Che Eugenio Corini si senta in discussione, non è dato saperlo. O meglio, a sentir parlare il tecnico, non è pensiero che possa turbarlo, apparentemente. Ma sappiamo bene che, dietro alle frasi di rito, il tecnico del Palermo non senta proprio salda la sua panchina. Una sola vittoria nelle ultime sei partite e il pareggio di Terni, non rappresentano proprio un bottino ragguardevole, per una città che sogna in grande – e ha ragione – e pretende una situazione all’altezza delle proprie ambizioni.
Vero è che il Palermo, attualmente, cono 24 punti in classifica, occupa tutto sommato una buona zona di classifica – in piena zona playoff – ma le ultime, balbettanti, prestazioni dei rosanero, impongono una netta virata: insomma, contro il Catanzaro, domani sera, i siciliani saranno chiamati a dare delle risposte concrete, in primis il timoniere. E, tra l’altro, l’US (a pari punti) è di certo un cliente scomodo.
Quel che è sicuro, è che Corini ha una missione da portare avanti: riconquistare la gente, ricostruire un rapporto di fiducia tra squadra e un pubblico spazientito, che rischia di “appassire”. “Ci stiamo confrontando con una realtà che non vorremmo vivere, ma con prestazioni e risultati si può creare l’ambiente giusto”: questo è il monito (o l’auspicio) lanciato dai microfoni dal tecnico, alla vigilia.
Venendo all’aspetto squisitamente legato al campo, l’ex capitano dei rosanero trae gli spunti positivi della trasferta di Terni, sebbene non siano arrivati i tre punti: “Vogliamo dare continuità alla prestazione e alla reazione di Terni, purtroppo non distribuita su tutta la partita, con grande applicazione e passione – dice -. Ci sarà una squadra combattiva, che lotta“, annuncia Corini, il quale da circa due mesi deve fare i conti con l’infermeria, che ha tolto via risorse importanti. Il Palermo ad inizio stagione aveva vinto diverse gare proprio grazie alla panchina, nei minuti finali, e l’aver pagato dazio anche con la sorte e gli infortuni ha generato “un calo complessivo su vari piani, che ha portato a questo trend”. Un momento non facile, verso il quale il collega Vivarini, da par suo, ha esposto “massimo rispetto e attenzione” (LEGGI QUI).
Recuperato Di Francesco, con il dubbio Lucioni (l’esperto difensore ha svolto solo la rifinitura, causa febbre), l’allenatore ammette di non sentirsi stupito qualora il Catanzaro proponesse l’atteggiamento saggio e guardingo messo in campo nel derby contro il Cosenza, cioè abbassando il proprio baricentro, lasciando il possesso per colpire in ripartenza: “Quello del Catanzaro è un percorso che parte da lontano e passa dal campionato meraviglioso dello scorso anno. Ha portato lo stesso entusiasmo in questa categoria e sta facendo molto bene – osserva -. Anzi, l’entusiasmo manifestato nel derby, nonostante fosse reduce da tre sconfitte, certifica una condizione di leggerezza che rende liberi mentalmente nelle giocate, con un ambiente che supporta sempre. Affronteremo un avversario tosto, che ha delle qualità“.
A chi lo incalza circa malumori e liti nello spogliatoio, il tecnico lombardo dimostra di aver imparato bene il siciliano, nel corso degli anni, rispondendo seccamente “minch*ate!” e, interpellato in merito ad una probabile mancanza di serenità (anche sul piano personale), Corini parla di connessione tra le componenti allenatore/squadra: “Sono consapevole delle energie che implica il mio ruolo e cerco di trasmetterle ai miei giocatori per uscire da questa situazione – rivela -. Sento l’appoggio dei ragazzi e della società, ma in questo momento dobbiamo accettare questo sentimento di delusione dei tifosi“, aggiunge.
Tornando ad analizzare, dunque, il percorso fin qui portato avanti dai giallorossi – che al “Barbera” arriveranno con oltre mille tifosi al seguito – il tecnico rende merito alla reazione avuta dal Catanzaro contro il Cosenza: “Obiettivamente, tre sconfitte consecutive possono togliere qualche certezza. Il Cosenza ha fatto un’ottima partita, ma è stato molto bravo il Catanzaro a trovare l’1-0 su un primo contrattacco e, fra virgolette, a fare una partita votata più su contenimento e contrattacco, ripartendo con velocità – sottolinea -. Ha vinto con una caratteristica diversa rispetto a quelle predisposte di norma, ma ha il gusto del gioco, quindi mi aspetto la squadra che ha sviluppato le partite con quel tipo di atteggiamento e, in certi momenti, preferisca aspettare per ripartire velocemente”.
Insomma, per Corini ultima chiamata o quasi: “Le difficoltà ci sono, ma bisogna affrontarle da uomini, a testa alta, guardandoci negli occhi”.