La rivincita di Biasci: “Ero certo di poter fare bene in B”

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Su queste colonne avevamo definito Tommaso Biasciguerriero d’élite” (LEGGI QUI), parafrasando la celebre serie d’animazione Dragon Ball. Ed evidentemente avevamo ragione, perché all’attaccante toscano, colonna portante del Catanzaro, occorre dare la medaglia al valore per non aver mai mollato.

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Sì, perché ci fu un tempo in cui Tommaso pensava addirittura di smettere col calcio: la gavetta in Lega Pro, poi, inaspettatamente, il doversi riadattare e mettersi nuovamente in discussione tra i Dilettanti. Dunque la rinascita, che fa rima con Catanzaro. Adesso che il ragazzo di San Giuliano Terme è approdato tra i cadetti, vuole solo crescere, restarci (come minimo) e magari migliorare, perché questa, senza dubbio, è l’occasione della vita.

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Sabato scorso l’incornata da vero ariete, uno tra i suoi gol più belli (“mi piacciono tutti i gol, anche sulla linea!”, sorride) e ora la chance di lasciare il timbro in casa della capolista Parma, che non ha mai perso tra le mura amiche. Almeno finora. La sosta, quindi, ha consegnato all’US diversi spunti da approfondire.

“Abbiamo approfittato di questi dieci giorni per recuperare energie e qualche acciaccato – ammette Biasci, dai microfoni del Poligiovino -. Siamo carichi e stiamo bene dopo il buon pareggio di Brescia, dove indubbiamente avremmo potuto far meglio ma, data la portata dell’avversario, per di più in trasferta, c’è da essere comunque contenti. Già dalla scorsa settimana stiamo preparando la gara di Parma, consapevoli che sarà dura“. 

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Quindi, la chiave di lettura tattica, sull’1-1 maturato al “Rigamonti”, in un match nel quale le Aquile non sono da ritenere esenti da sbavature: “Non abbiamo sfruttato le ripartenze che abbiamo avuto, siamo arrivati diverse volte sugli esterni ma è mancato l’ultimo passaggio in fase di finalizzazione – rivela il numero 28 giallorosso -, però abbiam fatto una buona partita difensivamente anche se ci siamo abbassati. In un campionato del genere occorre anche questo e lo stiamo facendo bene”, dice.

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Lo stupore palesato da mister Vivarini, in un’intervista, giorni fa, sul perché Biasci non fosse arrivato in B prima (lui, vicino ai trent’anni), sviscera le perplessità di tifosi e addetti ai lavori. Ma l’attaccante non se ne fa un cruccio, anzi, accoglie il corso naturale del tempo, a suo dire: “Come dicevo a inizio stagione, ero certo di poter fare bene in questa categoria, soprattutto con questa squadra. Sì, sarei potuto arrivarci prima, però voglio credere di esserci arrivato con la maturità giusta, nella squadra e nell’ambiente giusti, perciò sono contento – osserva -. Ovviamente voglio continuare a far gol decisivi per portare più in alto possibile la squadra”.

Biasci, allora, si apre nel confidare sensazioni del passato, che si ripercuotono su un presente costellato da successi: “Finita l’avventura in Serie C non avevo più squadra, così sono ripartito dalla D, restandoci due anni – tra Ponsacco e Massesse -. Stavo quasi per smettere, poi nel secondo campionato in D ho fatto tantissimi gol – a Massa – e sono ripartito. Negli ultimi tre-quattro anni mi era andata un po male, ottenendo un secondo posto e l’amarezza playoff tra Carpi, Padova e proprio Catanzaro! Con la vittoria dello scorso campionato si è coronato uno dei miei principali obiettivi, cioè raggiungere questa categoria. Ora non voglio fermarmi, voglio andare più in alto”. 

A proposito di rivincita, al “Tardini” il Catanzaro proverà a riscattare il roboante 0-5 patito per mano dei ducali all’andata: “Sì, ci ha fatto male e andremo a Parma per imporre il nostro gioco – sostiene -. Sarà una partita diversa da quella di settembre, loro sentiranno la pressione di dover vincere, ma noi faremo del nostro meglio”.

Ponendo l’attenzione anche sul ruolo strategico dei giovani, in particolare nel girone di ritorno (“ora sono totalmente integrati e hanno grandi prospettive”, dice), Biasci estende il proprio ragionamento a questa fase clou del campionato regolare, verso il rush finale in direzione playoff: “Adesso ci saranno gare sulla carta più dure, anche se sono tutte difficilissime in B – avverte -. Dobbiamo abituarci a questo tipo di partite in vista di ciò che accadrà e cercheremo di migliorarci”.

 

 

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