Il Personaggio | “Dimi” da Oscar ad Avellino

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Notte degli Oscar. Come ogni anno, l’avvento del mese di marzo si riserva di collocare nella prima metà dei suoi trentuno giorni un evento di caratura mondiale. Il “Dolby Theatre di Los Angeles” è pronto ad ospitare la Notte degli Oscar. Un sogno per chi osserva da fuori, una piacevole realtà per chi misura quotidianamente il decibel delle propulsioni amorose in premi assegnati.

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Differenti categorie per altrettanti riconoscimenti rilasciati ai più celebri e noti attori di fama internazionale, consacrando la propria bravura in ogni angolo della cittadina americana, storicamente definita come “La Città degli Angeli”. Essere venerati nelle vesti di un angelo in una città che viene prefigurata come il vero “paradiso terrestre”.

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Probabilmente, il regolare avvicendarsi degli accadimenti e la popolarità ottenuta per mezzo delle proprie abilità nell’ambito cinematografico, potrebbe far credere che gli stessi protagonisti preferirebbero essere classificati e percepiti come “Dei dell’Olimpo” al quale appartengono, meno come angeli. Più che altro per quella strana credenza di cui si nutre chi di mestiere fa l’attore, vivere la propria esistenza nelle vesti di un angelo o, meglio di un dio, per poi divenire, in scena, il “cattivo” della situazione.

Ecco, ancoratevi a quest’ultima affermazione per capire lo sviluppo delle vicende e, soprattutto, di chi verrà citato tra le righe della descrizione. Un “uomo del popolo”, che non ama essere catalogato tra le fila degli dei, pur provenendo da una realtà molto simile all’Olimpo di Zeus e Giove, che porta in nome le radici di una tradizione non molto distante dal sembrare un paradiso, pur senza mai elevarsi alla condizione di dio o angelo.

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Ma facciamo un piccolo passo indietro, la Notte degli Oscar, appunto. Dovendo compiere un viaggio, (vi anticipiamo che non sarà l’unico della narrazione) attorno alla lucente sfera sulla quale è stata percorsa l’intera stagione scorsa del Catanzaro, potremmo fare insieme un piccolo gioco, incentrato perlopiù sul voler riecheggiare i ricordi dei bei momenti trascorsi, che per farvi vivere una storia strappalacrime. Dunque, ci siamo. Tenetevi forte.

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Sounas

Oscar al miglior film? Dovendo optare una scelta tra i successi più belli, fissate per un lungo lasso di tempo nelle memorie di ognuno, verrebbe da evidenziare le vittorie ottenute a “Marassi” contro la Sampdoria oppure quella del giorno di Pasquetta, conquistata sul campo del Parma, che di lì a poco avrebbe vinto il campionato.

Sounas Cerignola

Oscar al miglior attore? Su questo saremmo inclinata ad avere meno dubbi del previsto, chi se non Pietro Iemmello. Oscar ai migliori effetti speciali? Probabilmente la serie di tocchi che ha portato alla rete dell’1-0 casalingo contro il Venezia, firmata Pontisso.

Sounas Turris

Momento. Dopo aver pensato ed elencato tutti i possibili detentori dei riconoscimenti sopra citati, abbiamo certezza del fatto che all’unanimità sapremo a chi assegnare l’Oscar di miglior attore non protagonista. E non perché non lo sia stato sul rettangolo verde, più semplicemente perché il ragazzo in maglia 24 ha sempre preferito lasciare agli altri le corsie preferenziali e lavorare in sordina.

Sounas Biasci Taranto

Il tappeto rosso, per lui, sarebbe arrivato lo stesso, vista l’abnegazione e la dedizione con le quali si è messo a disposizione dei propri compagni di squadra. Un “uomo del popolo”, esattamente.

Sounas e Iemmello

L’arte di saper aspettare. Tanto l’occasione giusta arriva sempre, anche se la Penisola Calcidica appare così lontana, e la sua città natale, Chalkidiki, non ha propriamente il fascino e l’attrazione di Atene. Avete ben capito di chi stiamo parlando? Dimitrios Sounas, il quale non è solo il candidato per ricevere il premio sopra citato, ma si presenta come il vincitore in senso assoluto per via dell’assenza di altri contendenti in quel ruolo.

