“Luce in fondo al tunnel […] Sembrava quasi fosse necessario dover riaccendere la luce. Un barlume che poteva destare l’impressione di essersi assopito per via delle note vicende che, seppur per breve tempo, hanno scompigliato i piani in casa giallorossa.
Ma si sa, “l’amore è come il fuoco, che se non si propaga si spegne”. L’interrogativo che poniamo in essere, dunque, appare di semplice comprensione: “E’ possibile spegnere una fiamma che arde in un modo così impetuoso?” Siamo ben consapevoli che, nel momento stesso in cui sia stata letta la domanda, abbiate già formulato un’imminente risposta. Tuttavia, crediamo possa rivelarsi comune ai più.
D’altro canto, è risaputo molte volte l’amore non basta. Chissà quante volte sarà capitato di sentirci anche solo sussurrare questa citazione così malinconica, a tratti nostalgica, disprezzandone le diverse sfumature di significato che una banale espressione può assumere. Eppure è così. L’amore, spesso non basta per colmare i vuoti lasciati da terzi. Per captare ancor meglio quanto espresso vi aggiorneremo sul fatto che per quanto possiate detestare la stagione calda per via dell’afa trasfigurata in ogni momento della giornata, l’avvento del mese di settembre non si rivelerà il rimedio naturale per superare la cotta estiva che, come ogni anno, si insedierà nelle vite di ognuno. Siamo consapevoli occorrerà più tempo per dimenticare quel déjà-vu nel quale siete ricascati.
Ecco, non era nelle nostre intenzioni impietosirvi o mettervi in guardia sui sentimenti da provare, ma, come già ribadito, l’amore può non bastare. Magari perché la famosa infatuazione che credevate sarebbe durata per sempre, ha terminato le vacanze ed è dovuta tornare nel proprio luogo d’origine. Oppure perché la stessa ha preferito spostarsi altrove per proseguire la propria villeggiatura.
Potremmo affermare con relativa certezza che, quanto descritto nelle righe precedenti, possa essere conforme con quanto accaduto al Catanzaro nell’ultimo mese della sua storia recente. No, non si parla di qualcuno che è stato sedotto e, successivamente, abbandonato, ma di un amore travolgente che, come il fuoco, se non alimentato si spegne. Più semplicemente, si è trattato della chiusura di un cerchio, inaugurato da una spiacevole semifinale playoff, culminata con l’amaro in bocca in quel di Padova e conclusasi con un’altra semifinale persa, ma questa volta sommersa di applausi e lacrime di gioia, qualche mese fa ormai, a Cremona. Se l’amore è così, vale la pena di essere vissuto.
Da dove ripartire allora? E’ vero, lo ammettiamo, è stato come spegnere la luce. Soprattutto perché quando vengono meno due dei fari più luminosi dell’impianto elettrico, prendere la scossa è un attimo. Gli addii imminenti, oltre quello già descritto dell’ex tecnico Vivarini, cui si sono aggiunti Fulignati e Vandeputte facevano presagire al peggio, come quando, da bambini, il giocattolo preferito, al quale siamo maggiormente legati, si rompe. In quel caso la reazione è quasi sempre la medesima. Non ci resta che piangere nel tentativo di essere compresi da qualcuno di più elevata esperienza, oppure innamorarci di un nuovo giocattolo. In fin dei conti, scopriremo che siamo cresciuti e consequenzialmente con l’aumentare dell’età, sarà necessario anche modificare gli strumenti con cui, abitualmente, ci si intratteneva giocando.
Dunque, nel cassetto dei ricordi, vengono conservati le rimembranze d’infanzia per svilupparne delle nuove in un periodo più maturo. Così funziona la memoria umana. Così funziona l’amore.
[…] boccata d’aria. Esattamente. La classica boccata d’aria a cui si fa riferimento, soprattutto nei concitati momenti di forte calura, arriva solamente quando si è pronti a percorrere lo step successivo, coincidente col momento in cui ci si sente predisposti a dare e ricevere nuove propulsioni amorose. Si riparte sempre dallo stesso punto. Fino a quando sarà l’amore a inondare di bagliori le fiamme, il fuoco si manterrà più incandescente rispetto al passato.
E, una piazza come Catanzaro che, non casualmente, contiene al suo interno i colori dell’amore e del fuoco (appunto, il giallo e il rosso), è capace di riservarsi sterminate quantità di amore di cui nutrirsi quotidianamente. E’ noto sia così già da tempo. Lo hanno compreso proprio tutti.
Lo ha compreso il nuovo allenatore delle Aquile, Fabio Caserta, che non ha tentennato neppure un secondo quando si è presentata la possibilità di sedere sulla panchina del “Ceravolo” da padrone di casa. Per un calabrese doc come lui, nativo di Melito Porto Salvo, sarebbe stato semplice poter “toccare con mano” quanto la passione dei supporters di fede giallorossa sia costantemente tenuta viva da quel fuoco che arde incessantemente, avendo vissuto anche da protagonista la doppia sfida dello scorso campionato nel derby di Calabria tra lo stesso Catanzaro e il Cosenza, ultima squadra di cui è stato tecnico lo stesso Caserta.
Più complicato, quindi, che la stessa onda emotiva si possa spargere anche in Puglia, precisamente a Bari, luogo che i giallorossi conoscono molto bene visti i duelli sempre appassionanti disputati in Lega Pro tra le due compagini e l’ultima emozionante gara di Serie B andata in scena al “San Nicola” quasi un anno fa ormai, terminata con un pirotecnico 2-2. Eppure occorre ammettere come anche il neo DS del Catanzaro, Ciro Polito, abbia assaporato quanto amore possa essere sprigionato da un fiume costantemente in piena di emozioni.
