Godeas a IlTraversone: “Il Catanzaro ha le carte per andare oltre la salvezza”

Godeas

La gente come Denis Godeas insegna che il calcio è sentimento. Tra i bomber più influenti della storia della Serie B, Godeas passa agli annali come uno dei marcatori più prolifici di sempre, nonché uno dei pochi eletti (appena tre) ad aver giocato e segnato almeno un gol in tutte le categorie, dalla A alla Terza, realizzando una cifra che rasenta i 350 gol o giù di lì.

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Insomma, non si tratta di un attaccante, ma una “sentenza” che faceva cassazione. Occorreva accendere un cero a qualche santo prima di incrociare centravanti di razza o personaggi del calibro di Godeas, o Schwoch, Zampagna, Stellone, Corona (tra poco ci arriveremo!) o lo stesso Possanzini ad esempio, passato dal “Ceravolo” una manciata di giorni fa, da tecnico del Mantova.

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I bomber di provincia, di “periferia”, quelli a cui nessuno ha regalato niente; i figli cadetti, ma non per questo rinnegati, che al calcio hanno dato tantissimo e hanno il solo “torto” di aver smesso prima che la mediocrità dilagasse a perdita d’occhio nel calcio italiano, con la fuga dei talenti verso altri lidi e le scuole calcio che faticano a sfornare nuove leve, tra strutture arrangiate alla bell’e meglio.

Ecco, giocassero oggi, avrebbero delle chance anche in Nazionale. Ma questo è un altro paio di maniche e il rischio di scadere un esternazioni populiste è alto: evitiamo, per ora.

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Triestina (di cui è uomo simbolo), Cremonese, Messina, Palermo, Mantova, Venezia alcune delle tappe più importanti dell’ex centravanti, anzi, un bomber. Perché bomber lo si è sempre, anche se si indossa la tuta e si impugnano cronometro e fischietto dalla panchina, da allenatore. Qualche ruga solca il volto e gli occhi sono quelli di chi ha vissuto mille avventure e ha da raccontare tantissimo.

Trinkenhaus

La chiacchierata con Denis Godeas non può che sbocciare, naturale, conviviale, come l’amico insieme al quale sorseggiare una pinta al pub rievocando gol e vittorie.

Godeas

Una conversazione a tutto tondo, non una formale intervista. L’occasione per trarre le sue sensazioni sull’attuale campionato, spaziando dal percorso del Catanzaro (affrontato e “purgato” da avversario, manco a dirlo), passando per la gara pareggiata col Mantova con cui ha stabilito il record personale di gol (28, nel 2007/08), fino agli aneddoti legati a uno che della Catanzaro sportiva resta un’icona: Giorgio Corona.

Godeas e Corona

Con lui, ha costituito una coppia d’attacco devastante per due stagioni a Mantova, durante le quali ha lasciato macerie tra le difese avversarie al solo passaggio.

Godeas Triestina

Dulcis in fundo, ovviamente, parole per colui che di Catanzaro è figlio prediletto: Pietro Iemmello.

Iemmello gol

“Questo distacco tra un gruppo di testa (ad oggi composto da Sassuolo, Pisa e Spezia) e tutte le altre si verifica quasi ogni anno, quindi non mi stupisce granché – apre l’intervista, Godeas -. A parte quel margine di punti che si crea col gruppo di testa, nel corso dell’anno basta poco per ‘cambiare colonna’ in classifica, poiché sono frequenti anche i risultati sorprendenti”.

Inzaghi Pisa

Ma chi è accreditato per recitare il ruolo da protagonista? “Il Pisa ha grandi valori in rosa e poi Inzaghi è esperto di campionati di B vinti – dice -. Lo Spezia, tra l’altro, è guidato da un allenatore che stimo tantissimo, nonché ex compagno e amico, quale è Luca D’angelo. Insomma, le tre davanti dispongono di calciatori che non c’entrano nulla con la categoria”.

