Il Personaggio | Pietro Iemmello, un Principe divenuto Re

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“A me è maggio che mi rovina e anche settembre, queste due sentinelle dell’estate: promessa e nostalgia”. È risaputo, il lasso di tempo a cavallo tra gli ultimi scorci del mese di maggio e l’avvento delle prime avvisaglie della stagione estiva, permettono di tirare le somme, dunque tracciare un bilancio di quel che è stato. Occorre ammettere, però, che non sia proprio così per chiunque. Per comprendere, sarà necessario proiettarsi a quel che accadrà tra qualche settimana, più precisamente il 19 del mese in corso, con l’avviamento dell’esame di maturità, che, come di consuetudine, prende vita per mezzo di un “must” riproposto nel corso del tempo: la colonna sonora di sempre, quella che ognuno di voi ha conosciuto e intonato almeno una volta nella vita, “Notte prima degli esami”, tra i più celebri brani di Antonello Venditti, uno che, i colori giallorossi li ha tatuati sulla pelle, fin dalla tenera età.

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Quale miglior occasione, se non quella di “narrare le gesta” di uno che aveva in testa solo un obiettivo: indossare il giallorosso, in veste di calciatore, imperatore, o meglio ancora, di Re. È vero, si tratta due tipi di giallorosso differenti, quello romanista e catanzarese, uniti da un’intensa propulsione amorosa che li accompagna.

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“Maturità, t’avessi preso prima …”. Certamente, l’espressione maggiormente utilizzata negli ultimi, concitati istanti dagli alunni in preda alla trepidante inquietudine di fine anno scolastico. La “stagione” didattica si conclude in maniera stimolante, condita da quell’adrenalina che non guasta mai. In egual guisa, potremmo affermare sentimenti simili anche per quel che concerne l’annata del Catanzaro. Entusiasmante fin dalle sue battute iniziali, costante nell’andamento, inebriante fino al termine, lo stesso che ha lasciato l’amaro in bocca per il risultato maturato in quel di Cremona. Non male, dunque, per una formazione che aveva come principale obiettivo quello di salvarsi, arginando quasi tutte le compagini avversarie, fermandosi solo contro uno scoglio di più ampia portata, per un’imbarcazione che avrebbe dovuto fermarsi al porto più vicino.

Esame di maturità superato a pieni voti, al quale è mancato solo la lode per considerarsi perfetto. Appunto, perfetto è anche il termine da associare al condottiero che ha ormeggiato la scialuppa senza mai perdere di vista la rotta, colui che nel Pagellone conclusivo di fine anno scolastico, ha meritato voto 10 (LEGGI QUI), eppure “secchione” non lo è mai stato. Si è guadagnato lo status di “primo della classe”, nonché “Re della classe stessa”, semplicemente innamorandosi della disciplina da studiare, sposando appieno la causa da portare a termine. Sposando la “sua” Signora, da qualche stagione lontano dai fasti gloriosi di un tempo, tornata ad essere, ancora una volta, la più bella di tutte.

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Imperatore, cavaliere o principe nello stesso frangente. Avete ben capito di chi stiamo parlando, Pietro Iemmello, proprio lui, “il Re del gol a Catanzaro”.

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La denominazione assegnategli permette di captare immediatamente come non sia possibile collocare la divinizzata figura del numero 9 giallorosso attraverso uno dei sostantivi sopra citati, ma si rivelerà più semplice ipotizzare come effettivamente lo stesso Pietro possa essere ascrivibile ad ognuno dei tre.

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Imperatore. Ci perdonerà il buon Venditti se nel trattare le vicende di qualcuno che si è consacrato alla massima carica esistente, faremmo nuovamente un cenno storico a Roma, perlopiù prendendo in prestito l’ennesimo dei suoi capolavori prodotti: “Giulio Cesare”, brano diffuso a partire dal 1986.

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Non era ancora venuto al mondo Pietro in quegli anni, forse neppure qualcuno di voi, ma vi basterà sapere che il cantautore romano inserirà nella raccolta “Venditti e segreti” entrambi i brani appena citati, che torneranno nel corso della narrazione. Tenetevi forte.

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“Nasce qui da te, qui davanti a te Giulio Cesare”. Non ci è dato sapere se sia stata una coincidenza dettata dal destino o una pura casualità, ma la “creatura” Catanzaro risiede i propri natali nel mercato invernale del 2022, concomitante all’arrivo del bomber in prestito da Frosinone.

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In Ciociaria, “Re Pietro”, avrà l’opportunità di confrontarsi e di essere allenato da qualcuno che, probabilmente, avrebbe fatto sì che venisse fuori un duello “rusticano” a colpi di attacchi e marcature, parliamo di Alessandro Nesta ovviamente.

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L’attuale tecnico della Reggiana che, in occasione della gara di ritorno disputata tra le Aquile e i granata, dedicherà parole al miele ad uno dei suoi pupilli del reparto avanzato: “Iemmello è un giocatore intelligente, di livello. Capisce il calcio prima dell’allenatore! Sa fare tutto: il regista offensivo, il capitano, parla con i giocatori, quando non riescono a palleggiare va a fare superiorità e poi, quando gli capita, la mette dentro. A Catanzaro ha ritrovato la strada giusta(LEGGI QUI).

