà il lavoro personalizzato in questi giorni, per poi riprendere a lavorare a pieno regime insieme ai compagni dalla metà della prossima settimana (orientativamente da mercoledì).
Sullo sfondo, si auspica un riscontro positivo anche da Luca D’Andrea. Uscito prima dell’intervallo dal match con la Nazionale Under 20 per un fastidio al collaterale, per il talentuoso esterno giallorosso non dovrebbe trattarsi di nulla di preoccupante.
Vero è che, in ogni caso, sarà essenziale non lasciare niente di intentato e approfondire, per capire la reale entità del fastidio e dedurre se ci sarà o meno al “Tardini”.
Con ogni probabilità, nel corso dell’amichevole di domani verranno risparmiati Verna e Brighenti in via precauzionale, per il lieve riacutizzarsi di acciacchi pregressi ma, anche in questo caso, niente di particolare.
L’unica cosa, di “particolare”, che ha segnato la giornata odierna, è stata la luce irradiata dagli occhi di Pietro Iemmello, nel corso di un’intervista rilasciata a Sky Sport. Il capitano catanzarese si è raccontato durante un’intervista informale (e in abiti casual), anzi, una passeggiata sul lungomare, dove sono stati toccati più punti: il presente, la famiglia e soprattutto il futuro.
Di “seconda giovinezza” ed entusiasmo ritrovato ha parlato il numero 9, riferendo delle “farfalle nello stomaco” che prova da quando indossa la maglia della sua città. Nulla di paragonabile alle precedenti avventure, benché importanti: niente è come vivere e gioire in casa propria.
Poi, una battuta su un obiettivo futuro, ancora lontano, una volta appese le scarpette al chiodo: diventare allenatore, sull’esempio di mister De Zerbi, tanto apprezzato sul piano umano prima di tutto, non solo per il modo di intendere il calcio.