Il Personaggio: Andrea Ghion, “la vera musica è tra le note”

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“Io cerco di essere uno che non si nota quando c’è, ma si nota quando manca.” Breve inciso: non è una sua dichiarazione ufficiale. In tal caso, sarebbe Kawhi Leonard a parlare. Ma questa è un’altra storia.

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Per narrare la seguente storia, è necessario riavvolgere il nastro. “Prego, sedetevi comodi, sta cominciando lo show”. Direbbe così Salmo in una canzone dal titolo “90MIN” (quelli che, più volte, verranno ripercorsi nel corso del racconto per riportare “le gesta” del numero diciotto giallorosso).

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Dunque, immaginate per un attimo, di trovarvi all’interno del “Ceravolo“, in un qualunque settore dello stadio, con il solo intento di osservare le prodezze dei vostri “eroi” o, più semplicemente, per assistere ad una partita di calcio che, ovviamente, non cambierà nulla delle cose pratiche della vita, ma che, molto spesso, determina gli umori dei più fedeli seguaci.

Ci siamo.

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25 agosto 2022. E’ risaputo. Gli ultimi giorni di calciomercato, generalmente, tendono a regalare sorprese. Parametri zero. Grandi colpi. Affari last-minute. Meteore o campioni. Il dilemma è sempre lo stesso, consolidato dalla solita e consueta tensione, dettata perlopiù della chiusura imminente della sessione estiva.

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Andrea Ghion

Non troverete opposizione se, nell’analizzare dettagliatamente la trattativa che ha portato Andrea Ghion a Catanzaro, ammettereste che “le cose più belle accadono per caso”. Probabilmente lo riconoscerebbe anche lui, meno il DS Magalini e mister Vivarini, dato il corteggiamento serrato e la meticolosità con la quale hanno, poi, concluso l’operazione.

Sarebbe andato a Pescara il regista nativo di Mantova e cresciuto calcisticamente nel Sassuolo, se il caso e la magia non avessero compiuto pienamente il proprio dovere.

Alcuni dicono sia più semplice trasformare l’acqua in vino che trasformare in positive le sensazioni negative dei più scettici. Ora comprenderete le motivazioni.

Il tifoso di calcio, a differenza di ogni altro sport, tende a estremizzare i concetti di “vittoria” e “sconfitta” e, accanto ad essi, seleziona i propri beniamini, attorno ai quali costruire i sogni futuri.

Ecco, vi renderete conto come la parabola ascendente di qualunque appassionato varia da momenti di necessario sconforto per poi galvanizzarsi in seguito ad un imminente innamoramento.

Piccolo spoiler: con Andrea “Jimmy” (ben presto comprenderete il perché, qualora non l’aveste già intonata) Ghion accadrà esattamente la seconda opzione.

No, non saranno stati solo i risultati di squadra ad aver inciso profondamente sulla considerazione che si ha nei confronti del ragazzo, è proprio il luccichio brillante degli occhi quando, accanto al termine “regista”, viene associato inconfutabilmente il nome del classe 2000.

Sarà, dunque, più agevole comprendere come da un formale “Benvenuto Ghion” di inizio stagione, si è facilmente passati ad un “Resta qui, Jimmy. Questa è casa tua” di fine campionato. Netta contrapposizione tra lo scetticismo di fine estate (dettato, certamente, dall’inconsuetudine dell’ignoto) e la sempre accesa speranza di poterlo rivedere tra le mura amiche, anche, nel tanto atteso campionato di Serie B.

Si dice che le grandi menti pensanti abbiano la capacità di comprenderle e di “vederle” prima certe cose e, essendosi dimostrato, “cervello” del centrocampo giallorosso non abbiamo remore sul fatto che sia andata effettivamente così.

Fin dalla prima volta alle telecamre, le sue parole erano le seguenti: “Appena ho saputo dell’interessamento del Catanzaro, ho temporeggiato dall’altra parte e ho scelto definitivamente di venire qui. Credo ci sia un progetto molto importante e, soprattutto, la possibilità di giocarsi il campionato per vincerlo”.