Sounas e Sala

Il vero segreto della grande annata trascorsa aveva molto a che fare con il fatto che ogni singolo attore avesse un proprio ruolo definito e, nella fattezza dei compiti da svolgere, il ragazzo classe ’94, ha incarnato quello assegnatogli meglio di chiunque altro. Da qui l’ormai celebre “Mamma Cinema!”. Si è trattato davvero di un film da cinema degno di Hollywood in cui il solo “Oscar di squadra-rivelazione” sarebbe stato stretto a chiunque.

Sounas

“Per quanta strada ancora c’è da fare, amerai il finale” – Cesare Cremonini in “Buon viaggio”.  Ne ha dovuta compiere di strada Dimitrios, che ha saputo dar senso alla propria resilienza per via di un carattere mite, come la brezza che attraversa i tramonti di Mykonos nella stagione estiva. La pacatezza di un greco dallo spirito forte, unita alla capacità di saper tirare fuori il meglio di sé in situazioni complicate, tipicamente italico. D’altronde Grecia e Italia non sono mai state così vicine come nel recente periodo in quel di Catanzaro.

Biasci playoff Cremonese

Una bandiera dai tratti azzurro e bianchi che sventola fieri in ogni gara casalinga al “Ceravolo”, esposta con fierezza in curva “Massimo Capraro”, vista la tradizione positiva di greci in casa giallorossa, Sounas su tutti, ma anche Katseris, protagonista di un’inaspettata esplosione tra le fila delle Aquile.

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Dicono di me – (Album “Il primo bacio sulla luna” – 2008). Si è detto tanto di Dimitrios Sounas dal suo approdo in maglia giallorossa nel gennaio 2022. Un momento di rifondazione totale della rosa, in cui sono state scompigliate le carte e resi noti i nuovi innesti, dal belga Vandeputte, al tandem Biasci – Iemmello, al tecnico Vivarini e, per finire, il centrocampista greco. E’ vero, si è sempre detto tanto di lui, ma forse non abbastanza.

Sounas

Due stagioni non esaltanti a Perugia, dopo l’esplosione avvenuta in casacca Amaranto con la Reggina e, ancor prima, in Puglia, laddove il Monopoli aveva puntato forte su di lui. Ma è il destino a prevedere la naturale prosecuzione degli eventi e il Catanzaro era già scritto nel fato del “tuttocampista” ellenico. Sì, perché il 7 agosto 2016, in occasione del match di Coppa Italia, tra il “suo” Monopoli e le Aquile, “Dimi” debutterà per la prima volta in biancoverde, colori tradizionali della compagine pugliese.

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Vieni a vedere perché – (Album “Bagus” – 2002). La carriera nel calcio professionistico del giovane talento di Chalkidiki conserva i propri natali nell’Aris Salonicco, passando per l’Apollon Smyrnis, nonché il club più antico della “Terra degli Dei”, con sede proprio ad Atene. Da qui, sarà ragguardevole considerazione ipotizzare cotanta aura al cospetto di un calciatore che già da bambino portava con sé un significato speciale, per via del suo particolare nome.

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Dimitros, appunto. Uno dei più comuni e utilizzati nomi maschili in tutto il territorio greco, la cui radice etimologica richiama l’accezione di “pubblico” o “popolo”. In maglia giallorossa, il numero 24 dello scacchiere designato da Vivarini, è stato un “oggetto di culto” pubblico, a disposizione di ogni tifoso, pronto a lasciar tratti del proprio inconfondibile sorriso da regalare a chiunque decidesse di chieder lui una foto ricordo o un autografo.

 

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Inoltre, la denominazione Dimitrios era anche utilizzata per connotare l’espressione “uomo del popolo”, quasi come un custode della comunità, eletto come protettore della sua gente. Ecco perché tale contenuto assume ancor più valore, per via dell’umiltà con cui il ragazzo ha affrontato la sfida, mettendosi a pieno a disposizione delle idee tattiche del mister.

