La solitudine dei numeri… uno!
Il titolo del noto romanzo (tramutato poi in pellicola al cinema) è un po’ diverso, ad onor del vero, ma lo facciamo nostro per tradurne il senso: il numero 1, il portiere, soffre e lotta in silenzio, quasi sempre “escluso” dal capannello di abbracci dopo un gol, perché lui sta lì, lontano, a difesa dei pali. Sempre pronto.
Andrea Fulignati finora ha sempre risposto “presente”, ha dato prova di valore, riuscendo a disimpegnarsi con agilità e bravura, respingendo gli attacchi avversari. A suo dire, la parata più impegnativa è stata quella sull’ex Infantino, a Taranto. Tuttavia, visto il rendimento dei compagni, che hanno sciorinato gol a valanga in queste prime cinque uscite, il suo apporto forse è passato un po’ in ombra, inebriati dalle reti di Biasci e compagni ma se nei momenti importanti non ci fossero state alcune sue parate decisive, con il risultato ancora in bilico, adesso parleremmo di ben altro.
Il portiere delle Aquile ha quindi incontrato la stampa a poche ore dalla trasferta sul campo della Turris per dare una sua personale disamina di quello che è il momento del Catanzaro.
“Avevo dei dubbi prima di scegliere, perché venivo da un anno in cui non avevo giocato nemmeno un minuto, quindi avevo un minimo di perplessità. Ma ho iniziato bene, come del resto tutta la squadra, fin dalla preparazione pre-campionato, positiva”, sostiene il portiere giallorosso, primo volto nuovo del mercato del Catanzaro insieme al collega Sala, dopo il ritorno di Biasci. Del resto, la trattativa nata e conclusa con ben venti giorni d’anticipo dall’inizio del ritiro, ha avuto la sua importanza.
Il numero 1 toscano aveva avuto modo di farsi un’idea sull’US, al netto del secondo posto della scorsa stagione culminata con l’eliminazione in semifinale, a Padova: “Ho già lavorato con mister Vivarini ed ero consapevole di quanto già fosse forte la squadra, perciò sapevo cosa trovare ed è stata facilitata la mia scelta”, ammette, notando delle analogie tra questo Catanzaro ed il Perugia di cui è stato portiere due stagioni fa “sperando nello stesso epilogo, con la differenza che questa squadra parte da una base”: “Grazie al lavoro dello scorso anno, qui vedo già una squadra di grande prospettiva, che sa cosa fare, anche se nessun avversario regala niente”. A proposito del torneo, osserva: “Il girone è duro anche dal punto di vista ambientale, con terreni di gioco in sintetico, sui quali parare è più difficile, ma ne troveremo tanti. Pur non conoscendo il girone, credo che il campo di Cerignola sia stato il peggiore”, aggiunge Fulignati, estendendo il suo parere al campionato, lui che ha avuto una sola esperienza al sud, precisamente a Trapani, nel 2015/16.
Sabato i giallorossi saranno di scena a Torre del Greco, la prima di due trasferte consecutive non facili, tutt’altro: “Ci aspetta una Turris forte che ci metterà in difficoltà e dobbiamo farci trovare pronti, dal primo minuto. Personalmente mi piace tenere alta la concentrazione, costantemente, anche con un vantaggio largo, da poter gestire”. Sulla sua attitudine di impostare da dietro, con i piedi: “Il mister ci chiede di costruire da dietro – continua-. A volte rischiare troppo non ha senso e sapendo giocare con i piedi cerco di sfruttare questa caratteristica”.
Un ragazzo ancora giovane, ma che ha raggiunto una certa maturità e che continua ad apprendere dai compagni, mettendosi a disposizione: “Dalla nostra difesa ho imparato tanto. Mi trovo molto bene con Brighenti, il quale che ha il mio stesso spirito, ma tutti stanno facendo benissimo. Si tratta di una difesa molto forte e ho avuto la fortuna di ricevere da subito la loro tranquillità”.