Due stagioni certamente non memorabili per entrambi, visto l’esonero di Caserta maturato in seguito alla fatale sconfitta nel derby del 3 marzo scorso, che tanto cara è costata la panchina all’ex tecnico del Benevento, pur trovandosi in una ragguardevole posizione di classifica, maturata fino a quel momento con il Cosenza.
Osservando la graduatoria dello scorso campionato in cadetteria, verrebbe da credere che nello scorgere tra le righe e notare il Bari saldo in diciassettesima posizione, potrebbe esser stato frutto di un errore di lettura o di battitura della stampa e invece no, è esattamente così. Perché come affermato anche dal direttore sportivo nella conferenza stampa di presentazione di qualche giorno fa: “Ci sono stagioni che nascono per morire”, dopo la grande abbuffata di emozioni dell’annata precedente.
Non spaventatevi, anzi, la celebre serie televisiva britannica prodotta da Robert S. Baker, dal titolo “Attenti a quei due”, dovrebbe lasciar ben sperare. Ecco, per sapere maggiori informazioni “affacciarsi” sulle zone di Castellammare di Stabia e chiedere cosa sia stato fatto nel lasso di tempo compreso tra il 2017 e il 2020 dai due protagonisti della narrazione. Una promozione in Serie B conquistata e diversi prospetti portati in “auge” dal meticoloso lavoro svolto dal comune intento di Polito prima e Caserta poi.
Il buon Max Pezzali dal quale abbiamo “rubato” la locuzione di apertura, all’interno della propria discografia, ha intonato brani del calibro di: “Fai come ti pare” o “Me la caverò”, pur costatando che i più rinomati successi del cantautore pavese siano da rimandare a: “Lo strano percorso” o “Il mondo insieme a te”. Non è un caso che la colonna sonora scelta richiami lo stretto legame che intercorre tra gli stessi Caserta e Polito.
Quel che è possibile dichiarare con certezza che il mondo (del calcio) insieme, vissuto nello stesso ambiente, costituito da comunione di propositi deve essere stato decisamente bello quando i due hanno avuto modo di viverlo assieme. Il patron Noto, scherzando, ai microfoni, non ha nascosto la propria soddisfazione nell’aver “ricostituito un’accoppiata vincente”, ricongiunta da uno “Strano percorso”.
E’ stato tortuoso e, a tratti, di non semplice lettura, il “percorso” che ha ricongiunto allenatore e direttore in quel di Catanzaro, poiché dopo la separazione avvenuta in seguito all’avventura vissuta in terra campana, il tecnico ha proseguito il proprio tragitto verso l’Umbria, più precisamente a Perugia, per poi tornare nuovamente in Campania, in tal caso, a seguito del Benevento. Dunque, pit-stop tra le fila giallorosse (della Strega) e poi, viaggio di ritorno a Sud, sempre in Calabria ma in maglia rossoblu.
Torno subito (Album Time Out-2007). Si sono sfiorati più volte nel corso delle loro esistenza, Fabio Caserta e il Catanzaro, senza mai toccarsi completamente. Ma, è risaputo, quando il fuoco arde è capace di spargersi ovunque. Ed ecco che se l’occasione tarda ad arrivare da calciatore, può presentarsi più volte da allenatore, per il postulato che è falsa l’ideologia che certi treni passano solo una volta nella vita. Il treno di Caserta in direzione Catanzaro era passato anche quando, dopo la straripante vittoria del campionato di Lega Pro da parte delle Aquile, era lecito porsi degli interrogativi sulla gestione futura. Conclusasi la vicenda con un nulla di fatto, vista la riconferma del tecnico Vivarini.
E allora, se la “vita è un viaggio”, come intona Max, quale modo migliore se non quello di ripassare dal “VIA!”, aggiungeremmo noi. Catanzaro e il Catanzaro sono riapparse da lontano lungo il binario, per poi avvicinarsi sempre più al finestrino del passeggero. Questa volta può rivelarsi la situazione adatta. Per un uomo che ama la sfida, il giallorosso sarà una sfida che ama l’uomo che intende sposarla.
Il mio secondo tempo (Festival si Sanremo-2011). Il secondo tempo della vita di Ciro Polito che, dopo aver concluso la carriera da calciatore, ha intrapreso, appunto, quella di DS nella Juve Stabia, è iniziata quando, lasciando Castellammare, si è prima recato ad Ascoli e poi a Bari, dato l’ottimo lavoro svolto, soprattutto grazie al proprio fiuto e alla propria intuizione balistica nello scovare calciatori semi-sconosciuti nei campionati minori e consegnare loro la possibilità di costruire la carriera in categorie superiori. “Pescare” nel grande serbatoio di talenti di cui dispone la Serie C e accompagnare i giovani nel percorso di crescita, a cavallo tra la cadetteria e la massima serie è uno dei grandi meriti da attribuire all’ex estremo difensore dell’Atalanta.
La mia banda suona il rap (Album in cui ha collaborato Max Pezzali-2006). Non ci è dato conoscere se nella stagione che verrà, le Aquile suoneranno il rap oppure come nella celebre versione di Ivano Fossati “… il rock”, ma abbiamo prontezza del fatto che la banda suonerà e si esibirà, perlopiù perché con due caratteri e due personalità così forti sarà impossibile decidere di non esibirsi. E anche se lo spettacolo sarà di musica classica, non avremo remore nell’ascoltare. D’altronde, abbiamo amato Mozart in ognuna delle sue differenti sinfonie e ci siamo innamorati di ciascuna delle sue “sonate”, volendo godere solo dello spettacolo offerto.
E allora … “attenti a quei due” capaci di rivelarsi “forti come il rock’n roll (magari anche di suonarlo), una scarica, uno shock elettrico”. Ah, ma non erano proprio queste le sensazioni destate dall’amore?