Il secondo tempo della vita di Antonini a Catanzaro. Colonna portante nel girone di ritorno lo scorso anno, in estate le sirene dalla Serie A e poi l’infortunio, con un bel po’ di panchina. Il centrale difensivo di Porto Alegre, però, resta un ministro della retroguardia giallorossa e sta pian piano riprendendosi ciò che era suo, una maglia da titolare.
E pare non aver minimamente risentito delle settimane trascorse fuori, Matias Antonini, rientrato nei ranghi effettivamente a Palermo, per poi ristabilirsi al centro del terzetto, con i suoi muscoli, i suoi centimetri e la sua eleganza.
Ne approfitta per fare il punto della situazione, tra obiettivi personali e collettivi, il difensore brasiliano, tra i migliori del match pareggiato contro il Pisa, dove il Catanzaro avrebbe senz’altro meritato qualcosina in più. Ma lo 0 a 0 del “Ceravolo” non è certo risultato da cestinare, anzi.
Prima di tutto, l’analisi della partita: “Sia la prima o l’ultima in classifica, scendiamo in campo sempre per vincere, la nostra mentalità è questa, il resto non ci interessa – premette Antonini nel post-gara -. Abbiamo avuto più di un’occasione per far loro male e se in partite così toste, contro avversari così forti come il Pisa, hai l’occasione, devi punire, altrimenti diventa tutto più difficile”. Idee chiare, dialettica e determinazione. La fotografia perfetta.
“Abbiamo fornito veramente una buona prestazione – continua -, anche noi in difesa abbiamo fatto il nostro, perché hanno corso tutti, dando l’anima! E quando ciò avviene, hai dei compagni così, è più facile difendere”.
Un pareggio che rinsalda le convinzioni del Catanzaro, perché in classifica cambia poco: “Ci è mancato solo il gol contro un avversario che ha tanta qualità – sostiene Antonini -. Abbiamo fatto tutto ciò che dovevamo fare, costruire, difendere, giocare. Per quanto mi riguarda, cerco sempre di dare il massimo”.
Ecco, a proposito delle sfumature personali, il ragazzo è concentrato a mille: “Da quando ho patito quel problema fisico mi sono messo in testa di voler rientrare al massimo e fare ciò che so – ammette -. Quindi sono contento di essere tornato, riuscendo a far bene”.
Di conseguenza la concorrenza è immutata e Caserta sfoglia la margherita per gli interpreti di difesa, tra i quali adesso è Brighenti a sedere in panchina: “Sì, per il mister è dura scegliere! Siamo in cinque per tre ruoli (includendo anche Cassando). A me è toccato star fuori per un periodo, ma nel calcio occorre lavorare e accettare le scelte, perché il gruppo viene prima di tutto. Chi gioca sta dimostrando di far bene, confermando la bontà delle scelte dell’allenatore”, dice.
“Il calcio è così, si deve ruotare – aggiunge –, ma è fondamentale restare sempre sul pezzo, per poi farsi trovare pronto quando si va in campo”, sottolinea l’ex difensore del Taranto.
Ed è risaputo che, nelle doti di Antonini, vi sia il fiuto del gol. Al momento, però, la casella è vacante: “Il mio primo obiettivo è non prenderli, poi se capita di segnare è meglio – ironizza -. Quando non subisco gol, come oggi, sono contento più di quando riesco a segnare! Io sono quello di sempre, mi ritengo un ragazzo serio, che cerca di fare le cose al massimo per aiutare la squadra”.