Non ci è dato sapere quanto ci abbia visto lungo e quanto le sue sensazioni siano state effettivamente tali, possiamo semplicemente ammettere quanto sia stato lungimirante nel prevedere quel che sarebbe accaduto da lì a qualche mese. Analogamente a quanto fatto in mezzo al campo, intuire prima degli avversari lo sviluppo dell’azione.

Direttore d’orchestra. “La vera musica è tra le note”, diceva Mozart. Verrebbe da aggiungere che la vera musica sia stata suonata tra difesa e attacco, esattamente nel cuore del centrocampo, nel quale Andrea si è rivelato pregevole direttore d’orchestra.

Così abile nello scandire le melodie di gioco della squadra, da rispolverare un tormentone del 1979 che, più volte, ha scalato le classifiche mondiali.

Così sagace nell’anticipare le iniziative “nemiche” da svelare anche quelli dei suoi stessi compagni.

Difatti, il 16 gennaio, in occasione della vittoria conquistata sul campo del Latina, riuscirà ad anticipare (per mezzo di un video reso noto dal profilo di squadra) quale sarebbe stata la hit estiva, divenuta poi tormentone del momento, che avrebbe accompagnato le giornate di ogni appassionato, indipendentemente dalla fascia di età alla quale questi ultimi appartengano.

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Gimme, gimme, gimme a man after midnight. Quante volte vi sarà capitato di ascoltarla e quante altre volte avrete iniziato a intonare i suoi versi inglesi, magari evitando di attribuirle un qualche particolare significato. Lo sappiamo, ha acquisito un sapore speciale, un senso di felicità improvvisa solo riconoscibile fin dalle prime note.

Merito di Andrea Sala che, nella docuserie “Indimenticabile” (sette episodi realizzati dall’Area Comunicazione del Catanzaro Calcio, in cui è possibile rivivere ogni singolo momento della stagione passata, definita appunto “indimenticabile”), racconterà di esser stato proprio il portiere giallorosso a dar vita all’espressione “JIMMY JIMMY GHIONE”, sulle note del famoso successo degli ABBA.

Diverrà virale così tanto da suscitare la curiosità e attirare l’attenzione dei più esperti, nella fattispecie coinvolgendo il personaggio maggiormente rappresentativo e chiamato in causa: Jimmy Ghione, quasi omonimo dello stesso Andrea, ormai diventato “JIMMY”.

Ghion-cerignola

Movie stars. Find the end of the rainbow with a fortune to win. “Stelle del cinema. Trova la fine dell’arcobaleno con una fortuna da vincere”.

La stella di Andrea Ghion è destinata a brillare nel panorama calcistico internazionale del futuro, l’astro nascente del ragazzo delle giovanili del Sassuolo è stato fin da subito scia luminosa per gli occhi dei più fedeli sostenitori e panico per gli avversari che lo hanno dovuto fronteggiare.

Sliding door. Vi sono eventi che determinano più di altri e che modificano, improvvisamente, il corso degli accadimenti.

Freddo. Una delle prime avvisaglie del tardo inverno calabrese inizia a manifestarsi mercoledì 30 novembre 2022, consci del fatto che la temperatura atmosferica avrebbe trovato nella temperatura corporea la sua principale antagonista.

L’entusiasmo tipico delle folle, travolte da un avvenimento di straordinaria importanza può tramutarsi, facilmente, in sentimento collettivo. A maggior ragione all’interno di uno stadio di calcio. A maggior ragione se quello stadio è il “Nicola Ceravolo”.

Mercoledì, turno infrasettimanale. Catanzaro-Giugliano.

A dispetto dei pronostici di inizio gara, la partita si appresta a chiudere la prima frazione sullo 0-0. Ecco che avviene l’inaspettato.

Minuto 46. Il genio si scontra con la razionalità, o meglio, la incontra. Azione condotta singolarmente partendo dalla sinistra, qualche finta in aerea di rigore (giusto per far perdere la bussola a un paio di avversari), scarico del pallone in rete. GOL.

Pazzi di gioia o, forse, pazzi d’amore. Come la sua esultanza, una corsa infinita per raggiunge colui che lo ha voluto e sostenuto più di tutti: Mister Vivarini.

