Impressionanti, ma sempre umili

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Siamo forti, se ne accorgerebbe anche un appassionato di curling. Non è una notizia, nulla di cui stupirsi ormai. 

Negro Carburanti

Il vocio sempre più insistente di stampa, addetti ai lavori e tecnici delle altre piazze, è diventata una voce unanime: il Catanzaro è forte. Per alcuni lo è anche “troppo”. Ma non è questo il punto, non dobbiamo autoincensarci o specchiarci come il Narciso di Caravaggio. Abbiamo dei valori (di gioco e individuali) che evidentemente poco hanno a che vedere con questa categoria, ma ciò che impressiona è l’atteggiamento di questo gruppo, l’ardore, riprendendo quanto da noi espresso sabato nell’immediato post-gara, interpellando personalmente mister Vivarini. 

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Davanti alla nostra osservazione, il tecnico abruzzese – che ancora metabolizzava l’emozione di aver fatto ritorno in una città che lo tratta come un figlio – persisteva a glissare, quasi a non dare importanza a questo aspetto, a dimostrazione di quella umiltà e di quella concentrazione che lui stesso predica fin dal ritiro, come filo conduttore del lavoro svolto dalla scorsa stagione. 

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Riavvolgendo il nastro del poker di Torre Del Greco, ciò che impressiona – dicevamo – è la soggezione incussa nella Turris: al cospetto di Vandeputte, Biasci e Sounas, i corrispettivi corallini non facevano altro che spazzare via frettolosamente, talvolta maldestramente, quasi a dire “Come la portiamo a casa, la pelle, oggi?”. Il Catanzaro ha fatto un sol boccone di quest’altro avversario, senza concedere nulla, riscuotendo l’onore delle armi dell’allenatore avversario, il quale non ha potuto far altro che levarsi il cappello senza troppi giri di parole, per questa squadra, pur con l’attenuante delle assenze e delle sostituzioni abbozzate senza tener troppo conto delle conseguenze. 

Trinkenhaus

“Avevamo la partita di Cerignola davanti agli occhi, non potevamo permetterci il lusso di giocare ‘sotto ritmo’, dovevamo essere noi i padroni del campo”, aveva detto mister Vivarini (LEGGI QUI) e siamo certi che i suoi ragazzi avranno capito l’antifona, alla luce di quanto è stato offerto in campo, ma soprattutto avranno recepito un messaggio in particolare: restare coi piedi per terra perché – sempre parafrasando il trainer dell’US – “non dobbiamo assolutamente rilassarci e perdere tensione, ma mantenere queste prestazioni fino alla fine”. Già, fino alla fine, avversario dopo avversario.

E la Fidelis Andria, tra pochi giorni, dovrà essere affrontata come fosse la capolista, dimenticando dei suoi attuali tre punti in classifica, perché questo Catanzaro ha grande rispetto per tutti, ma paura di nessuno ed ogni gara dovrà fornire lo stesso tipo di interpretazione, la stessa carica agonistica, senza superficialità e armato di macete. 

Macinare punti e mietere vittime, per provare a presentarsi al derby, fra un mese esatto, con una condizione psicologica favorevole e poter tirare qualche bilancio. Il resto, poi, lo scriverà il campo. 

 

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