Tanti i campioni passati dal “Militare” e non solo con la casaccia giallorossa. Campioni (affermati o che lo sarebbero diventati ben presto) spesso avversari, fischiati ma stimati.
Così come Gianluca Vialli aveva lasciato intravedere la sua grandezza, in quel pomeriggio di pioggia a Catanzaro. Appena diciannove anni, ma la stoffa del predestinato.
Dal nostro cassetto rispolveriamo una cartolina datata 27 novembre 1983, campionato di Serie B: sui Tre Colli atterrano i grigiorossi allenati dal compianto Mondonico, il quale aveva nel 19enne Vialli l’attaccante di maggior prospettiva, cremonese di nascita tra l’altro.
Se i lombardi viaggiano verso la promozione in A, le Aquile – guidate da Renna, subentrato a Corso – rasentano il basso della classifica e, purtroppo, a fine anno inciamperanno nella seconda retrocessione consecutiva, finendo in C. Quella partita, però, vede il Catanzaro vincere grazie ad un’incornata di Marino (in prestito dal Napoli) che, nell’andare ad esultare sotto la Ovest, rischia di scivolare per terra! Una scena che ancora molti ricorderanno.
Il giovane Vialli si fa notare per le sue giocate, anche per un carattere grintoso, non solo per la chioma riccioluta: una grinta esposta in una pallonata verso l’inferriata della curva di casa, forse in risposta a qualche fischio dai supporters giallorossi.
Spalle larghe, spessore, doti tecniche, intelligenza tattica, oltre alla dialettica che lo avrebbe contraddistinto anche in qualità di figura prestata al giornalismo, anni dopo: Vialli resterà tra i giganti del calcio italiano che hanno calcato il manto erboso del “Militare”.