Che riflessi può avere lavorare in una settimana corta, dopo una batosta, soprattutto sul piano mentale? Positivi, intanto perché lo scorrere repentino del calendario consente di rimettersi in marcia (o “riboccarsi le maniche”, citando Vivarini) nell’immediato, e cercare di convogliare tutte le negatività in un sentimento di rivalsa.
D’altro canto, la settimana tipo avrebbe consentito di rifiatare un secondo, ricomporsi dal punto di vista psicofisico e approfondire meglio ciò che non ha funzionato sabato scorso, contro l’ultima in classifica.
Tuttavia perdersi in simili riflessioni non porta a nulla: il tempo è tiranno, domani si gioca e mancano ancora diversi metri all’obiettivo. Il 3-0 rimediato contro la Feralpisalò – in un periodo contrassegnato da sconfitte e prestazioni non proprio eccelse, se non a sprazzi – impone un urgente cambio di rotta per il Catanzaro.
Il Palermo non è certo il cliente migliore, ma in una Serie B dai guizzi imprevedibili, non vi è la possibilità di sbilanciarsi sull’accessibilità di una partita, o meno. Le insidie ci saranno sempre e la gara del “Garilli” – dove le Aquile si sono dimostrare “molli” e inconsistenti – ne è la conferma tangibile. Non serve aggiungere altro.
“Abbiamo preso consapevolezza dei problemi del momento, di ciò che ha generato un calo nelle prestazioni, ma la squadra mi è sembrata ricettiva in settimana – rivela Vincenzo Vivarini nel corso della consueta conferenza stampa della vigilia -. Questa è la partita giusta per vedere se abbiamo capito gli errori di queste due trasferte, inclusa quella di Reggio Emilia, nella quale avremmo dovuto essere più ‘vivi’ e reattivi. E nel momento in cui non diamo il massimo, rischiamo figuracce che il nostro pubblico non merita”.
Ecco, mai come domani servirà avere mente lucida e concentrazione per tutti i novanta minuti, al di là degli aspetti tattici. Una falla venuta alla luce nelle recenti uscite, è stata la mancanza di aggressione all’altezza del limite dell’area: i gol incassati da Lecco (il pareggio dell’1-1) e Feralpisalò (l’1-0, a freddo), dimostrano questo inghippo.
“Occorrerà non concedere agli avversari di guadagnare metri e giocare nella nostra metà campo, i ragazzi ne sono consci. Oltre all’approccio, siamo mancati nella continuità, come contro il Lecco, allorché abbiamo alternato fasi di grande applicazione e qualità e momenti di pausa – osserva il mister, dai microfoni del Poligiovino -. Ecco, contro il Palermo non possiamo permetterci il lusso di abbassare la guardia, perché ha uomini capaci di tutto. Quindi voglio continuità, applicazione e concentrazione“.
Potendo scegliere un ingrediente di cui avvalersi, visto al “Barbera” nella sfida d’andata, il trainer di Ari ne individua uno specifico: “Servirà l’umiltà avuta proprio a Palermo, perché possa dare nuova linfa ed equilibrio in mezzo al campo. Dopo aver perso contro di noi, hanno modificato gli atteggiamenti tattici, che abbiamo analizzato – sostiene l’allenatore dell’US -. Verranno ad aggredirci uomo contro uomo, sarà una ‘guerra’ in mezzo al campo, ma anche nei duelli individuali dobbiamo dimostrare di non essere inferiori“, rammenta il timoniere, il quale preferisce non focalizzarsi sull’assenza di un uomo simbolo rosanero, come il bomber Brunori.
A portare una ventata d’aria nuova, sono Antonini e Petriccione, (per quest’ultimo,l’ok è stato depositato in tarda mattinata LEGGI QUI): “Oltre ad avere centimetri indispensabili sulle palle alte, Antonini ha le caratteristiche per calarsi nei nostri principi, dobbiamo farlo inserire nel minor tempo possibile e ci aiuterà a rinvigorire l’entusiasmo della squadra – sottolinea Vivarini -. E poi, è un giocatore con una motivazione, di quelli che piacciono a me”.
E sull’ultimo arrivato, dal Crotone: “Petriccione ha la personalità e l’esperienza di chi conosce la B. Nei momenti di difficoltà, occorre che la squadra si esalti e lui può aiutarci”, aggiunge, ponendo in risalto anche le caratteristiche di un uomo come Oliveri che, senza Katseris, può rimettersi in gioco sulla corsia destra. “Rispetto a Panos, Oliveri ha meno velocità, ma ha più energia e qualcosa in più sul piano tecnico di Situm”, ammette, a tal proposito.
Da sponda sicula, non sono mancati gli elogi – già precedentemente formulati – da Eugenio Corini, che vede nel Catanzaro la sorpresa della cadetteria (LEGGI QUI), “capace di importare in una categoria superiore le stesse attitudini grazie alle quali aveva stra-vinto la Lega Pro”. Allora, il tecnico bresciano al “Ceravolo” vorrà, da par suo, una squadra propensa a sacrificarsi.
“In questa fase, il Palermo è la squadra giusta, perché non si può certo essere demotivati contro questa corazzata – continua -, quindi dobbiamo ritrovare quella facilità di palleggio e quella profondità che ci contraddistinguono dalle altre”. “La causa di questo nostro momento, non è imputabile a mancanza di motivazione – puntualizza, infine -. Abbiamo speso tantissimo in un girone d’andata in cui abbiamo prodotto, può succedere di avere un po di appannamento mentale”.