“Ed io avrò cura di te”, cantava Battiato nel suo celebre brano, scomodando similitudini. Rolando Maran vuole prendersi cura del suo Brescia, quel progetto che gli era stato strappato (senza motivo, con una squadra quinta in classifica) nel lontano 2006 e che ora si “riannoda”, grazie all’ardore di un allenatore esperto, che vuole portare in alto la Leonessa d’Italia.
Il rendimento prodotto dal suo ritorno, ha portato una squadra che adesso si affaccia in zona playoff e vuole dar seguito alla propria scalata. Il calendario pone il Catanzaro, al “Nicola Ceravolo” e sarà battaglia vera, mentre sugli spalti lo spettacolo sarà accentuato dal coro della fratellanza tra le tifoserie. Insomma, difficile trovare spot migliore per il calcio e per il mondo ultras, di quello che andrà in scena tra poche ore, nell’antivigilia di Natale.
Il Brescia lavora per consolidare quell’identità (appena) ritrovata, ma le difficoltà palesate durante la gestione Gastaldello sono ancora “fresche” ed è opportuno non dimenticarle, semmai trarne insegnamento. Non ci si può permettere di abbassare la guardia, ma continuare a guardarsi le spalle, perché la Serie B, nella sua bellezza, resta un torneo imprevedibile: quando dettato nella scorsa giornata, con le prime della classe bloccate, ne è prova tangibile.
Per cui, per Maran, Catanzaro o qualcun altro, non fa differenza sul piano della concentrazione: “Sarà una partita impegnativa contro una squadra con un’identità ben precisa, che ho avuto modo di seguire dal vivo prima di venire a Brescia – rivela da subito l’allenatore trentino, nella consueta conferenza stampa della vigilia -. Balza all’occhio un’organizzazione di gioco notevole, per la quale mi complimento con Vivarini“, continua. “Senza dubbio si tratta di un avversario difficile da incontrare in uno stadio gremito – osserva ancora -, con un pubblico che spinge. Ciò può aumentare le difficoltà, è vero, ma per noi è anche uno stimolo in più”.
Società, passione della gente, qualità della rosa, principi di gioco dell’allenatore: stando alle parole del trainer del Brescia, l’US ha tutte le componenti per fungere da esempio nel panorama nazionale: “Il Catanzaro è cresciuto in un progetto tecnico con giocatori che lavorano insieme da tanto tempo, inserendo ogni anno elementi adatti al gioco del mister – sottolinea – perciò sono stati bravi a costruire tutto con grande programmazione. Questo è un esempio positivo da seguire, un modo intelligente di far calcio”.
Numeri alla mano, quella di domani sarà la panchina numero seicentocinquanta per Rolando Maran, che non bada molto alle statistiche, avendo il dovere di mantenere il focus sulla partita (prima della sfida di Santo Stefano, contro il Parma capolista). Tra gli assenti annunciati, il portiere Lezzerini, a causa della lussazione al gomito che lo terrà fuori per un po’. Al di là di tutto, facendo la conta dei disponibili, Maran pone l’accento sull’abnegazione del suo gruppo: “Sono soddisfatto perché ho visto una squadra che si è applicata, spingendo anche oltre il limite – ammette – ma dovremo farci trovare pronti, per giocare le nostre carte“.