Il Personaggio | Andrea La Mantia alla conquista dello “Stadio”

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Il 13 febbraio 2016 la rubrica dalla quale state attingendo la lettura de “Il Personaggio” – di cui sopra il nome – non aveva ancora conosciuto i propri natali eppure noi conoscevamo già tutti voi. Anzi, vi diremo di più. Sappiamo anche quali siano state le principali azioni svolte da voi stessi in quella fredda giornata invernale, a cavallo tra i fatidici giorni “della merla” e l’attesa del 29 del mese, coincidente con l’anno bisestile. Dunque, vi teniamo aggiornati del fatto che, probabilmente, per molti degli italiani quella stessa settimana possa essere definita come “la più importante dell’anno”, vista la rilevanza che il Festival di Sanremo assume nello scorrere dell’esistenza di ogni appassionato di musica.

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Ma no, in tal caso abbiamo contezza su un evento di risonanza capitale che va ripercuotendosi nella vita di ciascun tifoso di calcio. Avete compreso, la data che viene cerchiata in rosso ad ogni sorteggio del calendario è certamente la più importante, la solita. Ecco, svelato l’arcano, le vostre ansie non riflettevano la possibilità di scontro al vertice nella classifica sanremese tra Francesca Michielin e gli Stadio, poi vincitori di quell’edizione con la nota canzone “Un giorno mi dirai”, ma su un evento di più ampio respiro.

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Saremo ancor più precisi nella descrizione, ammettendo che lo scandire di quel sabato sia stato trepidante in egual maniera anche per noi ed è proprio per tale motivazione che siamo così informati sulla routine della giornata sopra citata. Avrete guardato la finale del “Festival della canzone italiana” quella sera in compagnia della vostra dolce metà, galvanizzata dalle hit spopolate in quei giorni, pronta ad intonarle fino all’estate successiva. E mentre il volume del televisore inizierà ad aumentare analogamente al conto alla rovescia per l’annuncio del vincitore, crescerà anche il carico dei vostri pensieri. “Perché?”, vi starete domandando in questo momento. Beh, il giorno dopo è domenica, ma non è una domenica qualunque. Il vostro giorno di riposo settimanale coincide con la data in cui i sentimenti trovano luogo nella massima espressione dell’amore, San Valentino. Ed ecco che sarete stati tormentati da un pensiero fisso e costante riguardo la scusa da inventare pur di non organizzare la tradizionale cena di celebrazione della stessa festa.

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Sareste stati, dunque, assaliti da un tormento interiore che vi avrà accompagnato per tutta la notte, il tutto scandito dal fenomeno al quale avrete assistito senza perdere neppure un istante dal fischio d’inizio. Esatto, c’è il derby. Domenica 14 febbraio 2016, mai banale per “quelli innamorati come noi”.

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Non ci è dato sapere come si sia conclusa la vostra domenica, se avrà vinto la possibilità di somatizzare il risultato del match pomeridiano o le vostre coscienze saranno state sopraffatte da un senso di colpa tale da aver ceduto alla “classica” uscita.

Dolce benessere

Possiamo affermare che, in fin dei conti, l’esito agrodolce con cui quel match si è avviato alla propria naturale conclusione sia stato, certamente, d’aiuto nel prosieguo delle ore a seguire. La rete messa a segno da Matteo Patti aveva fatto breccia nei cuori, già innamorati, dei supporters giallorossi, salvo poi lasciar assopire la magia di quel gol ben presto, più precisamente ad inizio ripresa, data la firma sul tabellino marcatore di Andrea La Mantia, bomber di proprietà del Cosenza, autore di quattordici centri in quella stagione.

La Mantia derby Cosenza

Inoltre, siamo certi che il risultato conclusivo di 1-1 abbia lasciato l’amaro in bocca in ognuno di voi, visto anche l’andamento della gara, reso ancor più grigio dal momento in cui è stata resa nota la maledizione spezzata dall’attaccante rossoblù: il Cosenza non andava a referto in un derby casalingo da vent’anni e la rete di La Mantia aveva messo fine al digiuno di gol dei centravanti silani.