 

Parma Catanzaro - Sounas

Nessuno vuole essere Robin – (Album “Possibili scenari” – 2017). A tal proposito, verrebbe da aggiungere che “Nessuno vorrebbe essere Dimi” viste le innumerevoli posizioni in campo che ha mutato nel corso degli anni, non sottraendosi al cospetto assegnategli neppure negli ultimi due anni vissuti a Catanzaro. Nato come un mediano dai piedi buoni, abile nel destreggiarsi col pallone e dunque, di dar vita alle propulsioni offensive di cui necessitava la squadra, spostato, fin dalla tenera età, nella versione rivisitata del trequartista moderno. Per intenderci, uno di quelli che abbina alle notevoli qualità tecniche, uno spiccato senso del gol e tanta corsa in fase di copertura per permettere in fase di non possesso di avere il famoso “uomo in più” a cui affidarsi. Tuttofare.

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Poetica – (Album “Possibili scenari”). La stagione 22-23 di Dimitrios Sounas non potrebbe che essere definita da un altro aggettivo se non da quello utilizzato da Cremonini nell’assegnare il titolo del suo brano. Trentadue gare disputate, condite da otto reti all’attivo e tre assist, indiscutibilmente l’anno migliore della carriera, peraltro disputato in un ruolo inedito. Nell’elegante abito del 3-5-2 designato su misura per il Catanzaro, il ragazzo di Chalkidiki ha quasi interamente, ricoperto il ruolo di mezz’ala destra, strutturato e volenteroso nel far “corse all’indietro” nel caso di recupero palla dell’avversario, oltre che trequartista “mascherato” alle spalle della coppia Biasci – Iemmello, a fornire giocate vincenti ai compagni di reparto.

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Qualcosa di grande – (Album “… Squérez?” – 1999). Per uno che arriva da un luogo così mistico e ideale, gli dei devono aver pensato ad un disegno di più ampio respiro. L’Olimpo si era accorto di lui, molto prima che il dio del calcio lo benedicesse col talento che gli è stato donato. Ma, in realtà, “Qualcosa di grande”, è stato compiuto nel momento in cui, dopo il mancato approdo in cadetteria ai tempi del Perugia, lo scenario maggiormente ipotizzabile era coincidente con quanto affermato da chi credeva che “Vedrete, non sarà pronto per la Serie B!” E invece, smentita. Era pronto, anche a modificare nuovamente collocazione tattica. In seguito al cambio di modulo, dal 3-5-2 al 4-4-2 che ha impressionato nello precedente annata per qualità di gioco espresso, Dimi ha trovato spazio come “quarto” di destra o comunque esterno del centrocampo designato, una veste decisamente diversa da quelle occupate fino a quell’istante, in cui si è rivelato efficace per via delle sgroppate sulla corsia, impreziosite da cross e assist sempre dal piede educato e di pregevole fattura. Perché non si può fare a meno di uno come lui.

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Un giorno migliore – (Album “… Squérez?”). Il giorno “migliore” è arrivato fin da quando ha preso confidenza con la categoria (praticamente dalle prime battute), per poi protrarsi alle ultime gare in cui ha dato il meglio di sé, ormai “confident” con l’abito cucito su misura per lui.

Sounas Cosenza

Come i migliori attori a cui, inizialmente, viene riservato un ruolo “minore”, ai quali il pubblico si affeziona così tanto da chiedere al regista di ritagliare al loro beniamino molto più di una semplice comparsa.

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“Tu chiamami e ti vestirò, come una stella di Broadway” intonava Cremonini. Broadway, così dedita al cinema da aver lanciato diversi attori e film di un certo calibro. Passando per Chalikidiki, così legata alle proprie ragioni culturali, da aver allevato e cresciuto un ragazzo con l’aura e il nome di un dio. Infine Catanzaro, che ha formato calcisticamente un talento che avrebbe potuto ricoprire qualunque ruolo nella vita, analogamente in campo. Per gli stessi motivi che va via, saluta alla grande “Dimi”, direzione Avellino, per la seconda storia biancoverde della sua vita.

Sounas e Sala

E allora, “Buon viaggio, che sia un’andata o un ritorno, una vita o un solo giorno, che sia per sempre o un secondo. Da attore o, meglio da non protagonista. Come sempre, ma questa volta con un Oscar in più”.

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