Mario Situm ha un qualcosa di speciale, in sé. In campo è una forza della natura e quando prende pubblicamente la parola – nonostante un’aria apparentemente poco loquace – emana saggezza, fiducia, un’intelligenza fuori dal comune. L’esperienza del veterano, del leader, che quando parla fa riflettere.
Ai microfoni, il forte esterno croato, offre la sua chiave di lettura alla vittoria sul Monopoli, benché un tennistico 6-0 abbia poco da commentare. Ma le sue considerazioni, si estendono a tutta la settimana di lavoro appena archiviata dal Catanzaro: “Siamo coscienti della nostra forza, quella sconfitta per me non è una sconfitta – dice, alludendo all’1-0 di Viterbo – Per un gol da calcio d’angolo abbiamo perso la partita! Cos’è successo? Nulla, è il calcio! Capita di perdere una partita che, rigiocandola altre cento volte, in novantanove casi, si vince! Ci siamo presi qualche giorno per sistemare le cose e ora dipende da noi, siamo consapevoli ed è importante dimostrarlo sul campo”.
Con l’umiltà e la semplicità che lo contraddistinguono, Situm preferisce non avere la “palma di migliore in campo” del match: “Sono sempre a disposizione, ascoltando ciò che il mister dice, come tutti. Oggi è stata una gara particolare per me, quasi da terzino tutta fascia. Abbiamo fatto tutti una grande partita, contro un avversario che si è prestato all’uno contro uno con coraggio – ammette -. Ci aspettavamo una partita così, d’altra parte il mister l’ha letta e preparata bene e alla fine il risultato parla da sé“.
Non manca l’occasione per esaltare ciò che è la peculiarità di questo Catanzaro: il gruppo, l’affiatamento, il remare tutti insieme. “Il nostro è un sistema perfetto, che funziona con un’idea comune nella quale ognuno si mette a disposizione senza mettere davanti il proprio ego – sostiene l’esterno di Zagabria -. Chiunque fa il suo, ormai la nostra è una squadra che ha giocate quasi automatiche. Anche chi sta in panchina ha tantissimo merito, perché spinge la squadra, soprattutto in allenamento. Queste cose dall’esterno magari non si vedono, ma è così. E se manca qualcuno dei cosiddetti ‘titolari’, chi subentra è anche più forte”.
Parole da vero trascinatore, che si lancerebbe nel fuoco a difesa dei compagni. Ma qual è, allora, la ricetta che il Catanzaro deve seguire per portare la nave in porto? Assolutamente nessuna, ma lo si sapeva già: “Dobbiamo solo fare il nostro, tranquilli, è semplicissimo! Sarebbe bello se chiudessimo il prima possibile questo campionato, ma non c’è ansia – rivela Situm -. Stiamo godendo al massimo questo momento, c’è una bellissima atmosfera tra noi, ogni giorno ci divertiamo, allenandoci ad un livello altissimo. È tutto in mano nostra, ma questa è una squadra matura, quindi sono fiducioso, tranquillo e contento di essere parte di questo gruppo. Dobbiamo vincere le dieci partite che mancano, a prescindere da tutto, perché la nostra è una squadra che non ha limiti”.
“A nessuno piace perdere, anzi, avremmo meritato di vincerle tutte – conclude, riferendosi ai pareggi fin qui colti, a parte la sconfitta – ma nel calcio non si sa mai cosa succederà domani. Noi facciamo il nostro mestiere, stiamo dando tutto e Dio ci sta restituendo il massimo”.
Come può una squadra dotata di uomini del genere, non centrare l’obiettivo?