Presentazione La Mantia

Era il Catanzaro di mister Alessandro Erra, che chiuse il proprio campionato classificandosi all’undicesimo posto della graduatoria del girone C di Lega Pro, con ben altri obiettivi rispetto a quel Cosenza, quinto e in piena zona playoff. Ma il derby è pur sempre il derby e non risultano essere rilevanti le posizioni che separano le due formazioni, ogni appassionato vivrà l’accadimento come il più importante dell’intera annata.

Ultras Cosenza

Eppure, come intonava Gaetano Curreri, frontman dell’illustre gruppo musicale degli Stadio, “Un giorno mi dirai”. Un giorno arriverà qualcuno che offrirà al ragazzo nativo di Marino (esatto, proprio lui) che avrebbe vissuto un altro “derby di Calabria”, a distanza di anni, indossando i colori della compagine avversaria in quel 14 febbraio, quel giallorosso che porterà anche in altre esperienza della sua ben nota carriera da professionista.

La Mantia

Focalizzandoci sul tema sentimentale e amoroso, quasi come i versi del Canzoniere del Petrarca, il lasso di tempo sito tra la primavera e la stagione calda del 2016 è stato propiziatorio nello scandire del tempo della vita di Andrea e non solo in termini realizzativi, avendo trascinato i Lupi in un’ottima posizione classifica a suon di gol e prestazioni di alto livello, ma anche sul piano personale.

La Mantia con i tifosi

Sliding Doors. “Un giorno ti dirò che ho rinunciato alla mia felicità per te. E tu riderai, riderai, tu riderai di me”. Chissà se avrà riso l’attaccante di proprietà della SPAL nel ripercorrere momento in cui nel cuore suo ha fatto breccia la bellezza di Silvia, catanzarese doc e attuale moglie del numero 19 delle Aquile, dalla quale ha avuto i suoi due figli Lorenzo e Ludovico. Di sicuro, se esiste un disegno del destino, quello del classe ’91 prevedeva come logica prosecuzione degli avvenimenti il suo sbarco nel capoluogo calabrese. Catanzaro e il Catanzaro sono naturale conseguenza di una traccia già scritta e sancita dagli eventi, ai quali Andrea non ha potuto rinunciare dall’assecondarli. Gli Stadio come colonna sonora e uno Stadio, il “Ceravolo” tutto da conquistare e far gioire ad ogni pallone insaccato in rete.

Buso e La Mantia

“Un giorno ti dirò che ti volevo più di me”. Ha deciso di prender parte della storia giallorossa il bomber da 250 presenze tra la massima serie e la cadetteria, condite da 68 volte in cui il proprio nome sia finito tra le grandi “firme” del tabellino marcatore nei palcoscenici da lui calcati.

La Mantia

Sono contento di essere qui e spero di dare una mano importante a questa squadra, ha dichiarato ai canali ufficiali del club (LEGGI QUI), ponendo ben presto l’accento su un particolare di spessore: “L’impatto è stato positivo, la tifoseria è bella e calorosa”. Dunque, a proposito di grandi palcoscenici, uno Stadio è già stato conquistato. Anche se, di Stadi ne ha “fatti suoi” diversi nel corso degli anni. Una gavetta lunga e faticosa, al contempo esaltante nella maniera in cui lo stesso La Mantia abbia lasciato ricordi di sé ovunque sia andato, partendo da San Marino, passando per Cosenza e Vercelli, attraversando Entella prima e Lecce poi, seguite consecutivamente da Empoli e Ferrara.

La Mantia

Può definirsi un peregrino delle nostre terre Andrea, sempre in continuo movimento con l’obiettivo di trovare la meta fissa, la dimora nella quale accasarsi, pur non tornando mai negli stessi luoghi in cui aveva affrontato precedentemente il proprio, personale pit-stop.

