Quanto visto oggi ha ampiamente smentito le parole di mister Colucci della vigilia, che sanno tanto di proclami.
In vista della delicata trasferta di Catanzaro, il tecnico della Juve Stabia aveva annunciato di volersela giocare, di “andare a prendere in avanti l’avversario” secondo il suo credo. Insomma, “le ultime parole famose”: nulla di tutto ciò, alla fine è 2-0.
La Juve Stabia, mai pervenuta in attacco nelle poche volte in cui ha superato la metà campo, si è acquartierata sul limite della propria area con cinque uomini, limitandosi a fare ostruzionismo e falli oltre il limite del consentito. La peggiore squadra vista fin qui al “Nicola Ceravolo”: finanche Picerno e Latina, ad esempio, pur avendo subito una goleada, se non altro avevano provato ad approcciare il match contro le Aquile col piglio volitivo, creando qualche pericolo. La Viterbese stessa, la scorsa settimana, ha fatto la sua onesta partita. Della Juve Stabia vista questo pomeriggio, invece, non si salva nulla: una squadra in cerca di una sua identità, specie dopo l’involuzione della manovra palesata contro gli uomini di Vivarini. Basti pensare che, una volta insaccato il penalty di Iemmello, al Catanzaro è bastato gestire agevolmente e senza affanni, fraseggiando in totale tranquillità poiché le Vespe, in inferiorità numerica, non hanno mai realmente punto.
In sala stampa, Leonardo Colucci traccia la propria personale analisi: “Primo tempo contraddistinto dal vento, facevamo fatica a superare la metà campo. L’impeto e l’aspetto fisico devono prevalere ancor di più quando si affronta un avversario più forte – osserva -. Bisogna lavorare sulla costruzione, perché manchiamo dal punto di vista individuale, perdiamo i duelli. Però ancor prima, si dovrà lavorare sull’aspetto caratteriale, sull’orgoglio, sulla voglia. Io sono un passionale, esigo il sangue negli occhi. Io da calciatore ho giocato e vinto contro Zidane, pur essendo un giocatore modesto”, aggiunge l’ex Bologna e Verona, riportando questo personale aneddoto per rendere l’idea di quanto l’emotività, talvolta, possa assottigliare il divario tecnico. Invece, i suoi ragazzi, sono stati assenti ed il tecnico pugliese rincara la dosa: “I giovani devono crescere in fretta”.
Telegrafico, poi, nel commentare l’episodio del calcio di rigore: “Il Catanzaro è di per sé una squadra forte, non ha bisogno di certi episodi – sostiene Colucci -. Il rigore non c’era assolutamente, questa presunta spinta è avvenuta fuori area”.