Una ventina, circa, i precedenti totali tra Salernitana e Catanzaro, prevalentemente tra Serie C e cadetteria, ma vi è un comune denominatore, un dato inequivocabile: bilancio nettamente a favore dei granata, che non hanno mai perso in casa contro le Aquile.
Eppure l’Arechi evoca ricordi indelebili nei supporters giallorossi, che domenica saranno tremila, tra settore ospiti e Distinti. Un trend da invertire per l’US.
I primi incroci tra due nobili realtà sportive del meridione risalgono agli anni Trenta, all’epoca in cui la società calabrese era denominata “Catanzarese“.
Frugando tra i ricordi della storia recente, sbuca una cartolina che rimanda a quasi dieci anni fa, al campionato di Lega Pro 2014/15.
Il Catanzaro dei flop Moriero e Kamara arriva senza una sua quadratura del cerchio: a gennaio, infatti, verrà attuata una drastica rivoluzione, con la cessione di coloro che avevano deluso le aspettative e l’arrivo di calciatori dal tasso tecnico e dall’ingaggio inferiore, ma che hanno dato l’anima.
A guidare la Salernitana (dopo il clamoroso esonero di Mario Somma prima dell’inizio del campionato), ecco Leonardo Menichini, vecchia gloria del Catanzaro Calcio.
I giallorossi passano con Rigione in avvio di ripresa, ma la doppietta di Calil, che ribalta la partita, sa di beffa, soprattutto il gol del 2 a 1 giunto al 94′.
Il Catanzaro chiuderà la stagione nell’anonimato, mentre la Salernitana centrerà la promozione in Serie B.