Ha vissuto (e vinto) troppe battaglie Filippo Inzaghi. Le più importanti che un calciatore possa sognare di vincere, fin da bambino.
Da allenatore, tuttavia, ancora qualcosa di incompiuto, quello “scatto” (lui che di “scatti” era esperto, sul filo del fuorigioco) che potrebbe farlo consacrare in massima serie, dimensione che bramerebbe raggiungere, stavolta col suo Pisa, poiché la Serie B ha dimostrato di conoscerla bene, negli anni.
E fa bene a crederci l’ex bandiera del Milan e della Nazionale, perché se Sassuolo guarda tutti dall’alto, il Pisa non molla la presa e resta in scia, al secondo posto, a tre punti dalla vetta e con un discreto margine sullo Spezia, distante sette lunghezze.
Un divario evidente tra terzetto di testa e tutte le altre – in termini di punti – sebbene per gli addetti ai lavori, in un girone di ritorno storicamente corrispondente ad “un nuovo campionato” (Caserta docet), il distacco tenderà ad assottigliarsi e si deciderà tutto verso le battute finali, tra marzo e aprile.
Intanto, sulla strada dei toscani, quel Catanzaro che all’andata aveva imposto il segno “X” all’Arena Garibaldi (uno dei tanti, ma diverso per prestazione e vigore) ed è per questo che Inzaghi non sottovaluta l’impegno, ma elogia l’avversario, soprattutto il collega Fabio Caserta.
“Se il Catanzaro ha incassato una sola battuta d’arresto nelle ultime quindici, perdendone tre in totale in tutto il campionato come noi, ci sarà un motivo – premette il tecnico dei pisani ai microfoni, proiettandosi alla trasferta in Calabria -. Sì, magari ne avrà pareggiate parecchie, ma è una squadra consolidata“.
Uno sguardo a statistiche e precedenti allora: “Il Pisa non vince a Catanzaro dal 1982, ma noi abbiamo infranto già molti tabù quest’anno – ironizza -. Siamo reduci da tre grandissime partite, perciò guardiamo con fiducia un impegno su un campo difficile, contro una squadra che gioca bene e dispone di giocatori importanti, specialmente Iemmello, bravo nell’andare quasi sempre in gol”. E se lo dice uno dei bomber più importanti della storia, il capitano delle Aquile può incassare questi complimenti come una medaglia sul petto.
“Caserta è un allenatore molto bravo, che mi piace e propone un ottimo calcio – aggiunge, rinnovando la propria stima per il trainer melitese -. Non a caso il Catanzaro è una delle prime squadre del campionato per possesso, quindi sarà una partita insidiosa, come abbiamo avuto modo di constatare all’andata. Siamo però consci della nostra forza e del fatto che molto dipenderà da noi. Insomma, siamo pronti a fare una grande partita”.
Senza svelare più di tanto circa gli assenti (mancherà sicuramente Vignato, il resto lo si capirà dalla rifinitura), l’allenatore preferisce glissare circa gli interpreti che impiegherà al “Ceravolo”: “Non siamo abituati a cambiare sistema per gli altri, anzi, mi auguro lo facciano gli avversari, visto il percorso che stiamo portando avanti! Ho grande stima del Catanzaro, ne conosciamo pregi e difetti e sappiamo cos’ha fatto lo scorso anno – sostiene – ma dobbiamo giocarcela come fossimo in casa. Per vincere ci vorrà il miglior Pisa, come sempre”.