Non è stato un avvio di stagione facile per Simone Pontisso.
Giunto in estate a Catanzaro sotto i migliori auspici, ecco la tegola dell’infortunio: un problemuccio da niente, in apparenza, che poi si è rivelato più delicato del previsto.
Il centrocampista di San Daniele del Friuli, diviso tra infermeria e palestra, si è visto costretto a stringere i denti, stando fuori, mentre i compagni si sbarazzavano degli avversari a suon di gol e si guadagnavano la scena. Ma la vita, lo sport, offre delle occasioni per potersi rilanciare, anzi, lanciare, mettersi in gioco e far capire a tutti il proprio valore. L’occasione per arriva a Cerignola: lanciato nella mischia, il 25enne ex Vicenza mette il timbro decisivo sulla partita, regalando alle Aquile un insperato pareggio allo scadere. “Un’emozione incredibile”, ammette. Quella, l’ennesima prova che il Catanzaro dispone di un organico ampio quanto valido, invidiato dall’intera categoria, senza “titolari o riserve”, concetti ormai superati nel calcio moderno, dove le rotazioni (e non chiamiamolo “turn over”) rappresentano la consuetudine. C’è bisogno di tutti, indistintamente, per raggiungere gli obiettivi.
“Ora mi sento bene, sono quasi al top della condizione”, esordisce Pontisso, nel puntuale incontro con i giornalisti di metà settimana. Un ragazzo non proprio di molte parole, che preferisce far parlare il campo così come dimostrato in queste prime uscite. Sabato al “Liguori”, complice l’assenza di Ghion, il debutto da titolare per lui che, nel ripercorrere il suo percorso, analizza: “Ho ricoperto sia il ruolo da mezzala che da playmaker, perché mi piace impostare e contrastare, ma anche come correre, inserirmi, contrastare e andare al tiro”.
E nel rivelare i passaggi che lo hanno portato in Calabria (in un girone per lui inedito, definito “molto tosto”) aggiunge: “La scelta è stata rapida. Appena mi è giunta la chiamata non ci ho pensato due volte e, confrontandomi con società e mister sul progetto, è stato facile trovare l’accordo”. Assimilare i concetti e la mentalità di mister Vivarini (dopo aver lavorato sei mesi con Auteri a Pescara, che ha creduto molto in lui) non è stato complicato: “Il mister opera una buona rotazione dei calciatori – dice – perché questo porta ad andare al massimo in allenamento, ognuno lotta per una maglia da titolare”. E a proposito delle idee di Vivarini: “Serve andare su tutti i campi con questa mentalità e fare il nostro gioco per vincere, proprio come dice il mister. Ad Andria sarà un impegno complicato, servirà l’atteggiamento tenuto finora. Dovremo andare per vincere”.