Il passato non si dimentica. Talvolta, però, bisogna accantonarlo, reprimendo le emozioni.
Leonardo Menichini e il Catanzaro domani saranno avversari e non sarà certo la prima volta. Ma se Max Carlini proverà sensazioni forti contro il suo recentissimo passato (LEGGI QUI), di tenore simile ma pianeti diversi saranno i pensieri del mister del Monterosi Tuscia. Pianeti diversi, perché nella mente riavvolgerà il nastro dei ricordi di Serie A.
Pur avendo militato con le Aquile dal 1978 al 1981, l’allenatore toscano di sicuro non si lascerà attanagliare dalla malinconia dei ricordi, perché l’obiettivo di domani sarà uno solo: fare punti contro l’attuale capolista.
“Ho giocato tanti anni fa a Catanzaro, eravamo in serie A con Carletto Mazzone allenatore – rievoca Menichini ai microfoni -. Abbiamo fatto dei bellissimi campionati e ho un ricordo splendido della città e di tutto l’ambiente, però domani saremo avversari e quindi per novanta minuti, recupero compreso, dovremo cercare di dare il massimo e fare una grande partita, perché abbiamo bisogno di fare punti”.
Insomma, d’accordo provare una dolce malinconia ma il trainer dei laziali è determinato a fare sua la posta: “Servirà una grande prova, non servono altri stimoli quando si affrontano le grandi squadre e il Catanzaro è una di queste, insieme a Pescara e Crotone – osserva Menichini -. Sono le favorite per vincere il campionato, ma il Catanzaro sta dimostrando più continuità delle altre”.
Dunque, l’ex difensore dell’US non ha dubbi sulle armi da adoperare per fronteggiare i giallorossi: “Dovremo giocare con personalità e coraggio, senza speculare, ma cercando di fare quello che è nelle nostre corde – sostiene -. Chiaramente nella fase di non possesso dovremo partecipare tutti alla riconquista della palla, con grande sacrificio. Servirà lavorare molto e correre molto”.
Menichini, infine, sgombera il campo dal rischio di provare timore reverenziale nei confronti degli uomini di Vivarini il quale, da par suo, si aspetta un Monterosi ben organizzato tatticamente (LEGGI QUI): “Non credo possa esserci il rischio di provare timore da parte dei ragazzi, alla luce di come si sono comportati già dall’inizio dell’anno – ammette -. Siamo già stati in campi difficili, come Crotone e Pescara, quindi i ragazzi sono ‘testati’, sanno dare il giusto valore all’avversario e alle loro qualità. Umiltà, spirito di sacrificio e grande aggressività“.