Dal Catanzaro a Catanzaro. Il bizzarro calendario asimmetrico ripropone l’incrocio tra Aquile (rosanero e giallorosse), che aveva avuto luogo neanche due mesi fa. Eppure, da quel momento, sembra passato tanto tempo: il Palermo si è dato il colpo di reni col quale risalire e riappropriarsi della propria identità.
La ripresa è stata latente, costante e ha condotto i siculi a trentacinque punti in classifica, esattamente a due lunghezze sull’US. Da quel venerdì 1 dicembre una sola sconfitta, contro il Cittadella, ad eccezione della quale gli uomini di Eugenio Corini hanno inanellato tre vittorie e due pareggi ed una notevole continuità prestazionale: non male per una realtà prestigiosa del Mezzogiorno, ma ancora “troppo poco” per chi ha l’ambizione – legittima – di tornare in massima serie e ritagliarsi lo spazio che merita.
Il 4-2 scritto nella sfida col Modena, lo scorso weekend, restituisce una squadra ulteriormente rinvigorita e consapevole, con una qualità che va oltre l’aspetto tecnico-tattico: il Palermo ha un gruppo volenteroso, un gruppo che lotta e non molla mai. Di questo aspetto non marginale, dovrà necessariamente tener conto Vivarini.
Dopo l’1-2 del “Barbera” incassato dai giallorossi, il successivo pareggio di Parma ha lanciato un messaggio chiaro: il Palermo può giocarsela con tutti, per le posizioni importanti. “Abbiamo giocato quella partita in un momento oggettivamente particolare, ma nel primo tempo, al di là del gol preso prima dell’intervallo, avevamo giocato con aggressività, risultato anche pericolosi. Il 2 a 0, poi, ha generato uno sbandamento mentale di quindici minuti, ma anche in una gara molto difficile come quella abbiamo dimostrato di saper reagire“, dice mister Corini, partendo dal match d’andata nel fare la sua analisi in conferenza stampa.
Sembrava sulla graticola Corini, e un’altra sconfitta forse gli sarebbe stata fatale; il trainer bresciano, però, si è rimboccato le maniche (espressione utilizzata dal collega Vivarini, nell’immediato post-Feralpisalò LEGGI QUI) e ha corretto il tiro, beneficiando di uomini di assoluto valore, come il capitano Brunori. Il bomber, però, sarà assente al “Ceravolo” venerdì. Elemento che certo non mancherà in questa trasferta, il calore di un settore ospiti gremito di cuori rosanero, “ennesimo atto d’amore da ripagare con prestazione e risultato”, sottolinea a tal proposito l’allenatore dei palermitani.
Sereno nel poter pescare valide alternative in avanti, disponendo di un parco attaccanti di enorme qualità, il tecnico ai microfoni scandaglia le situazioni tattiche su cui il Palermo si è concentrato in questa settimana corta, specie le posizioni e le marcature sui cross.
Aprendo ad un possibile impiego del neo-arrivato Ranocchia (giunto dalla Juve a titolo definitivo), l’ex centrocampista del Chievo piuttosto elogia il percorso dell’avversario: “Mi ero già espresso sul Catanzaro, per me la sorpresa del torneo – ribadisce -. Una squadra arrivata da una C stravinta, che ha dimostrato di portare la propria attitudine anche in una categoria diversa. Sta facendo un campionato di livello ed è in zona playoff, pur avendo alternato vittorie e sconfitte”.
Poi, una battuta sulle due squadre, accomunate dal subire quasi quanto producono: “Sul piano dell’equilibrio non è proprio la partita giusta – scherza -, anche noi abbiamo dimostrato di far gol e subirne! Mi aspetto due squadre che proveranno a giocarsela e superarsi“.
Importante per il Palermo, quindi, saranno i nervi e la concentrazione: “Dobbiamo lavorare sull’avere quell’attenzione in più perché abbiamo le qualità per far male – osserva -, ma occorre predisposizione al sacrificio, oltre ad una buona fase di non possesso. Elementi che potranno fare la differenza sull’esito della partita”.
Ma qual è l’obiettivo che si prefissa Corini, in vista del match di venerdì sera? “Sicuramente non voglio rivedere i quindici minuti dopo il 2 a 0 dell’andata – avvisa -. La squadra aveva subito il contraccolpo psicologico e quando accade ciò non ci si ritrova più. Però la forza dei ragazzi, in quel momento, è stata rimanere nella partita comunque, con resilienza, elemento fondamentale in un campionato nel quale l’inerzia della gara cambia totalmente con un’azione”.
“Avere equilibrio e forza, porta a reggere l’urto di tutte le difficoltà di una partita – riflette Corini -. Questa squadra di botte ne ha prese, ma riesce a rimanere in piedi“.
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