I più devoti alla causa e, non solo, i più devoti alla fede saranno stati i primi a render noto che quel giorno il calendario ricordava una data importante: Sant’Andrea. Che diverrà Santo a Catanzaro proprio in quella sera di fine novembre e al quale, proprio quel giorno, qualcuno avrebbe dedicato una statua per idolatrarlo.

Chissà che non sia stato qualche Dio del calcio a benedire il talento di “Jimmy” e a far sì che la stoffa del campione non venisse tessa proprio nel capoluogo calabrese.

Take me through the darkness to the break of the day. Portami attraverso l’oscurità fino all’alba.

Di un fatto possiamo essere certi: in nessun altro luogo Andrea ha visto un’alba più luminosa di questa. E no, non è solo una questione geografica. E’ trovare una propria collocazione. Un sentirsi a casa pur essendo lontano da casa.

Eppure ne ha visti di luoghi il ragazzo di Mantova, “svezzato” prima nelle giovanili del Parma, cresciuto calcisticamente nel Sassuolo e poi una serie di prestiti. Prima Carpi in Serie C, poi la tanto sognata Serie B col Perugia, di mezzo l’esordio in Serie A con la maglia neroverde degli emiliani proprietari del suo cartellino. Lampi del talento cristallino di cui è dotato si erano già intravisti, senza trovare mai una destinazione definitiva.

Probabilmente, non aveva mai visto l’alba.

A dire il vero, dopo aver letto il suo post d’addio su Instagram, targato 19 maggio, quasi certamente neppure i tifosi giallorossi avevano desiderio di vedere l’alba in quella giornata.

Aveva promesso che Catanzaro sarebbe rimasta nel suo cuore, dimenticando di aggiungere che, presumibilmente, era il suo cuore ad esser rimasto inchiodato a Catanzaro.

La volontà di trovare continuità in una squadra e in un ambiente che lo ha adottato e fatto divenire “figlio” c’era già da tempo, quel che risultava necessario era riformulare un nuovo accordo di prestito con il Sassuolo.

Won’t somebody help me chase the shadows away? Qualcuno non mi aiuterà a scacciare le ombre?

L’unica vera ombra sul futuro del regista mantovano poteva essere rappresentata da un imminente insediamento del Pisa nella trattativa. Voluto fortemente da Alberto Aquilani, nuovo allenatore dei toscani ed ex centrocampista. Per via di quella famosa congettura che il talento riconosce il talento.

Ma no, non si fa. Prevarranno il cuore e la voglia di proseguire un percorso già avviato, cosicché il 15 luglio, “Jimmy” si reca nel ritiro di Cascia assieme ai propri compagni, con tanto di video in cui le reazioni del Mister e dei compagni si lasciano andare ad abbracci e sorrisi di gruppo.

Esiste una particolare congiunzione astrale ad unire qualità e visione, nel caso prettamente calcistico si parla di talento, alcune volte anche di assonanza nel nome.

Che sia Andrés Iniesta l’idolo d’infanzia di Andrea Ghion potevano esserci pochi dubbi (vista la posizione in campo e il modo simile di “vedere” il gioco), che potesse esserci un paragone così ravvicinato qualcuno avrebbe potuto nutrire dei sospetti (data la grandezza di Don Andrés). Eppure la casualità di portare lo stesso nome, di interpretare il calcio in maniera analoga permettono ad Andrea di Mantova di misurarsi (con le dovute proporzioni) con Andrés di Fuentealbilla.

E non importa se Catanzaro non è Barcellona e il “Ceravolo” non è il “Camp Nou”, il genio e la maturità di Andrea Ghion avranno possibilità di brillare in egual maniera.

Una vita da mediano, a recuperar palloni, nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni.

Ci perdonerà anche Ligabue se nel raccontare di un mediano non sia mai state citata la sua celebre canzone, la verità è che la colonna sonora scelta è diversa e poi, siamo certi che se qualcuno vi chiedesse di descrivere Andrea Ghion, nessuno potrebbe affermare: “nato senza i piedi buoni”.

Provare per credere, o magari, credere di poter vedere qualcosa di magico in ogni sua giocata per provare sensazioni uniche.

Per il resto, Jimmy o Don Andrés non fa differenza. Neanche per uno abituato a lasciare il segno.

 

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