Tutto come previsto. Non il risultato, e nemmeno – ovviamente – le dinamiche che hanno caratterizzato una partita palpitante, ricca di emozioni, con un finale al cardiopalma.
Ma si è verificato quanto preannunciato alla vigilia, specialmente da mister Vincenzo Vivarini, il quale aveva previsto una gara dal forte impatto emotivo da parte del Lecco.
E la squadra di Luciano Foschi, all’esordio in Serie B dopo un’estate caotica e con organico in pieno allestimento, esce dallo stadio “Euganeo” di Padova tra gli applausi dei supporters blucelesti e del bizzarro presidente Di Nunno, nonostante il 3-4, dopo un primo tempo in totale controllo del Catanzaro, che ha spadroneggiato. Nella ripresa, i cambi e la reazione d’orgoglio, hanno spinto la squadra fino al pari, accarezzando l’idea della rimonta, subito spenta da un Catanzaro che ha fatto valere le proprie qualità e, adesso, si trova in vetta alla classifica, a quota dieci punti. Però per il Lecco, la strada imboccata, sembra quella buona, per il futuro.
E infatti, mister Foschi parla di buon “punto di partenza”, nonostante l’amarezza per la sconfitta. Determinante, inoltre, il non aver giocato per circa tre mesi: “Primo tempo in bambola, consegnato al Catanzaro, la squadra peggiore da affrontare in questo momento – sostiene l’ex trainer di Ravenna e Carpi -. Abbiamo pagato la grande organizzazione del Catanzaro. In occasione del terzo gol subito, sembravamo quelli del primo tempo. Avremmo, anzi, dovuto dimostrare agli avversari di volerla vincere! Dobbiamo migliorare l’organizzazione, la fase difensiva, ma siamo vivi, abbiamo fatto tre gol ad una squadra che ne aveva subito uno solo e facciamo tesoro di questa partita”, dice l’allenatore del Lecco, complimentandosi con i suoi ragazzi per lo spirito.
Eloquente un’affermazione, sulla falsariga di quanto dichiarato poco prima da Vivarini ai microfoni (LEGGI QUI): “In B se ti ‘accontenti’, ti puniscono. Noi sul 2-2 evidentemente credevamo di averla risolta“, ammette.
Ritorna al gol e a sorridere, dopo un lungo periodo travagliato, Umberto Eusepi, tra i calciatori più rappresentativi dell’intera categoria. Una rete, una liberazione per un uomo che, a trentaquattro anni, è un po’ un califfo della cadetteria e della Lega Pro: il centravanti di Tivoli non segnava in serie B da sei anni. “Un’emozione fortissima – afferma Eusepi -. Peccato per il risultato, specie dopo un grande secondo tempo contro una squadra molto forte. La pausa arriva nel momento giusto”.