La pelle leggermente abbronzata e il clima torrido di un mezzogiorno d’agosto, potrebbero indurre in equivoco, portando il pensiero alle ferie, alle vacanze, al mare: no, il Catanzaro è a lavoro da settimane.
Ad onor del vero, i vertici societari fondamentalmente non hanno mai staccato la spina, affaccendati sul fronte dei lavori allo stadio e sul mercato.
La squadra, lo staff, tutti impegnati sul campo. Perché è già tempo di dare parola al campo, dopo le indicazioni e i riscontri emersi in queste prime sgambate pre-campionato; indicazioni non positivissime, tuttavia, poiché qualcuno ci ha rimesso le penne, come Iemmello e Biasci al momento ai box, oltre ad Ambrosino – reduce da un disguido muscolare – fresco di tesseramento. Insomma, il reparto avanzato, quasi interamente, è incerottato.
Parola al campo, quindi e, di conseguenza, parola al mister, perché domani il Catanzaro è atteso dal Turno Preliminare di Coppa Italia, contro il Foggia, sul neutro di Vibo. Concentrato, garbato, mite, distinto: Vincenzo Vivarini è sempre lui.
Il tecnico di Ari, allora, si espone ai microfoni di via Gioacchino da Fiore per la prima volta, in questa stagione, estendendo le sue considerazioni al di là della partita stessa, com’è ovvio che sia: “Siamo agli inizi, ma siamo già proiettati alla prima di campionato, perché l’obiettivo è arrivarci bene. In queste due intense settimane di ritiro a Cascia abbiamo conosciuto i nuovi – sostiene l’allenatore – Ragazzi interessanti, con grosse potenzialità individuali, su cui si lavorerà dal punto di vista tattico. Stiamo immettendo tante idee, soluzioni di gioco e questo è emerso nelle partite amichevoli disputate“.
Un occhio, inevitabile, a quelle che sono le dinamiche di mercato, che per la Serie B (al di là del caos generato dai ricorsi, a fare da cornice), viaggia su binari diversi dalle altre categorie: “In questa fase le trattative vanno per tutti a rilento – spiega Vivarini – specie in B, per situazioni particolari da monitorare giornalmente, quindi la chiusura è ancora lontana”.
In tal senso, il trainer delle Aquile non ha da crucciarsi, poiché è fondamentale partire da un base solida: “Abbiamo totalmente mantenuto l’impianto dell’anno scorso, votato ad avere la capacità di dominare il gioco e ciò lo si è visto ad esempio con la Fiorentina, anche nella gestione della palla in una partita che si presentava come proibitiva – annuncia -. Obiettivo di quest’anno è avere capacità di avere pallino del gioco con efficacia, lavorando meglio sulle transizioni, con superiorità numerica sotto palla e divertire il pubblico. Stiamo cercando di consolidare quanto fatto l’anno scorso, aggiungendo meccanismi difensivi più adatti al campionato e soluzioni maggiori per avere ancor più la sicurezza del palleggio. Manterremo gli stessi principi di sempre, quindi”, garantisce.
Passando in rassegna, uno ad uno analiticamente, i profili dei volti nuovi, Vivarini sgombera il campo circa l’eventuale perplessità sulla solidità dei giovani arrivati, evidentemente privi di quella “scorza” che serve in determinate categoria, ma è comprensibile: “In Italia vi è una concezione errata dei giovani e io, nel corso della mia carriera, ho fatto esordire tanti ragazzi che ora giocano ad altissimi livelli. Dovevamo ringiovanire la rosa per attenerci alle regole della cadetteria, ma abbiamo preso dei talenti e ora tocca a noi farli esplodere, farli uscire dal guscio, esaltarli, senza lanciare la croce addosso a qualcuno di loro, al primo errore – avverte il mister -. Così facendo, avremo freschezza e qualità superiore ad altri, ma serivrà pazienza e capacità di gasarli, per dargli forza”.
Tornando all’impegno di domani, contro i satanelli rossoneri, Catanzaro già con la coperta corta, viste le defezioni: “Indipendentemente dagli assenti, non siamo ancora la squadra consolidata e quadrata che vorrà presentarsi alla prima di campionato – osserva -. Sì, siamo in emergenza in avanti, perché domani contro il Foggia non avremo una punta di ruolo. Solo Curcio e Bombagi sono a disposizione, perciò potremmo adattare Sounas o qualcun altro. Dovremo essere bravi, come sempre, a fare di necessità virtù”.