Non è certo il caso di porre le caldarroste sulla griglia prima di accendere il fuoco, ma a Palermo la scorta di pazienza è davvero residua. Pazienza “ad interim”, nei confronti del tecnico, nei confronti della squadra, perché una piazza blasonata (e una proprietà tra le più forti al mondo, se non la più solida) avrebbero immaginato altro scenario a ridosso della fine del girone d’andata.
Invece i rosanero ondeggiano in un “anonimo” (con tutto il rispetto) posticino playoff, benché la classifica possa cambiare in un battibaleno se si imbocca la strada giusta. Ma bisogna volerlo, il Palermo deve scacciare i fantasmi spuntati fuori dopo la sconfitta di Carrara e magari ripartire da quanto di buono fatto contro lo Spezia, due settimane fa, per fronteggiare al meglio un Catanzaro reduce da una vittoria rivitalizzante.
È ciò che si aspetta Alessio Dionisi, il quale ha invocato un “bagno d’umiltà” lo scorso weekend (“vale per tutti, me compreso”, puntualizza l’allenatore), senza celare la propria amarezza, sottolineando soprattutto quanto non serva – nella vita e nello sport – attendere la manna dal cielo.
“È stata la prestazione più brutta da quando sono a Palermo”, specifica da subito mister Dionisi, tornando sulla sconfitta in casa della Carrarese. Perché per proiettarsi al Catanzaro si è reso necessario immergersi nella negatività generata da quel capitombolo (“ad oggi unica vera nota stonata”, sottolinea il tecnico) e voltare pagina. Perlomeno, l’auspicio è questo in casa rosanero.
“Abbiamo macchiato quel trend di prestazioni positive che stavamo scrivendo, facendo non uno, bensì ‘tre’ passi indietro”, ammette alla vigilia Dionisi, ripartendo allora da una prova offerta “a marce ridotte”, cosa imperdonabile in cadetteria.
Una performance “non da Palermo degli ultimi due mesi”, per cui “la risposta migliore può darla solo il campo“, annuncia: “Parlare non serve più, serve dimostrare, ma possiamo riscattarci“, sostiene con vigore Dionisi, ripercorrendo ai microfoni la settimana trascorsa in ritiro su disposizione della società.
Al “Renzo Barbera” il Catanzaro che avverte il vento in poppa dopo la vittoria stoica contro il Brescia. Rispetto e stima – soprattutto per il collega, Caserta – ma nessun timore dell’avversario.
“Affronteremo una squadra che gioca bene e ha perso meno gare di noi, ha segnato di più ed è allenata da un allenatore bravo che mi fa piacere ritrovare – rivela -. Io e Fabio Caserta abbiamo un percorso simile! Insomma, rispetto il Catanzaro, ma domani dovremo veramente essere una squadra di B che vuole il risultato, aggressiva nei duelli. Serve andar forte di testa e di gambe”.
Senza anticipare nulla su ciò che riguarda l’assetto o gli interpreti, Dionisi dovrà fronteggiare l’assenza di Diakite, che si aggiunge ai lungodegenti Gomis e Blin, oltre a Saric e Pierozzi. Ma sull’impiego o meno di Brunori dall’inizio, il trainer toscano glissa.
Novità che va ad aggiungersi al match (calcio d’inizio domani alle 15.00), il cambio della direzione di gara: a dirigere l’incontro non sarà più l’omonimo Dionisi, ma Ruben Alberto Arena di Torre del Greco.
“Mentre noi viviamo una fase indubbiamente al di sotto delle aspettative, da Catanzaro percepisco tanto entusiasmo, specialmente dopo una vittoria colta al 98′ e in quel modo, sotto la pioggia! La spinta è diversa – aggiunge – ma noi non dobbiamo piangere sul latte versato, semmai essere coraggiosi e arrabbiati“.
Per Alessio Dionisi, dunque, Palermo-Catanzaro è a tutti gli effetti “uno scontro diretto“: i siculi vorranno arrivarci con la stessa carica con cui l’allenatore ha lanciato quel “forza Palermo sempre!” dai microfoni, chiudendo la conferenza stampa.