Comincia da Cremona “il secondo tempo” della vita di Davide Ballardini. Cinquantanove anni, tanta tanta Serie A (nel suo “cv” spiccano panchine a Palermo, Cagliari, Genoa e Lazio, con cui ha sollevato la Supercoppa Italiana nel 2009), il tecnico di Ravenna è ripartito dalla Cremonese, ereditando lo scorso gennaio in una situazione deficitaria ed una salvezza pressoché compromessa.
Nonostante la luce fioca della speranza fosse rimasta accesa finché non è giunta la condanna della matematica, la retrocessione dei grigiorossi non è da archiviare come fallimento del tecnico, il quale riparte con tanta “adrenalina ed emozione”.
Elementi indicati nel corso della conferenza stampa alla vigilia del match che la sua Cremonese affronterà domani sera, in casa, contro il Catanzaro.
Ma non è pensiero sul quale Ballardini dimostra di volersi focalizzare, parlando piuttosto di “curiosità e voglia di far bene”: nella testa c’è solo il Catanzaro, che si presenta come neopromossa motivata a dare filo da torcere.
“Giochiamo contro squadra i cui calciatori giocano insieme da due anni e mezzo. Il campionato di B insegna proprio che le squadre ben attrezzate, reduci dalla vittoria della Serie C, l’anno seguente, spesso, si piazzano nei primi posti – avverte il trainer della Cremonese -. Basti pensare a ciò che hanno fatto Bari o Sudtirol, per esempio. Il Catanzaro metterà in difficoltà tutti o quasi, in un campionato molto competitivo”.
Senza soffermarsi troppo sull’assetto tattico che predisporrà domani al “Giovanni Zini”, con diverse assenze tra infortuni e calciatori fuori dal progetto, Ballardini fonda il lavoro su “equilibrio e compattezza, con profondità del gioco per arrivare velocemente alla porta avversaria”. “Nella fase difensiva – elogiata da Vivarini (LEGGI QUI) – dobbiamo essere bravi a mantenere la squadra compatta, ‘corta’ e aggressiva”, aggiunge.
Un aspetto, tuttavia, accomuna Catanzaro e Cremonese: l’aver mantenuto lo scheletro della squadra. “Ci presentiamo con uno stato d’animo diverso – puntualizza l’ex tecnico genoano -. Noi arriviamo da una retrocessione, motivo per cui qualche nostro giocatore magari pensa di meritare la A e ciò potrebbe essere un rischio da valutare attentamente. Loro, invece, si approcciano a questa nuova dimensione con entusiasmo, perché sanno di poter essere protagonisti anche in B. Bisogna superare anche questa potenziale difficoltà”.