Ci fu un periodo non molto lontano, anni fa, in cui, un noto politico italiano, poneva l’uso delle ruspe come uno degli elementi cardine della sua linea. Tant’è che ben presto divenne anche uno “slogan” di cattivo gusto, ristampato su una maglietta.
Facendo un parallelismo (magari forzato), oggi a Catanzaro (nella sua dimensione sportiva, beninteso) le ruspe portano la soluzione. O meglio, l’inizio.
Perché lo stadio “Nicola Ceravolo” muove la prima pietra, anzi, sposta i primi metri di manto erboso nell’ottica dei lavori di adeguamento dell’impianto e, nella fattispecie, di rifacimento del campo e del sistema di drenaggio. Prima condizione essenziale – di una serie di interventi da effettuare nel corso delle settimane – che consentiranno l’ammodernamento dell’ex “Militare” in vista dell’imminente campionato di Serie B.
L’auspicio – anzi, l’obiettivo da non sforare – è portare a termine i lavori entro l’avvio del torneo, il che vuol dire non più tardi di ferragosto.
Già lo scorso weekend, circolavano le incoraggianti foto che ritraevano l’amministratore delegato dell’US, Desiderio Noto, a bordo di una ruspa, come un condottiero che guida l’esercito dalla sua biga, in prima linea: un’immagine indubbiamente entusiasmante, che infonde fiducia circa la realizzazione dei lavori inerenti al campo, affidati alla dita HTS di San Giuliano Terme.
Dopodiché, si seguirà fedelmente l’ampia “scaletta” di cose da fare, contemplati nei nove milioni totali disposti dalla Regione Calabria, per la riqualificazione del “Ceravolo” e delle aree adiacenti.
Dunque, dagli uffici al “campo” (nel vero senso della parola), un primo passo che si attendeva da giorni.