Nesta e Iemmello

Ops, Nesta ci ha appena smentito. Accanto alle connotazioni di “imperatore, cavaliere e principe”, occorre aggiungere qualche accezione tecnica che meglio si addice alle sue caratteristiche “regista offensivo, capitano”. Re, aggiungeremmo noi. Giulio Cesare, direbbe Venditti.

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Viene, a tal proposito tramandato, anche il numero di nemici che l’imperatore romano aveva sommato nel corso degli anni. Possiamo ammettere con certezza che di “nemici”, altresì, Pietro ne ha accumulati col tempo. E non perché sia un dittatore del calibro di Cesare, semplicemente perché capitan Iemmello è un personaggio divisivo, uno di quelli che non conosce diplomazia nell’esporsi, o meglio, forse, trovandosi nel mondo del calcio da diversi anni ne è anche a conoscenza, ma preferisce non utilizzarla.

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Esattamente come Giulio Cesare, sente il rumore dei nemici, analogamente a quello dei difensori avversari affrontati sul rettangolo verde ma non fa nulla per intimorirli, preferisce farli godere delle sue giocate per poi batterli.

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Momento. Se vi venisse proposto di compiere un ricorso storico in cui verranno citate alcune delle seguenti località: Farsalo, Alessandria, Nilo, Tapso, siamo certi che nessuna di queste susciterebbe in voi qualche particolare emozione. Vi capiamo, si tratta delle vittorie ottenute dall’imperatore romano, in un periodo di tempo così lontano dai giorni nostri che sarebbero impossibile da immaginare, ipotizzabili solo per mezzo della visione di qualche docufilm.

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21 modi per dirti ti amo – Venditti nell’album “In questo mondo di ladri”, traccia numero sette. Sora, Acireale, Pescina, Roma, Benevento, Salò, Potenza, Albinoleffe, Padova, invece le ricordate tutte, lo sappiamo. Le “frustanti” tappe compiute da una squadra che, pur modificandosi e cambiando volto negli anni, ha sempre mantenuto un’unica tendenza negativa, fallire clamorosamente nelle partite decisive, generalmente coincidenti con i playoff.

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Eppure, da lontano dalla sua fortezza, vi era un Re che, nel suo lungo peregrinare non smetteva di amare e difendere i colori della città natale. Sono state molte più di ventuno le volte in cui Pietro ha proferito le due sillabe dell’amore, a partire dal settore giovanile della Fiorentina, laddove si è formato calcisticamente.

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Miraggi – traccia numero due del medesimo album. Da Firenze a Frosinone, passando per Foggia, Sassuolo, Benevento, Perugia, oltre ad un breve pit stop nelle Canarie, lasciando il segno ovunque, in ogni luogo calpestato.

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Di un Principe, meglio, di un attaccante principe, possono avere memoria tutti, ma è a casa che si diventa Re. Tuttavia, Pietro “a casa” non ci aveva mai giocato (con il Catanzaro, s’intende), probabilmente per via dello scetticismo insediato dalla famosa sindrome del “profeta in patria”, costretto a diventar subito grande prima che venga soppesato come un fallimento. “Sembrava un miraggio”, disse al momento dell’approdo tra le fila delle Aquile, così era stato.

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Ricordati di me – traccia numero uno. Ecco svelato il motivo per il quale chiunque appassionato di fede giallorossa non dimenticherà le gesta del suo Re, essenzialmente perché il Capitano non ha avuto paura di fallire.

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Certamente, la storia è immutabile e la stessa sancisce come un’altra semifinale playoff sia stata persa, ma nessuno oserà mai vedere la sconfitta di Cremona come un fallimento. Semmai come il punto di partenza di un percorso avvincente.

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“Lo sai o non lo sai, che per me sei sempre tu la sola, chiama quando vuoi, basta un gesto forse una parola” – Ricordati di me. Difatti, Catanzaro è stata la “sola” città in cui Re Pietro ha siglato trenta gol in un’intera stagione di Lega Pro e messo la firma su diciassette reti nel campionato cadetto appena concluso.

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La storia è scandita dai numeri, certo, ma anche da una chiamata arrivata nell’invero di due anni fa, da un gesto tecnico per mettere la palla nel sette o forse da una parola: “Re”.

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“Ricordati di me (…), ricordati di te com’eri prima, il tempo lentamente si consuma”. Per certi versi, si fa fatica a ricordare di un Catanzaro senza Iemmello, quasi sembra non sia mai esistito. Eppure c’è stato e ci sarà, probabilmente, in un futuro lontano. Perché il Re non ha intenzione di abdicare.

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“Più passa il tempo, più mi sento meglio”, queste le sue dichiarazioni rilasciate nel post gara del turno preliminare contro il Brescia. Avrà, certamente, nuovi nemici da fronteggiare e, magari, provare a sconfiggerli. Con l’aura dell’imperatore, come sempre.

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E se, come intona Venditti “C’è un cuore che batte nel cuore di Roma”, ad oggi, è possibile attestare con notevole convinzione che “C’è un cuore che batte nel cuore di Catanzaro” ed è quello del Re, Pietro Iemmello.

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