“La strada è quella giusta”: Vivarini nel post-gara

Dalla Ternana alla… Ternana! Gli incroci del destino, pongono davanti al Catanzaro proprio l’ultima squadra sconfitta nell’ultimo campionato di B. Era l’ormai lontano aprile 2006 ed i giallorossi, ancora retrocessi dopo un biennio tragicomico, espugnarono il “Liberati” vincendo 0-2.

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Altra storia, altre vite. Il presente vede l’US di Vincenzo Vivarini battere – non senza sofferenza, in alcuni frangenti – le Fere di Cristiano Lucarelli. Al “Via del Mare” di Lecce, davanti a centodieci paganti (sette dei quali da Terni), le Aquile si impongono 2-1 per effetto delle reti di Biasci nel primo tempo e di Vandeputte, dal dischetto, nei minuti finali. Vittoria che porta il Catanzaro a quattro punti in classifica, in attesa di poter festeggiare – finalmente – il ritorno in cadetteria nel proprio tempio, quel “Nicola Ceravolo” rimasto vuoto e desolato, a fari spenti, in questa occasione.

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Come allo “Zini”, all’esordio, il Catanzaro dà prova di organizzazione, carattere, senza mai sconfessare il proprio credo tattico, basato su quell’estenuante fraseggio e sulla costruzione dal basso, sebbene anche questa sera – come a Cremona – sia mancata concretezza e lucidità nei sedici metri, con Iemmello decisamente sottotono. Bene l’impatto sul match di D’Andrea, il quale ha tirato fuori dal cilindro la giocata che è valsa il penalty concesso da Baroni.

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Al temine della partita, Vivarini passa in rassegna la gara, ai microfoni, soffermandosi principalmente sull’aspetto emotivo più che sulle dinamiche tattiche. “Era importante trovare l’entusiasmo senza il nostro pubblico, un’arma in più per noi. Avremmo potuto non avere esuberanza, ma abbiamo ovviato a ciò giocando proprio in onore di chi era a casa, per questo torto subito – specifica da subito l’allenatore di Ari -. Quindi, avrebbe potuto subentrare la paura di accontentarsi del pareggio, ma abbiamo cercato di mettere in campo le nostre qualità, restando sempre propositivi sotto l’aspetto del gioco, contro una Ternana di categoria, che lavorava in modo semplice ma efficace, costringendoci a correre. Chi è subentrato, poi, ha dato energia e spinta e il risultato è più che meritato, perché abbiamo costretto gli avversari nella propria metà campo, lavorando ai fianchi, poiché loro sono forti fisicamente”.

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Ecco, spostando la disamina sulle peculiarità degli ospiti, Vivarini aggiunge: “Avendo analizzato la partita con la Sampdoria, sapevamo che, una volta in svantaggio, la Ternana sarebbe uscita in pressing e, in un certo senso, per noi non sarebbe stato neanche un problema – rivela -. Ma ci è mancata sicurezza e un po’ di convinzione nel riuscire a venir fuori dalle pressioni, che abbiamo anche subito. Nel secondo tempo però abbiamo rimesso a posto alcuni dettagli, abbiamo riguadagnato campo e la prestazione è stata buona”. 

Sebbene D’Andrea, dunque, sia da ritenersi l’uomo che più di tutti ha “spaccato” il match, guadagnandosi “la copertina” della serata, il mister preferisce non focalizzarsi sul singolo, ma estendere i complimenti a tutti i ragazzi. Quel che è certo, è che il Catanzaro ha avuto una ulteriore riprova del livello della categoria, di cosa significhi giocare in Serie B: “Dobbiamo ripartire coi piedi per terra – sottolinea -. Sì, abbiamo vinto ma è stata dura. Tuttavia la strada è quella giusta”.

 

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