La serata in chiaroscuro – molto più “chiara” per la prestazione offerta, meno per il risultato maturato sul finale – vissuta tra le mura amiche del “Ceravolo” verrà certamente ricordata dal tifo giallorosso, non per via di qualche giocata di un singolo capace di far stropicciare gli occhi, ma per un evento che, siamo certi, potrà ripetersi nel corso della storia recente del Catanzaro.
Qualche minuto prima del fischio d’inizio del match tra le Aquile e la Cremonese dei due ex Fulignati e Vandeputte, il presidente Floriano Noto ha tributato lo speciale omaggio al Capitano, nonché il “Re”, dell’imbarcazione giallorossa, Pietro Iemmello, in occasione delle 100 presenze totalizzate già nella precedente sfida in quel di Cittadella.
Secondo la numerologia, il Cento è riconosciuto da sempre, come simbolo di completezza e totalità, molto spesso associato all’idea di perfezione, poiché rappresenta un’intera gamma di possibilità alle quali affidarsi. Ecco, descritto tutto quel che Re Pietro incarna nelle menti dei supporters catanzaresi.
Arrivato nel gennaio del 2022 con la missione di riportare i colori giallorossi a rivivere gli antichi fasti di un tempo, accompagnato dalla “scomoda” etichetta di “Profeta in patria”. Il rischio di farsi male era, dunque, dietro l’angolo. Le responsabilità che il bomber ha deciso di caricare su di sé sarebbero state fatali per chiunque, compresi i suoi predecessori, ma non per uno che ha fatto della scaltrezza e del coraggio dei veri mantra di vita.
Il numero 100, inoltre, in molte culture e credenze mistiche, è legato alla rappresentazione di Dio. Esatto, se attraverso un sondaggio, riuscissimo a cogliere il sentimento e l’idea che accomuna i sostenitori delle Aquile verso il proprio Capitano, il termine ultimo che meglio esplicherebbe tale connotazione sarebbe riconducile alla figura di un Dio.
Un Dio dai tratti atipici, con indosso la casacca numero 9, condita da un tocco di eleganza sopraffina, la tradizionale fascia da capitano e quei tocchi di classe, capaci di accedere la luce anche nelle serate in cui il tasto “on” fa fatica ad essere premuto.
Diverse volte, Pietro è stato abile nell’accendere l’interruttore, perlopiù in un malinconico mercoledì di fine estate, più precisamente il 4 settembre scorso, quando tra l’abbassarsi delle temperature e qualche piacevole goccia di pioggia a portar via la calura estiva, ha siglato la firma sul rinnovo del contratto fino al 2026.
Analogamente alle firme sul tabellino marcatore, probabilmente quel che meglio si sposa con proprio modo di essere. Ad esempio, i Pitagorici consideravano il Cento come un numero divino in quanto lo stesso è il quadrato di dieci, ovvero il numero perfetto.
E non importa se il non sia il quadrato perfetto di nove, basta leggermente scorgere un po’ la vista per abituarsi e godere del talento e dei colpi di genio di chi indossa il nove, pensa da dieci e ne ha fatti cento, non di gol, ma di presenze in maglia giallorossa. E, a tal proposito, saranno Cento anche le reti fino al 2026 e oltre, ne siamo certi. Per una storia destinata a non finire, se non quando sarà il Re a deciderlo.
Non temete, il Re non ha intenzione di abdicare.