Pochi giorni per preparare la partita, tante indicazioni positive, in eredità dallo “Stirpe”: trasferta ostica, anzi, difficile, contro un avversario assetato di punti salvezza. Insomma, non era facile per il Catanzaro uscire indenne da Frosinone, per questo il punto ottenuto fa comunque cassa, nell’economia generale.
Domani sera, al “Ceravolo”, arriverà una squadra che vive una condizione di classifica diversa dai ciociari: il Cittadella ha indubbiamente meno affanni, visto il terreno recuperato dall’arrivo di Alessandro Dal Canto, un ex della sfida.
Una compagine agguerrita, “in salute”, per stessa ammissione di Fabio Caserta, soprattutto dopo aver espugnato Pisa, non uno stadio qualunque: “Troviamo un Cittadella in salute, che ha ottenuto dieci punti nelle ultime quattro trasferte e non prende gol da tre partite – annota il tecnico dell’US, alla vigilia -. Sul piano fisico è tra le formazioni migliori del campionato”.
“Ogni anno, molti prevedono un Cittadella in difficoltà – continua – ma in realtà non molla mai! Ha il ‘pedigree’ di chi fa sempre campionati d’alta classifica e i playoff centrati in passato ne sono la prova”.
In attesa di Compagnon (auspicabile un rientro la prossima settimana) e con Buso pronto a tornare in distinta, il Catanzaro ritrova Petriccione, perno della regia: “È fondamentale nel dare le geometrie, non vi sono altri elementi con le sue caratteristiche, ma è altrettanto vero che, chi lo ha sostituito, ha fatto bene”, specifica il mister, dai microfoni del Poligiovino.
“Certo, senza di lui perdiamo un po’ di qualità, però con altri magari recuperiamo dinamismo”, osserva, alludendo a Pagano, che a Frosinone ha performato alla grande, fornendo anche l’assist a Quagliata. Assente sicuro, in quest’anticipo della 26^ giornata, Antonini: scelte obbligate nel terzetto arretrato.
C’è un fattore, tuttavia, che sta “scarseggiando”: le reti di chi si è avvicendato come partner di capitan Iemmello. “Effettivamente mancano i gol degli altri attaccanti ma sul loro impegno non posso dire nulla. Anzi, quando si cerca con insistenza il gol, paradossalmente, si fatica di più, ma sono certo che si sbloccheranno”, dice.
“A Frosinone, infatti – continua -, nel primo tempo abbiamo prodotto tanti cross specie dalla corsia di Cassandro. Occorre migliorare nell’impattare in area, per questo conviene cercare l’uno contro uno sulla fascia e mettere palla in mezzo”, ammette Caserta, dando risalto all’importanza di Biasci nel progetto: “Per me è indispensabile e se l’ho tenuto fuori, a volte, è stato solo per scelta tecnico-tattica“, afferma.
In ogni caso il trainer melitese si compiace dei progressi del gruppo: “I ragazzi sono cresciuti sul piano fisico, non solo nel conoscersi tra loro, quindi sono contento che tutti si facciano trovare sempre pronti – sostiene -. Allora poter scegliere per me è sicuramente un vantaggio”.
Su chi reciterà la parte d’attore principale contro il Cittadella, vi sono pochi nodi da sciogliere, ma l’allenatore delle Aquile si guarda bene dal girare le carte: “Ci sarà ballottaggio in tutti i reparti, a parte la difesa, non solo per chi sarà la spalla di Iemmello”, avverte.
Di conseguenza, Caserta redarguisce chi crede la salvezza sia obiettivo virtualmente chiuso: “Ci accingiamo alla parte più difficile della stagione, perché si delineano la classifica e i valori delle squadre – avvisa con vigore -. Non dobbiamo commettere l’errore di porci altri obiettivi, ma pensare alla singola partita”.
“La gara di domani sarà fondamentale, potrà darci una ‘fetta’ di salvezza e magari poi si potrà ragionare su qualcosa di diverso – aggiunge -. Ma ci sono ancora tanti punti in palio e la B dimostra che ogni risultato, positivo o negativo, può cambiare visione delle cose“.
Dal Veneto, nel frattempo, il collega Dal Canto si spende in elogi per Iemmello definendolo “il miglior finalizzatore degli ultimi dieci anni in B” (LEGGI QUI). E Caserta non può che congiungersi a questa affermazione: “I numeri parlano chiaro, è un lusso per la categoria e abbiamo la fortuna di averlo con noi, eppure ancora c’è chi lo vede ‘camminare’ durante la partita“, rimarca, con ironia piccata -.
“Chi gioca contro, pensa prima a limitare il suo raggio d’azione, è chiaro – conclude -. Per me è tra gli attaccanti più forti che abbia allenato, come Lapadula, Sau o Tutino”.