È tornato e si è (ri)preso di diritto la scena, Dimitrios Sounas.
Archivio Autore: Cosimo Simonetta
I fatti confermano, ancora una volta, quanto preannunciato alla vigilia: non esistono più partite “alla portata”, partite “abbordabili”. Del resto, Vincenzo Vivarini era stato chiaro.
Nessuna amarezza da “smaltire” o metabolizzare per l’US Catanzaro che, a Messina, appena due giorni fa, ha visto interrompersi il ciclo di vittorie, stoppato sull’1-1 da un avversario arcigno e su un terreno ben oltre il limite della praticabilità.
Con una scarpa e una ciabatta, lo statuario difensore del Messina, Hèlder Baldè, si presenta in sala stampa e per lui è un debutto a telecamere accese, non sono sul campo.
Ha saputo far male, il Messina di Ezio Raciti. Colpendo ai fianchi (anzi, dalla fascia destra) il Catanzaro, alla prima (e forse unica) disattenzione, i peloritani strappano un punto contro la capolista.
Ci si attendeva un avversario consapevole delle proprie armi, su un campo ridotto a pantano sul quale poi, a conti fatti, è stato impossibile manovrare.
Il Catanzaro sciupa clamorosamente un’occasione andando a pareggiare in casa del Messina, su un terreno impraticabile.
Ad una cosa, in particolare, dovrà prestare attenzione l’US Catanzaro: a non sottovalutare l’ardore di una squadra ancora viva, seppur invischiata nella lotta per retrocedere.
Cominciamo dai numeri, impietosi per una sfida dal sapore antico, con una storica rivalità tra le tifoserie, tra l’altro: in casa Messina, alle 19.00 di ieri, il bilancio dei tagliandi staccati, a parte i 750 destinati agli ospiti, vedeva appena 400 biglietti per la Curva Sud e addirittura 63 per la tribuna centrale.
La vigilia di Messina – Catanzaro si apre con una notizia che addolora il mondo del calcio e gli sportivi in generale: è morto Carlo Tavecchio.