D'angelo

D’accordo, ma il Catanzaro dove si colloca secondo Godeas? “È in un limbo, proprio come il Mantova, per il quale la salvezza sarebbe già un traguardo. Il Catanzaro secondo me, invece, ha tutte le carte per andare oltre. Sebbene stia vivendo questo momento caratterizzato da pareggi, la stagione è talmente lunga che non mi proclamerei affatto preoccupato! L’importante è continuare a muovere la classifica e fare prestazioni positive come nelle ultime uscite – ammette l’ex attaccante della Triestina -. Ha le qualità per far bene e alla lunga pagano, in B. Dare giudizi ora è veramente prematuro”.

Squadra sotto la Curva

“Mi è capitato di dare un’occhiata al percorso del Catanzaro, ho visto la gara contro il Mantova e sono senza dubbio due buone squadre. Sì, ha qualche punto in meno rispetto alle aspettative mentre il Mantova è da ritenere una sorpresa, ma il Catanzaro ha tutto il tempo per ambire a qualcosa in più di una salvezza e non mi stupirei se, alla fine, riuscisse a ritagliarsi una buona posizione in classifica, magari anche ai playoff che sembrano lontani ora – annuncia -. Per me sarebbe fattibile. È una realtà strutturata in tutte le componenti e in futuro potrebbe anche centrare il salto in A“.

Iemmello

Un pensiero, quindi, da bomber a bomber, che risuona come una investitura solenne: “Iemmello è uno degli ultimi veri attaccanti forti rimasti in questa categoria! Ci sono sempre meno calciatori sicuri come lui, che fa tutto in maniera fluida, da vero valore aggiunto – osserva -. È uno degli ultimi specialisti della B, in un presente che vede tanti giocatori che fanno la fase offensiva, come le mezzali che segnano di più e i riferimenti in area in quantità inferiori rispetto al passato, quando vi erano attaccanti da venticinque gol a stagione. Ora le reti sono redistribuite su tanti uomini che partecipano, facendo pochi gol singolarmente ma essendo funzionali al gioco di squadra”.

maglia 100 partite Iemmello

Per vincere, secondo me, serve un profilo del calibro di Iemmello, che sa inventarsi sempre qualcosa anche in gara secca – aggiunge Godeas -. Vale per lui, Vazquez, Coda e pochi altri uomini che spostano gli equilibri avendo ‘pedigree’ e qualità nella giocata singola”.

Iemmello esultanza

Calciatori, pilastri dell’attacco e dello spogliatoio, come Re Giorgio Corona: “Giorgio è innanzitutto un uomo di cuore e ciò non rappresenta un dettaglio. Prima di giocarci insieme credevo fosse un altro tipo di giocatore, accanto al quale temevo che avrei faticato visti i tratti in comune, come il fisico – rivela -. Invece, grazie al suo modo di sacrificarsi e di essere anche atipico, dando il cuore in campo, ho fatto tanti gol! Era straordinario anche nel fare un lavoro di ‘raccordo’ che mi consentiva di ricevere al centro dell’area e trovare la porta con frequenza. Di lui mi resta impresso il tiro al volo, incredibile! Era raffinato tecnicamente nonostante una stazza che induceva a pensare altro in chi non lo conosceva. Avrebbe potuto giocare con insieme a un 9 classico, avendo la capacità di agire da 10, cosa che fanno i trequartisti moderni, perfetti nel 3-5-2 tanto in voga oggi”.

Godeas Triestina Corona

 

Un siciliano e un friulano che cantavano calcio, nelle stessa lingua: “Col tempo, giocandoci e andando spesso a cena con lui, ho capito perché Giorgio sia così ben voluto ovunque abbia giocato, proprio come a Catanzaro, di cui mi parlava spesso – conclude -. È una persona d’oro, che merita”.

Godeas Corona

Sì, la gente come Godeas insegna che il calcio è sentimento.