Momento di festa, di liberazione, di gioia.
Lo stadio Arechi di Salerno diventa teatro di emozioni, tutte giallorosse. Emozioni da esporre pubblicamente, ai microfoni, davanti una telecamera, in conferenza stampa. Un contesto nel quale, di norma, si tiene un atteggiamento abbottonato, diplomatico, anche formale.
Ma la vittoria sulla Gelbison, che ha regalato matematicamente la promozione in B, non può non consentire di svestirsi da ogni patina di formalità e lasciarsi andare. Lasciarsi andare a lacrime, sorrisi, goliardia, anche riflessioni profonde.
In sala stampa, allora, si presentano Iemmello, capitan Martinelli ed il direttore generale Foresti. Tre pilastri, simbolo del progetto, simbolo della rinascita.
Prende parola colui che è stato, sempre, nella cabina di regia del progetto, il dg Diego Foresti: “Questo è il coronamento di tre anni durissimi, durante i quali ci sono stati momenti difficili, ma ci abbiamo sempre creduto – osserva Foresti -. Ringrazio la proprietà per avermi dato la possibilità di lavorare in maniera eccezionale. Una stagione così non nasce dal nulla, ma da tanto lavoro. Per noi la cosa più importante è aver reso felice il popolo giallorosso”.
Il dirigente bergamasco, quindi, prosegue: “È una rivincita. Padova è stata una serata che ci rimarrà dentro comunque a livello negativo. Dalle sconfitte si può ripartire e creare quello che ha creato quest’anno. Vincere a Catanzaro, vale il doppio, è come vincere cinque campionati consecutivi da qualsiasi altra parte”, dice riepilogando gli anni passati, fin dal settembre 2020. “L’arrivo di Vivarini indubbiamente ha portato qualcosa in più”, ammette Foresti, il quale lancia un messaggio forte e carico di emozione: “Sono fieramente catanzarese“.
Chi fieramente catanzarese lo è da sempre, è Pietro Iemmello, figlio di questa terra, che non ha trattenuto le lacrime, in campo: “Un’emozione indescrivibile vincere così, in questo modo, con questo pubblico che io stuzzicavo perché sapevo potesse arrivare a fare questi numeri in trasferta – rivela il numero 9 -. Un risultato che nasce da Padova, ma soprattutto dall’arrivo di Vivarini, il quale ha creato basi importanti con un gruppo già forte”.
Lo “zar”, quindi, analizza: “Dopo Padova è scattato qualcosa in noi che ci ha fatto capire quanto fossimo forti, uniti. Chi è reduce da Padova è stato bravo a trasmettere entusiasmo a chi è arrivato dopo e chi è arrivato è stato bravo a seguire la scia dell’entusiasmo”. Poi, parole da tifoso vero: “Ricordo cosa si è vissuto qui, in questa piazza, tra delusioni, sconfitte e prese in giro. Avere una società solida, è la vittoria vera di questa città. Vittoria che dedico alla famiglia, a mio nonno che sarà contento dall’aldilà”.
Rivelando, in seguito, di non trattarsi di una rivincita per lui, Iemmello confida: “Poche persone condividevano la mia scelta di tornare, ma sentivo fosse il momento giusto. Durante i playoff non avevo la certezza di vincere al 100%, ma dopo sapevo che se avessimo fatto le cose giuste, ripartendo col piede giusto, non ci sarebbe stata partita”.
Parola dunque al capitano, a colui che, ironia del fato, nell’estate 2020 era con la valigia in mano. Ed oggi ha vinto questo campionato da trascinatore, da protagonista assoluto. E Luca Martinelli non ce la fa a trattenere le lacrime: “Essere il capitano di questa squadra è l’orgoglio più grande della mia carriera – dice, singhiozzando -. Siamo passati da anni turbolenti, adesso vogliamo segnare tutti i record possibili per rimanere nella storia. Era un sogno che avevo, che mi ero prefissato e mi è costato tanto. E l’orgoglio più grande è aver portato questo entusiasmo in questa piazza che ne aveva bisogno. Al di là di numeri e statistiche, abbiamo fatto riscattare quella scintilla nella gente che aveva perso quella passione, abbiamo fatto appassionare i bambini e questo mi auguro sia solo il punto di partenza per una nuova era di questa società. Sono orgoglioso del mio cammino ma di tutto ciò che abbiamo fatto. Non pensiamo al futuro, pensiamo a goderci il momento”.
E Martinelli, da leader, al di là di questioni che attengono al campo, non può che porre l’accento sulla coesione di questo collettivo. Un gruppo di fratelli, come già espresso giovedì, dopo la vittoria sul Monterosi: “Ogni giorno abbiamo preso consapevolezza ed è stata quella la nostra forza. Non ci è stato un episodio in particolare a farmi capire che quest’anno avremmo vinto”.
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