L’obiettivo è ritagliarsi quello spazio necessario per far capire che è tornato ad essere il centravanti che tutti conoscono.
All’attivo già un gol ed un assist che hanno salvato il Catanzaro da due sconfitte. Ed ora, Andrea La Mantia, scalpita per una maglia da titolare domenica contro il Sudtirol.
Giunto sui Tre Colli in prossimità della chiusura del mercato, l’esperto attaccante si è raccontato ai microfoni del Poligiovino andando, sviscerando le proprie sensazioni – a cominciare dall’impatto con la realtà giallorossa – gli obiettivi personali e quelli collettivi.
“Personalmente mi sento a casa, sono dieci anni che vengo a qui poiché mia moglie è catanzarese”, esordisce.
“Catanzaro è una piazza che non si può mai rifiutare – aggiungie -, a prescindere dai legami familiari. Ora voglio vivere questa stagione al massimo e giocare per tornare ai miei livelli”.
“Sono di proprietà della SPAL ma mi auguro di restare a lungo – ammette l’ex Feralpisalò – perché è una piazza caldissima ed in queste circostanze io mi esalto”.
È però tempo di pensare alla sfida di domenica, che vedrà il Catanzaro impegnato al “Ceravolo” contro il Sudtirol e a tal proposito il bomber romano sa dell’importanza di ottenere l’intera posta in palio: “Sono concentrato e determinato a vincere domenica – dichiara il numero 19 giallorosso -. Non se giocherò ma sono a disposizione. Siamo una squadra competitiva”, sostiene.
A proposito di quella che è una delle sue peculiarità, determinante contro il Modena, rivela: “Sono un abile colpitore di testa – precisa – e cerco di sfruttare questa caratteristica”.
“Contro il Sudtirol – rimarca La Mantia – servirà solo la vittoria. Loro sono la classica squadra complicata di questa serie B, sanno difendersi compatti per poi ripartire”.
E su quelli che sono i margini di miglioramento delle Aquile: “Noi abbiamo ancora tanti margini di crescita e stiamo dando segnali positivi – sottolinea l’attaccante giallorosso – a livello quantomeno caratteriale”.
“Chi mi ha impressionato tra i miei compagni? Molti, ad esempio Iemmello, che già conoscevo, ma la cosa che maggiormente mi ha impressionato – evidenzia – è l’unità di questo gruppo”, conclude.