Ogni partita, una cartolina. Un ricordo, un frammento di passato che capita inevitabilmente di estrarre dall’album, per rispolverarlo e assaporare sensazioni di un tempo andato, ma comunque legato all’attualità. E il momento, forse, più eloquente, legato a Venezia – Catanzaro, gara in programma per venerdì alle 20.30, al “Pier Luigi Penzo”, stavolta non riguarda il campo, ma una partita che non c’è stata. Non la sera del 2 aprile 2005, perlomeno.
Nelle ore precedenti, il fiato sospeso per una notizia che teneva il mondo nell’incertezza, quasi nella rassegnazione: il Pontefice, Giovanni Paolo II, viste le gravi condizioni in cui versava da giorni, stava per spegnersi. Diversi, gli scenari aperti, anzi, uno solo: la sospensione di tutte le attività. Decisione che venne poi resa ufficiale.
In segno di lutto, dunque, il CONI deliberò lo slittamento di una settimana delle manifestazioni sportive, incluse le partite di tutti i campionati.
Encomiabile la tifoseria giallorossa, anche in quella circostanza, nonostante una squadra destinata alla retrocessione. L’inizio del millennio non era ancora del tutto “informatizzato” ed era consequenziale che, non potendo disporre di smartphone o altri dispositivi connessi alla rete, non fosse possibile essere aggiornati in tempo reale.
Per questo motivo, gran parte dei supporters catanzaresi (specie coloro che partirono in treno dalla Calabria, il giorno prima), dovettero affrontare interamente il viaggio, attraversando lo Stivale, salvo poi giungere a destinazione, prendere atto del rinvio del match e rimettersi in viaggio verso casa, per poi tornare in Laguna già dopo una manciata di giorni, senza avere il tempo di riassorbire il trambusto. E tutto ciò per amore per le Aquile.