“Operazione Ghion”. E no, non si tratta di un capitolo della saga di “Mission Impossible” o un episodio di “Diabolik”.
Il mercato del Catanzaro, con ogni probabilità, partirà proprio da questo punto. Perché prima di avviare le ostilità che renderanno i telefoni e le caselle email roventi, occorre iniziare a passare in rassegna il bagaglio tecnico di cui si dispone già.
E Andrea Ghion è stato colonna portante del progetto Catanzaro, nella pagina più bella dell’era Noto. Un giocatore approdato sui Tre Colli quasi per caso, alla luce del forfait dato da Ronaldo Pompeu, quando il ritorno del brasiliano sembrava cosa fatta, con la scrittura già depositata. Sembrava. Ma le porte scorrevoli della vita, dello sport, regalano queste sorprese.
Legato contrattualmente al Sassuolo, dal quale giunse in prestito la scorsa estate, il talentuoso centrocampista mantovano intanto farà ritorno alla casa madre, dopo aver suonato l’arpa nell’orchestra egregiamente diretta del maestro Vincenzo Vivarini.
Ma è prematuro parlarne. Sono pensieri che al momento non affliggono né la mente del direttore sportivo Giuseppe Magalini (già a lavoro per abbozzare i primi appunti, come impone il ruolo del ds nel calcio), né tanto meno in quella del diretto interessato, attualmente in vacanza con i compagni di merenda Biasci, Sala e Gatti. E chissà che, tra un’escursione in quad e un aperitivo, i ragazzi non stiano parlando di questo, magari ripercorrendo le tappe più belle di un’annata trionfale, che non dimenticheranno mai. A fare la differenza, a portare i risultati, proprio questa unione, questo afflato fuori dal campo, che porta molti di loro ad essere amici nella vita privata.
Anche di questo dovrà tener conto Ghion nel fare le sue scelte, anche se la palla passerà giocoforza ai due club, i quali dovranno interagire tra loro, nel merito. Quanto al suo pensiero, il numero 18 giallorosso si era espresso già ai microfoni nell’immediato post-gara di Catanzaro – Feralpisalò di Supercoppa, esponendosi in un incoraggiante “la società sa che vorrei rimanere, vediamo cosa accadrà” (LEGGI QUI).
Ora, evitando di spingersi in previsioni da bar dello sport, ci sentiamo di affermare senza timore di smentita, che Ghion dispone del talento per poter fare un grande salto, un domani: calciatori con le sue qualità sono merce rara e la Serie A (sì, la Serie A) sembrerebbe la dimensione naturale per un giocatore con tali doti, qualora dovesse confermarsi su questi livelli.
Plausibilmente, però, la cadetteria non potrà che far bene alle “ossa” del giovane Andrea, in proiezione futura. E l’auspicio è che la Serie B possa viverla ancora con lo stemma dell’US Catanzaro sul petto, al di là di dettagli contrattuali, se in prestito o a titolo definitivo, non importa.
Siamo certi, allora, che il taccuino di Magalini avrà questo punto, in cima. E se l’anno scorso, la priorità per il Catanzaro è stata riportare Biasci, Iemmello e Vandeputte (con l’ottima operazione in uscita, Bayeye, a fare da corollario), l’operazione Ghion avrà la precedenza su tutto il resto.