Estate 2006. Mentre il Paese festeggia l’incredibile vittoria al Mondiale tedesco della Nazionale di Lippi, la Catanzaro sportiva sprofonda nel dramma del fallimento, dopo la retrocessione. Le strade dell’Effecì Catanzaro che stava nascendo dal Lodo Petrucci e di Alberto Cavasin stavano per incrociarsi, dopo l’esperienza da calciatore giallorosso nella stagione 1982/83, in Serie A.
Appena una fase interlocutoria, il tempo di qualche telefonata con le figure che sembrava dovessero comporre l’organigramma della neonata società. Poi non se ne fece nulla: l’FC Catanzaro, dopo aver delineato l’assetto societario, puntò su Lele Domenicali mentre il tecnico trevigiano restò senza panchina qualche mese, per poi accettare la chiamata del Messina e subentrare a Bruno Giordano, guarda caso alla guida del Catanzaro (per una breve parentesi) un anno prima.
In esclusiva sulle colonne di TuttoC, Alberto Cavasin si espone in merito all’attualità del Catanzaro Calcio, lanciato verso l’obiettivo, dando la sua chiave di lettura: “Il Catanzaro è squadra da categoria superiore ed è merito di Vivarini e dei calciatori. Tuttavia, alle spalle vi è una società che opera bene”, ha detto l’ex allenatore del Lecce.
Stando al parere di Cavasin, eventualmente l’US non avrà l’assillo di cambiare molto, ma assestare qualche innesto, in caso di Serie B: “Una squadra promossa in B, con qualche giocatore discretamente importante (giusto due o tre), può essere competitiva, specie una squadra come il Catanzaro che ha dominato il torneo”, asserisce il tecnico, citando alcuni club che hanno fatto il doppio salto, in virtù dell’organizzazione e delle qualità di cui disponevano.
Un auspicio che, con i dovuti e legittimi scongiuri, i supporters delle Aquile accolgono.