“Un giorno mi dirai che un uomo ti ha lasciata e che non sai”. Siamo sicuri nel poter affermare con ragionevole certezza che dello sconfinato mondo del pallone, sappia quasi tutto l’ex talento delle giovanili del Frosinone. Un carico di esperienza non indifferente al servizio di mister Caserta, in perfetta sintonia con capitan Iemmello.

Tifosi Distinti La Mantia

La famosa narrazione della punta mancante, espressione celeberrima riecheggiata più volte nella scansione di qualunque conversazione portata a compimento sotto la calura estiva di un ombrellone o, magari, davanti ad un tramonto, a ripetersi, come nelle migliori scene di un comune giorno di San Valentino, chi sarebbe stato il centravanti “tutto muscoli” e fisico da affiancare o, eventualmente, anche ad alternare al regista offensivo delle Aquile, da cui prendono vita i principali pericoli costruiti tra le fila giallorosse.

La Mantia derby Cosenza
Foto: Andrea Rosito

E poiché non ci occupiamo di tatticismi vari, verremo sottratti dall’arduo compito che prevede la scelta del partner ideale da affiancare al capitano giallorosso, preferiremmo liquidare la discussione con un banale ma efficace “la stagione è lunga e faticosa, dunque ci sarà spazio per tutti. Dipenderà dalla partita la scelta su chi verrà schierato”. Lo sappiamo, non è una risposta abbastanza convincente da levare ogni tipo di dubbio ma, come affermato dal celebre brano vincitore di Sanremo “sarà comunque meglio viverlo”.

La Mantia

Sarà stato meglio vivere determinate esperienze e sopraggiungere nel capoluogo calabrese in un’età in cui la maturità calcistica può essere considerata quasi raggiunta pienamente date le ormai note compagini in cui il bomber trentatreenne abbia lasciato il segno. Una stagione propiziatoria in quel di Cosenza, per poi dirigersi a Vercelli. Con la Pro saranno dieci centri totali, seguita dalla non entusiasmante esperienza con la maglia della Virtus Entella.

“Io ti dirò che un uomo può anche sbagliare lo sai”. Non può più sbagliare scelta nella propria carriera Andrea, ne è a conoscenza anche lui stesso che, quindi, decide di rimettersi in gioco e ripartire dal Salento. Una stagione esaltante, la migliore della sua carriera verrebbe da aggiungere, con indosso la maglia del Lecce, condita da diciannove reti totali e una storica promozione in Serie A per i giallorossi, come se tutto non fosse già stato predetto dal destino. La successiva chiamata dell’Empoli, pronto a completare il tassello mancante del proprio operato, salvo poi stanziarsi a Ferrara con la Spal prima e a Salò poi, al servizio della Feralpi.

Presentazione La Mantia

Come l’ondeggiare di una giostra colma di emozioni, in un ripetuto loop tra la Serie A e la cadetteria “un campionato ogni anno più difficile”, come dichiarato da lui stesso.

“Un giorno mi dirai che un uomo deve sapere difendersi”.  Non avrà bisogno di difendersi, se non dagli avversari, semmai di attaccare le retroguardie nemiche con il solo tentativo di fare quel che meglio gli riesce, gol.

“Sono venuto a completare un reparto già molto forte, la concorrenza è tanta, ma l’importante è dare tutti il massimo per raggiungere l’obiettivo comune e arrivare il più in alto possibile, giocandoci questo campionato alla grande”. Dunque, “Un giorno ti dirò che ho rinunciato agli occhi suoi per te e tu non capirai, e mi chiederai perché?”. Siamo certi abbia dovuto rinunciare a poco per “cedere” alle avances delle Aquile, per uno che aveva nel destino sancito probabilmente l’intero tragitto, e accanto la meta definitiva.

“Un giorno ti dirò …” e perché no? Magari ti racconterò della gesta e dei gol di Andrea La Mantia.

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