Il Catanzaro studia da grande. Perché, in verità, grande tra le grandi, lo è sempre stato.
Perché la sensazione che quello appena concluso sarebbe stato un anno transitorio, di passaggio dalla C alla B, c’è sempre stata. Una convinzione nei propri mezzi mai vacillata, che non ha conosciuto cali o momenti di flessione, nel rendimento e nei risultati. Insomma, era scritto.
Una volta ottenuta sul campo la matematica promozione, allora ci si è mossi per pianificare il futuro e pianificarlo “insieme“, come più volte ribadito da mister Vincenzo Vivarini, durante le settimane che poi hanno portato al suo rinnovo contrattuale, dopo un periodo che ha tenuto la tifoseria in apprensione, per questa faccenda.
Allora, come si suol dire, “chi ha tempo non aspetti tempo” ed il Catanzaro, in tal senso, ha dimostrato di saper giocare d’anticipo: la Serie B non “inizia” certo con la prima giornata di campionato ma con la fase progettuale, già in corso. Così, fintanto che si avvieranno i lavori di adeguamento del “Nicola Ceravolo” con l’auspicio che tutto possa andare a compimento non oltre cento giorni (accompagnato da un cauto ottimismo da Palazzo De Nobili), l’US studia tra le grandi, aggiornandosi, confrontandosi, al di fuori dei confini regionali.
A cominciare da coloro che occupano il vertice della società, in queste ore a Milano capeggiati dal vicepresidente Leone Luca Noto e dal dg Diego Foresti, per un confronto in Lega e per acclimatarsi, intanto, verso un ambiente lontano dai campetti di periferia e “strutture” in tubi innocenti che hanno caratterizzato la storia recente dei giallorossi.
In questa fase embrionale non rientrano, tuttavia, i primi appunti di mercato: se ne riparlerà tra qualche giorno, a bocce ferme. Eppure non ci si può non lasciare ingolosire da quello che l’attualità propone, con i playoff in C e in cadetteria: non è improbabile che il ds Giuseppe Magalini non stia annotando qualcosa sul suo taccuino.
Un taccuino che dovrà contemplare – al netto del regolamento – un totale di diciotto calciatori “over” più due classificati come “bandiera” (per la loro militanza nello stesso club per quattro anni consecutivi): tra questi dovrebbe ricadere capitan Martinelli, nonostante le lusinghe del Catania.
Il club siculo, dopo il ritorno tra i professionisti, brama un pronto riscatto, un’immediata risalita nel calcio che conta e per farlo allestirà, sicuramente, un organico capace di fare un sol boccone del torneo (proprio come il Catanzaro, in questa stagione). L’occhio strizzato all’esperto difensore delle Aquile (inseguito già nell’estate 2019 e poi sfumato) pare qualcosa di concreto.