Adesso servono risposte, senza procrastinare. Bari e Catanzaro sono due chitarre accordate in maniera simile: organico composto da calciatori di livello assoluto (alcuni dei quali che poco hanno a che fare con la categoria) ma una collocazione di classifica non adeguata al loro valore.
Se si aggiunge che entrambi i club hanno rivoluzionato parecchio (calciatori, allenatore e direttore sportivo, con Magalini e Polito che hanno percorso la strada inversa) allora il quadro è completo.
A fare da contorno, due tifoserie illustri, senza dubbio meritevoli di altri palcoscenici. E lo dimostreranno anche al “San Nicola” i 707 supporters giallorossi che coloreranno il settore ospiti in un venerdì sera.
Insomma, gli elementi per trovare ulteriori motivazioni in Longo e Caserta non mancano di sicuro; tuttavia, si spera di assistere quantomeno ad una bella partita, con due squadre che “se le danno” e se la giocano senza tirarsi indietro e non ad un match contratto e soporifero, dove è prevalsa la paura di farsi male e la noia (vedi le trasferte di Cittadella e Salerno).
Il Bari viene da due pareggi, il Catanzaro ha vinto una sola volta, addirittura non ha mai segnato fuori casa e i segni “X” non si contano più.
Un altro passo falso potrebbe seriamente indurre il sodalizio di via Gioacchino da Fiore a fare delle deduzioni circa la posizione dell’allenatore, il quale continua a seminare fiducia e serenità nei suoi.
Ma non potrebbe essere altrimenti. Di fatto, le Aquile sono in cerca di quell’occasione per spiccare il volo e magari staccarsi da quel gruppetto di squadre a bassa quota, sebbene all’inizio sia normale un po per tutti radunarsi in pochi punti.
Ma quel che si chiede è una reazione, una prova positiva sul piano prestazionale, ed è per questo che, pur tenendo fede al 3-5-2, potrebbero variare alcuni interpreti nell’assetto giallorosso.
“So che, in questo gruppo fantastico – non smette mai di ribadire Caserta – chiunque possa fornirmi delle garanzie” (LEGGI QUI): e chissà che, tra i calciatori lanciati nella mischia, non vi sia La Mantia, in tandem con il capitano, rientrante dall’infortunio. Due nomi che – in forma e nelle giuste condizioni – farebbero impallidire difese avversarie anche di massima serie.
Non cerca alibi per i punti persi e le occasioni fin qui sciupate, Moreno Longo, il quale pretende, legittimamente, una gara votata all’aggressività contro “un Catanzaro capace di mettere assolutamente in difficoltà”, ha detto alla vigilia (LEGGI QUI). Eccetto lo squalificato Lella e l’infortunato Matino, il trainer torinese può sfogliare la margherita, potendo anche schierarsi a specchio, nel modulo.
Sistemi e tattica a parte, un eventuale pareggio, quindi, potrebbe risultare come un brodino tiepido per due compagini che necessitano di una sterzata drastica in questo campionato e le cinque gare che precedono la prossima noiosissima sosta (il Catanzaro giocherà tre volte fuori casa), dirà molto, dopodiché si potrà fare un primissimo bilancio, con un terzo di stagione andato.
Intanto, in questo friday night che vale l’anticipo della nona giornata, la sensazione è che la difesa giallorossa vedrà in Brighenti, Scognamillo e Bonini gli attori principali, davanti a Pigliacelli.
Ad agire da quinti, il rientrante Compagnon a destra e uno tra Situm e D’Alessandro (per il quale Longo si è esposto in elogi, ieri): difficile che il croato, determinante contro il Modena, possa accomodarsi in panchina.
In mediana, Petriccione, Pompetti e Koutsoupias, uno dei tanti ex della serata. In avanti, allora, potrebbe essere giunto il momento di La Mantia dall’inizio, al posto di Biasci.
Pittarello fa parte della comitiva, ma si è allenato col contagocce, così dovrebbe essere l’esperto attaccante ad assistere Iemmello.
Calcio d’inizio alle 20.30, arbitrerà Colombo di Como, che ritrova il Catanzaro dopo circa quattro anni (LEGGI QUI).
