“Con pazienza sono emerse le qualità”: Vivarini nel post-gara

De Sanzo Vivarini Gelbison

Nulla potrà mai smuovere Vivarini, esponendolo a facile entusiasmo o reazioni eclatanti.

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Non andrà mai al di fuori del seminato, il tecnico del Catanzaro, nell’analisi e nelle dichiarazioni, sempre lucido, composto e oggettivo. Il 3-0 maturato sulla Gelbison dell’ex giallorosso De Sanzo, non induca ad interpretazioni equivoche: non è stata proprio una “passeggiata” per i giallorossi, perlomeno finché non si è sbloccato il risultato. In altri tempi, nella scorsa stagione, si sarebbe faticato e non poco a trovare la chiave di volta.

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Nell’iniziare la sua disamina ai microfoni, nel post-gara, mister Vincenzo Vivarini non vuole concentrarsi sulle prestazioni dei singoli, anzi, non manca di fare qualche annotazione. Iemmello? Avrebbe potuto far meglio in alcune situazioni, magari su qualche pallone – osserva l’allenatore -. Abbiamo portato rispetto verso un avversario che aveva un modo di giocare ben definito e ci ha creato problemi sotto l’aspetto tattico, arrivando prima sulle seconde palle e costringendoci ad allungarci e a perdere campo e ciò ha causato un dispendio maggiore. Abbiamo risposto con un buon piglio, attenzione tattica, senza sbavature”, analizza, ponendo in evidenza quando preannunciato non solo ieri, ma da inizio stagione: ogni squadra creerà insidie.

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Risaltando l’incessante sostegno del pubblico (poco più di 5mila i presenti al “Ceravolo”, sotto la pioggia), Vivarini passa in rassegna il modus operandi della Gelbison Cilento, squadra organizzata e per nulla semplice da fronteggiare. E lo si è visto nel primo scampolo di match: “Nel primo tempo ci hanno pressato con un’intensità e una cattiveria che difficilmente si riscontrano in altre squadre e ciò non ci ha certo consentito di giocare in modo arrembante – ammette -. Ma abbiamo avuto la pazienza e le qualità per riuscire a venir fuori dalle loro aggressioni”.

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Altro avversario arduo da contrastato, il terreno reso appesantito dalla pioggia fitta che si è abbattuta prima e durante il match. Ciononostante il Catanzaro ha mantenuto i principi cardine, fraseggiando e giocando molto la palla: “In avanti vi erano spazi, ma non era possibile trovare palla libera per come aggrediva la Gelbison – continua il trainer abruzzese -. Con la pazienza nel pescare l’imbucata siamo riusciti a creare tantissimo segnando tre gol. Ma anche l’avversario ha costruito due situazioni che potevano tramutarsi in altrettanti gol se Fulignati non fosse uscito”

Elogiando l’arbitro Centi di Terni per una conduzione di gara definita all’altezza della situazione (“ha diretto in modo maschio, lasciando correre, con serenità, concentrato e deciso”, dice il mister), nota stonata l’infortunio di Sounas, uscito nel primo tempo a causa del riacutizzarsi di un affaticamento all’adduttore, sulla cui entità saranno decisivi gli esami a cui si sottoporrà il greco nelle prossime ore. Al suo posto, Biasci, tenuto inizialmente in panchina per consentirgli di rifiatare dopo la gara di Coppa, culminata coi supplementari. Cambiando l’ordine degli addendi, la somma non cambia: “Chiunque entri, la squadra resta strutturata per un determinato tipo di calcio, per quei principi – sostiene Vivarini -. Le soluzioni devono essere varie, però l’importante è mantenere una nostra filosofia e lo stesso modo di stare in campo”.

Ha parlato molto di pazienza e solidità, il tecnico, così come umiltà e concentrazione sono essenziali nelle partite: su questa linea di ragionamento, Vivarini prende spunto per fare un passo indietro al passato, facendo il raffronto tra il presente e ciò che non funzionava prima. L’anno scorso mi avvelenavo, perché quando si faceva un gol cambiava l’atteggiamento, si smetteva di giocare e ci si chiudeva – rivela -. Ho lottato sul migliorare questo aspetto per tutta la durata dell’anno. Anzi, mi resta il cruccio per la semifinale persa, perché al Padova potevamo fare tre/quattro gol, invece abbiamo gestito l’1-0 e ci è costato caro. Quell’esperienza ci ha insegnato che bisogna giocarsela sempre, senza speculare. Se siamo capaci di fare altri gol, perché rinunciare?! Ho affrontato questo discorso proprio a inizio anno”.

Il Catanzaro, ad oggi, mentre ci si accinge verso la fine del girone d’andata, pare aver incamerato questo spirito. Metabolizzati questi tre punti, da domani la testa sarà rivolta al Pescara in quello che, pur non sancendo nulla sull’obiettivo finale, darà risposte emblematiche per la lotta al vertice.

 

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