“Bernardo m’accennava, e sorridea”, scriveva Dante nell’ultimo Canto della Divina Commedia, a proposito dell’intercessione Divina del Santo con la Vergine. Atterrando su dimensioni più terrene, blasfemia e confronti eccessivi a parte, i tifosi catanzaresi rievocano volentieri il “cenno” di un altro “Bernardo“. Sforzandoci di cestinare ciò che – piaccia o no – fa parte della storia recente (il clamoroso 0-3 alla prima di campionato che simboleggiava l’intenzione dell’allora presidente Cosentino, di gettare la spugna o il trenino patito in Coppa Italia da Moriero), dal cassetto dei ricordi peschiamo una cartolina, in particolare.
Quale? La “mitraglia” di Bernardo, centravanti del Catanzaro, che castigò i lupi in un derby datato 2015: per l’esattezza era il 15 febbraio. Il derby tra Catanzaro e Cosenza – sentitissimo, vista l’acclarata rivalità sportiva tra le tifoserie – si giocò all’indomani della festa degli Innamorati. Le casualità.
Fu una stagione che vide più ombre che luci, caratterizzata dal drastico repulisti attuato dalla società, dopo il flop Kamara e tutto ciò che ne scaturì in termini di esborsi in sede di mercato, al punto da attuare una vera rivoluzione nella sessione invernale, quell’anno. Tra i calciatori transitati sui Tre Colli (dagli stipendi non esosi, quasi tutti con la formula del prestito), proprio Vittorio Bernardo, attaccante siculo classe 1986, giunto dalla Paganese. Pochi gol in quel girone di ritorno, ma uno su tutti, dunque, è rimasto nell’antologia dell’US Catanzaro, per il peso e l’esultanza.
Quella sfida tra Aquile e Lupi non riscontrava eccelsi contenuti, vista la modestia delle squadre di Sanderra e Roselli. A ciò si aggiunga che, per antonomasia, si tratta spesso di partite tese, non proprio pirotecniche, “tirate”, dove il tasso tecnico lascia spazio all’emotività.
Qualche secondo dopo l’avvio della ripresa, Squillace pennellò un cross dalla sinistra: il poderoso stacco aereo con cui Bernardo surclassò Zanini (qualche anno dopo in giallorosso) fece venir giù il “Ceravolo”, la cui capienza era ridotta, con il settore Distinti come un cantiere: 5500 gli spettatori, 250 dei quali da Cosenza, in curva Est. Proprio all’indirizzo del settore ospiti, Bernardo si lanciò nel gesto della mitraglia, mostrando anche quei baffi hipster, in stile capitano Jack Sparrow! Un gesto che – per carità – non voleva sottintendere provocazioni o significati di altra natura.
L’esultanza, tra l’altro, scomoda un paragone illustre: la “mitraglia”, notoriamente, era consuetudine del grande Gabriel Omar Batistuta che, tra fine anni ’90 e nuovo millennio, aveva affascinato milioni di sportivi, con la maglia della Fiorentina prima e con quella della Roma successivamente.
Piccola curiosità: a suggerire al “Re Leone” quel tipo di esultanza – si seppe tempo dopo – fu il massaggiatore del club viola, prima di un Vicenza – Fiorentina, nel settembre ’98. Una partita che vide un gol di Batistuta – indovinate un po’ – con un imperioso colpo di testa, in apertura di partita… proprio come Bernardo!
Questo gesto divenuto iconico, leggendario, ha tratteggiato il cammino di uno degli attaccanti più forti del secolo, simpaticamente “copiato” da diversi calciatori, tra cui Bernardo: un attaccante dalla carriera di certo non altisonante, ma che ha legato il suo nome alla storia del derby calabrese.