Lucarelli da Terni: “Non è normale non sapere se giocare a Catanzaro o altrove”

Non le mandava certo a dire da calciatore – allorquando era uno dei bomber più quotati, tra B e A – e non lo fa da allenatore.

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Cristiano Lucarelli, nel post-partita di Ternana – Sampdoria, analizza la sconfitta delle sue Fere, al debutto in campionato, per di più tra le mura amiche.

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Spigoloso e schietto come sempre, l’ex centravanti livornese, nell’esaminare la partita, non cela la propria amarezza non per la prestazione (rivolgendo un plauso alla sua squadra) ma per un presunto rigore non concesso a Ferrante. “Sarà un’altra annata come le precedenti, non saremo mai fortunati con le decisioni arbitrali e con il VAR”, recrimina, ai microfoni.

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“Di allenatori ce ne son tanti, ma di uomini veri pochi”, dice poi, ricordando Carletto Mazzone, verso il quale tutto il mondo del calcio si è esposto con affetto.

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Inevitabilmente, Lucarelli si proietta già alla trasferta contro il Catanzaro, con una piccata vena polemica, alla luce del fatto che ancora non è dato sapersi dove l’US disputerà le prime due gare casalinghe, se al “Ceravolo” (attesa per domani la decisione) o sul neutro di Lecce: Se giocheremo a Catanzaro? Boh, bella domanda! Vengo sempre tacciato di essere un toscano polemico, perché quando parlo si risentono tutti, però tutto ciò non è normale”, sbotta.

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“Non è normale che un club, chiamato ad organizzare una trasferta in pochissimi giorni, non sappia dove giocare – continua il tecnico della Ternana -. Come se non bastasse, in ogni caso si tratterà di una località di mare, con alberghi e aerei pieni e, inoltre, mercoledì avremo un’altra partita, quindi non sapremo se faremo rientro il lunedì sera, ad esempio. Noi siamo organizzati, ma non ci viene comunicato nulla”.

Cristiano Lucarelli estende dunque la sua considerazione: “Occorre rivedere qualcosa per quanto riguarda l’inizio dei campionati, rendersi conto se effettivamente sia giusto disputare tre o quattro partite con giocatori praticamente in partenza, su campi dove regna il gran caldo – osserva -. Non è giusto che un tifoso, che si abbona per diciannove partite, magari non riesca ad assistere alle prime due, perché ha il diritto di andare in ferie in questo periodo”.

E infine, l’allenatore rossoverde lancia un messaggio ben preciso, sempre perentoriamente: “Verrà il giorno in cui la gente si stuferà di tutto ciò… e sarà un problema per tutti”. 

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